Nonno Ciro, volontario a 94 anni: “Non posso stare senza far niente, e sono felice”

Ogni mattina in giro per la città, è il volontario più anziano della Caritas e suddivide il suo impegno in molti settori: “Aiutare gli altri mi ha ridato la vita”

Feb 7, 2025 - 05:13
 0
Nonno Ciro, volontario a 94 anni: “Non posso stare senza far niente, e sono felice”

Viareggio, 7 febbraio 2025 – Tutte le mattine si alza presto ed è alla guida del furgone della Caritas affiancato, a seconda dei turni, da Riccardo e Giorgio, volontari anche loro, e va in giro per la città raggiungendo anche Forte dei Marmi, per ritirare dalle panetterie il pane, dalle pasticcerie i dolci e nelle altre attività come l’ingrosso Raffaelli, gli alimenti necessari alla mensa di Sant’Antonio.

Ciro Andreozzi incarna il volontariato a tutto tondo, al servizio degli altri. Un volontario che sulla carta di identità festeggerà 95 anni il 26 novembre, ma per grinta, voglia di vivere, di donare il tempo agli altri, è un ragazzo con tanti sogni e progetti ancora da realizzare. Ciro Andreozzi, nonno Ciro, per i più giovani, è una boccata di ossigeno per chi lo conosce, per l’impegno che dona quotidianamente nel panorama del volontariato locale. E’ impegnato nella raccolta dei farmaci, è in prima linea quando c’è la raccolta alimentare nei supermercati, è pronto a correre di notte se qualcuno lo chiama per un’ermegenza. Una vita da romanzo dove il filo conduttore è la generosità del cuore unita a un’intelligenza vivace che traspare dagli occhi azzurri, da quello sguardo che vede oltre il proprio interesse personale per tendere la mano agli altri con il sorriso e con la leggerezza e non si sente un protagonista. Un album di vita che idealmente sfoglia con la Nazione.

“Sono nato a Pisa il 26 novembre del 1930 e abito al Marco Polo, in via Maroncelli dal 1985, quando dalla città della Torre mi sono trasferito a Viareggio. Ho iniziato a lavorare a 15 anni. Ho interrotto le scuole medie per motivi familiari: erano tempi duri nei quali mettere insieme il pranzo con la cena era difficile e così sono entrato al laboratorio farmaceutico Guidotti di Pisa, una grande famiglia, e dove sono rimasto per 35 anni”.

Quando ha scoperto il volontariato?

“Da poco, sette anni fa. Un giorno sono entrato nella chiesa del mio quartiere San Giovanni Bosco e grazie al parroco don Luigi Bertuccelli e alla Caritas sono diventato volontario”

Cosa significa impegnarsi come volontario?

“Mi ha ridato la vita: sentirsi utile significa volersi bene attraverso il volere bene agli altri. I bambini mi chiamano nonno Ciro e se qualcuno di loro mi chiama di notte e mi dice “Nonno Ciro mi porti il pane“, vado e sono contento. Quando ero bambino ho conosciuto la fame, so cosa signfica”. Ciro Andreozzi, padre di tre figli, Davide, Simone e Rebecca, ha sei nipoti, ma è il nonno di tutti”.

E’ impegnato anche in parrocchia?

“Mi piace dare una mano anche in parrocchia e così raccolgo le offerte alla messa e sono utile al momento dell’offertorio”.

Ciro Andreozzi ha inventato le marmellate di nonno Ciro, marmellate che confeziona e che regala agli amici, ma che diventano una piccola risorsa per la parrocchia: chi le acquista fa una offerta che resta alla parrocchia stessa .

Lo scorso anno mi sono iscritto al Movimento adulti scout cattolici italiani dove faccio quello che posso. Fabiano Fattorini, magister della comunità Masci di Viareggio mi ha accolto a braccia aperte”, racconta

Quale messaggio puo avvicinare i giovani al volontariato?

“E’importante che i giovani imparino a aiutare chi è in difficoltà e lo facciano con il cuore. Un mese fa ho incontrato i bambini della parrocchia che seguono il catechismo e ho cercato di trasmettere questo valore con fantasia e semplicità”, parola di nonno Ciro.