Minacci: "Solo il Parlamento deve scegliere"
GROSSETO Si attesta senza freni la critica della neo presidente del collegio probiviri dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), Carla Minacci, ...
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GROSSETO
Si attesta senza freni la critica della neo presidente del collegio probiviri dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), Carla Minacci, sulla possibilità dell’approvazione della legge regionale sul suicidio medicalmente assistito da parte della Regione Toscana. Approderà tra il 10 in consiglio regionale la legge sul suicidio medicalmente assistito, varata in commissione regionale sanità a seguito della proposta dell’associazione Luca Coscioni. Il percorso ha preso avvio dalla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, che definisce non punibile il suicidio di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, affetta da patologia irreversibile e fonte di sofferenze non tollerabili che però risulta pienamente capace di prendere decisioni. Da qui l’alt in regione da parte dei vescovi.
"Sono contraria in merito al fatto che la legge possa passare dalla Regione e non dal Parlamento, che è l’organo a cui compete tale azione. La Regione vuole solo regolamentare perché c’è una norma di incostituzionalità. Solo il Parlamento può decidere, non capisco dunque questa ostinazione, o meglio la comprendo dal punto di vista di avvicinamento repentino alla campagna elettorale. Il Governatore Eugenio Giani ancora non si è espresso a riguardo. Consideriamo poi che si parla di entrare in extra Lea e non è ammissibile. Come può una persone decidere della sua vita in un momento di estrema sofferenza tale? Non riesco ad entrare in queste idee. Come medico cattolico sponsorizzo le cure palliative che prevedono anche la sedazione profonda. Non si capisce la ratio che è solamente fortemente ideologica. Allora è solo una discussione di tempistiche? Se vogliono approvare la legge devono prendersi le conseguenze. Mi sto impegnando in punta di diritto per la questione di incostituzionalità. Bisogna accompagnare i pazienti alla morte e non zittarli con una siringa. I medici cattolici credono in un accompagnamento alla morte in una fase così importante".
m.v.g.