Oltre 600 abusi su minori dal 2010 da parte degli insegnanti: violenze senza fine in Perù

Il Ministero dell’Istruzione del Perù (Minedu) ha preso una posizione decisa contro la violenza sessuale nelle scuole, sanzionando 469 insegnanti nella provincia di Condorcanqui, situata nella regione di Amazonas. Questo intervento fa parte di un’operazione più ampia che ha portato a un totale di 1.428 sanzioni a livello nazionale per reati gravi, tra cui abusi...

Feb 3, 2025 - 23:27
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Oltre 600 abusi su minori dal 2010 da parte degli insegnanti: violenze senza fine in Perù

Il Ministero dell’Istruzione del Perù (Minedu) ha preso una posizione decisa contro la violenza sessuale nelle scuole, sanzionando 469 insegnanti nella provincia di Condorcanqui, situata nella regione di Amazonas. Questo intervento fa parte di un’operazione più ampia che ha portato a un totale di 1.428 sanzioni a livello nazionale per reati gravi, tra cui abusi sessuali e persino legami con il terrorismo.

L’azione del Minedu include anche la sospensione preventiva di 139 docenti e la cessazione del contratto per altri 10, a seguito di accuse di abusi su minori. Le autorità hanno dichiarato che l’obiettivo principale di queste misure è garantire ambienti scolastici sicuri e tutelare gli studenti da episodi di violenza. A tal fine, sono stati destinati oltre 2 milioni di soles al governo regionale dell’Amazonas per coprire il pagamento di insegnanti sostituti, evitando così ripercussioni sul sistema educativo locale.

Purtroppo si tratta di un problema radicato nella regione. La provincia di Condorcanqui, infatti, non è nuova a episodi di violenza sessuale contro minori. Dal 2010 sono stati segnalati oltre 600 casi di abusi con numerosi insegnanti coinvolti, oltre a membri delle forze di sicurezza e minatori illegali. Solo nel novembre 2024, nella regione sono stati registrati 22 nuovi casi di violenza sessuale, segnale di una crisi che non accenna a diminuire.

Il ministro dell’Istruzione li aveva definiti una “pratica culturale”

Per affrontare il problema, il governo ha avviato la creazione di 18 reti di protezione comunitaria, coinvolgendo leader locali formati per riconoscere e prevenire episodi di abuso. Inoltre sarà installata nel distretto di Condorcanqui una “telecamera Gessel”, un sistema progettato per condurre interviste a minori vittime di violenza, evitando di farli rivivere il trauma durante le indagini.

Nonostante le misure adottate, diverse organizzazioni locali e internazionali hanno espresso insoddisfazione per la gestione della crisi da parte dello Stato peruviano. Il Consiglio delle donne di Awajún e Wampis (COMUAWUY) ha denunciato la mancanza di risorse e l’assenza di un piano efficace per risolvere il problema. Anche il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia ha evidenziato carenze nell’intervento statale, sottolineando la necessità di un maggiore impegno nella protezione delle bambine e adolescenti della regione.

Le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, Morgan Quero, hanno ulteriormente alimentato le polemiche. Nel 2024, il ministro ha suscitato indignazione definendo gli abusi sessuali nelle comunità indigene come una “pratica culturale”, alludendo a un presunto modello di formazione familiare. Le sue parole hanno scatenato proteste, con organizzazioni per i diritti umani e parlamentari che lo hanno accusato di minimizzare il problema. La deputata Ruth Luque ha persino presentato una denuncia formale contro di lui, accusandolo di discriminazione.

L’intervento del Minedu rappresenta un passo avanti nella lotta contro la violenza nelle scuole, ma la situazione a Condorcanqui evidenzia la necessità di un approccio più strutturato e duraturo per garantire la sicurezza dei minori nelle aree più vulnerabili del Perù.

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