Oro, i dazi di Trump spingono la quotazione verso i 3.000 dollari
Oggi nuovo record a 2.875 dollari l’oncia. Il metallo giallo sempre più richiesto dagli investitori come rifugio sicuro di fronte alla crescente incertezza politica ed economica. Le previsioni del World Gold Council e di JP Morgan, principale trader al mondo di oro.
Dopo le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, anche il timore dei dazi americani spaventa gli investitori, che rispondono alle incertezze aumentando gli acquisti di oro. Mercoledì 5 febbraio il metallo giallo segna il nuovo massimo storico a 2.875 dollari l’oncia, portando a +9% il rialzo dall’inizio dell’anno, che si va ad aggiungere al guadagno record del 27% messo a segno nel 2024.
Secondo l’ultimo report del World Gold Council, diffuso martedì 4 febbraio, nel 2024 la domanda globale di oro è aumentata dell'1%, raggiungendo il record annuale di 4.974 tonnellate, grazie ai robusti acquisti delle banche centrali e alla crescita della domanda di investimenti.
Le banche centrali sono state acquirenti netti per 15 anni, ma il ritmo degli acquisti è quasi raddoppiato dallo scoppio della guerra in Ucraina, che ha accelerato la tendenza delle autorità nazionali a riequilibrare le riserve riducendo gli asset in dollari.
Da notare che anche il prezzo dell’argento è notevolmente salito, con un rialzo del 14% dall’inizio dell’anno. Alex Ebkarian, direttore operativo del rivenditore di metalli preziosi fisici Allegiance Gold, ha dichiarato in un'e-mail a Barron's che i prezzi di entrambi i metalli dovrebbero continuare a salire a causa dell'incertezza del mercato.
“In un contesto ad alto rischio, l'attrattiva dell'oro e dell'argento fisici diventa ancora più pronunciata, in quanto eliminano il rischio di controparte e forniscono una riserva di valore affidabile”, sostiene Ebkarian.
ORO E ARGENTO, UN ANNO DI QUOTAZIONI
Shaokai Fan, responsabile globale delle banche centrali del World Gold Council, definisce “insaziabile” l'appetito per l’oro delle banche centrali, con acquisti che l’anno scorso hanno superato le 1.000 tonnellate per il terzo anno consecutivo. La Banca nazionale di Polonia è stata il principale acquirente netto tra le banche centrali, con 90 tonnellate di metallo aggiunte alle sue riserve.
La Banca centrale della Turchia, che ha aumentato le proprie riserve auree di 75 tonnellate, è stata il secondo acquirente netto di oro tra le banche centrali. La Reserve Bank of India è stata la terza, con acquisti consistenti in tutti i mesi tranne dicembre.
Gli investimenti annuali complessivi in oro sono aumentati del 25%, raggiungendo un massimo di 1.180 tonnellate, in gran parte alimentati dai fondi negoziati in Borsa.
Anche la domanda di lingotti e monete d'oro è rimasta stabile, sostenuta dalla forte domanda di Cina e India.
“Gli investitori cinesi si sono trovati di fronte a una carenza di asset alternativi in cui investire”, si legge nel rapporto del World Gold Council, che sottolinea come un mix di incertezza economica interna, persistente volatilità dei mercati azionari e rendimenti dei titoli di Stato ai minimi storici abbiano spinto gli investitori verso il metallo prezioso.
In India, la domanda di oro è stata sostenuta dopo che il governo indiano ha ridotto i dazi sulle importazioni di oro dal 15% al 6% nel mese di luglio
L'anno scorso la domanda di investimenti in oro è cresciuta in tutti i mercati dell’Asia, con Singapore, Indonesia, Malesia e Tailandia che hanno registrato aumenti a due cifre rispetto all'anno precedente.
Le quotazioni dell’oro sono salite e continuano a salire nonostante il calo della domanda da parte dell’industria della gioielleria. A livello mondiale il consumo di oro per gioielleria è sceso nel 2024 dell'11%.
Secondo gli analisti del WGC, la domanda di gioielli in oro rimarrà debole quest'anno, dato che la capacità di spesa dei consumatori rimane frenata dall'aumento dei prezzi e dalla debolezza della crescita economica.
Secondo il rapporto del WGC, la domanda complessiva di investimenti dovrebbe mantenersi positiva anche quest'anno, grazie al previsto calo dei tassi di interesse che ridurrà lo svantaggio di investire in un asset che non dà rendimento come l’oro.
Su cosa aspettarsi nel 2025, JP Morgan, il principale trader di oro al mondo, ha confermato la previsione che l’oro salirà a 3.000 dollari entro la fine dell’anno, convinta che i tassi di interesse statunitensi più bassi e un'economia più stabile, anche se più lenta, guideranno i flussi.
Anche Michael Arone, chief investment strategist di SPDR Business di State Street, ritiene che l'oro potrebbe superare i 3.000 dollari l'oncia nel corso di quest'anno. “Gli acquisti delle banche centrali nel corso dell'anno continueranno probabilmente a sostenere il prezzo dell'oro”, scrive Arone.
La continua corsa dell’oro non trova un freno neanche nel rialzo del dollaro americano. Frank Watson, analista di Kinesis Money, sottolinea che un'impennata del biglietto verde è “normalmente un elemento ribassista per i prezzi dell'oro denominati in dollari”, ma aggiunge che “l'attrattiva dell'oro come bene rifugio rimane inalterata nell'incertezza degli effetti economici e inflazionistici dei dazi annunciati dagli Usa”. In altre parole, le politiche commerciali di Trump potrebbero avere la meglio sul consueto impatto del dollaro forte sull'oro.