Nebbia, cime tra le nubi e galaverna: belle opportunità per il fotografo
Alcuni spunti, per fotografare il paesaggio in situazioni diverse, dove le cime giocano con la nebbia, cambiano, si trasformano e mutano la loro estetica tra uno scatto e l'altro L'articolo Nebbia, cime tra le nubi e galaverna: belle opportunità per il fotografo proviene da Montagna.TV.
La fotografia di paesaggio, in genere, attira l’attenzione dell’osservatore quando ritrae qualcosa di inconsueto. Un tramonto, per esempio, è considerato un momento speciale quando le nubi, o le montagne, o parti del soggetto assumono tonalità cromatiche particolari, inconsuete, tingendosi delle varie sfumature di rosa, arancione e rosso. Sono colori effimeri che durano pochi minuti. Normalmente il cielo non è certo rosso! Proprio per questo motivo, queste tonalità diventano particolarmente attraenti per chi guarda le immagini. Lo stesso discorso vale per una nevicata improvvisa, in un luogo dove la coltre bianca non è così frequente, oppure totalmente fuori stagione.
Nebbia in quota
La nebbia rientra in questa “casistica fotografica”, ovvero è un elemento inconsueto, diverso che trasforma il paesaggio, rendendolo differente dal normale: alberi “morbidi”, profili “disegnati”, altipiani “onirici” divengono elementi esteticamente nuovi, per una fotografia originale. In montagna, la nebbia è spesso presente in momenti diversi e difficilmente prevedibili. Spesso si alternano situazioni di sole e nebbia, con i raggi che filtrano, oppure attimi di pioggia e nubi, più o meno spesse. Attenzione, la nebbia porta anche umidità che, a volte nel bosco o nel fotografare il sottobosco, può creare una sorta di effetto pioggerellina che, insieme al freddo, richiede qualche precauzione per le lenti, come l’utilizzo di un filtro neutro di protezione, oppure un filtro UV, in modo da difendere le ottiche. Ho parlato di protezione dell’attrezzatura anche in questi capitoli:
Come proteggere l’attrezzatura fotografica durante un’escursione in montagna
Come fotografare e proteggere l’attrezzatura quando fa freddo
Teleobiettivi e grandangolo
Da un punto di vista tecnico, da ricordare che i teleobiettivi comprimono i piani, quindi anche gli strati di nebbia, creando un’immagine molto soffusa e accentuando l’effetto nebbia. Usando diaframmi aperti, diminuisce la profondità di campo, quindi la nebbia risulterà maggiore. Se la nebbia è molto intensa , prestate attenzione alla mancanza di contrasto. In questi casi, per rendere più leggibile il soggetto, può essere opportuno usare ottiche meno lunghe e diaframmi un poco più chiusi, aumentando la profondità di campo. Se la nebbia è intensissima, avvicinatevi al soggetto e usate un grandangolo che, grazie alla dilatazione dei piani, renderà gli strati di nebbia visivamente meno intensi e più labili.
Iso e treppiede
Usate iso bassi, per ottenere immagini senza rumore digitale, anche perché la nebbia tende a diffondere la luce del sole e, spesso, consente di scattare con tempi di posa abbastanza veloci. A volte è necessario anche scattare in fretta, visto che l’estetica del paesaggio e delle cime cambia molto repentinamente. Detto questo, come per la “normale” fotografia di paesaggio, sarebbe sempre opportuno aiutarsi con un treppiede.
Equilibrio tra contrasto e immagine soffusa
Occhio alla post produzione, soprattutto sul “contrasto” che tende a diminuire l’effetto nebbia. In questi casi è opportuno bilanciare il rapporto tra nebbia e contrasto, in modo da ottenere il risultato che si è previsualizzato in precedenza.
Bilanciamento del bianco
Per il bilanciamento del bianco, consiglio di lasciarlo in automatico e, se necessario, di intervenire successivamente in post produzione, a patto di scattare sempre in formato raw, in modo da poterlo modificare al computer.
Colore o bianco e nero?
Colore o bianco e nero, questo genere di fotografia può regalare momenti magici, rendendo indimenticabili attimi di tranquillità e impercettibili silenzi in un ambiente ovattato, avvolto da una “nebbia impalpabile e scialba”, come scrisse il Pascoli. Sono molto interessanti, quindi, anche gli scatti che verranno poi convertiti in post produzione, in monocromia. Ho parlato del paesaggio in bianco e nero, anche in questo capitolo: Come fotografare in bianco e nero il paesaggio di montagna.
C’è anche la galaverna
In inverno, si pensa sempre alla neve come elemento caratteristico del paesaggio, oppure alla presenza di nubi o nebbia. Pure la galaverna, però, può dare spunti notevoli, anche perché è un elemento che non si verifica di frequente. La temperatura deve essere molto bassa, con un tasso umidità piuttosto elevato: piante, foglie, bacche e cortecce si adornano di caratteristiche forme bianche, in verità piuttosto effimere. Si scatta, infatti, poco dopo il sorgere del sole, altrimenti il susseguente aumento della temperatura annulla l’effetto bianco, così peculiare.
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