Maysoon Majidi, l’attivista curda assolta dall’accusa di traffico di esseri umani

Maysoon Majidi, attivista curda di ventinove anni, è stata assolta con la formula "per non avere commesso il fatto" al termine del processo che la vedeva imputata con l’accusa di traffico di esseri umani. L'articolo Maysoon Majidi, l’attivista curda assolta dall’accusa di traffico di esseri umani proviene da Globalist.it.

Feb 5, 2025 - 23:35
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Maysoon Majidi, l’attivista curda assolta dall’accusa di traffico di esseri umani

Maysoon Majidi, attivista curda di ventinove anni, è stata assolta con la formula “per non avere commesso il fatto” al termine del processo che la vedeva imputata con l’accusa di traffico di esseri umani. La vicenda giudiziaria era iniziata con il suo arresto avvenuto il 31 dicembre 2023 da parte della Guardia di Finanza, in seguito allo sbarco di 77 migranti. L’accusa si basava sulle dichiarazioni di due testimoni, un cittadino iracheno e uno iraniano, secondo i quali la giovane avrebbe collaborato con il capitano dell’imbarcazione, Akturk Ufuk, reo confesso e attualmente sotto processo con rito abbreviato.

Fin dall’inizio, Maysoon Majidi ha sempre respinto le accuse.

Dopo dieci mesi di detenzione, la sua liberazione è stata disposta dallo stesso Tribunale che oggi l’ha assolta, presieduto dal giudice Edoardo D’Ambrosio. La decisione è arrivata sulla base delle testimonianze fornite nel corso del processo da numerosi altri migranti che erano sbarcati a Crotone nello stesso giorno del 2023. Le loro dichiarazioni sono state ritenute più affidabili e dettagliate rispetto a quelle dei due testimoni iniziali, facendo così cadere l’impianto accusatorio nei confronti dell’attivista.

Nonostante la mancanza di prove concrete a sostegno dell’accusa, il pubblico ministero Rosaria Multari ha comunque ribadito la richiesta di condanna a due anni e quattro mesi di reclusione. “Nessuno sostiene – ha affermato il magistrato – che Maysoon Majidi sia una scafista in modo stabile e nessuno nega che sia un’attivista in favore dei diritti umani. Non potendo, però, pagarsi il viaggio, si é prestata a fare l’aiutante del comandante dell’imbarcazione carica di migranti. Una condotta che integra il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in base all’articolo 12 del testo unico dell’immigrazione. Articolo che comprende ogni atto ed ogni forma di contributo idoneo a favorire l’ingresso irregolare nello Stato, anche per un movente umanitario”.

L’avvocato difensore della giovane, Giancarlo Liberati, ha invece ribadito l’innocenza della sua assistita, affermando che “la giovane non ha mai favorito il traffico di clandestini. Anzi, é stata lei la prima vittima dei trafficanti”.

Al momento della lettura della sentenza, Maysoon Majidi è scoppiata in lacrime, abbracciando il fratello Razhan, che le era accanto. Parlando con i giornalisti, ha espresso tutto il suo dolore e la sua determinazione: “Un’innocente può arrivare fino al patibolo, ma alla fine viene salvata. Per favore, non giudicate le persone che vengono qui in cerca di un’altra vita. Soprattutto i rifugiati politici che scappano da un dittatore, vengono qui ma vedono la loro dignità calpestata. Occorre evitare di essere accanto a quei regimi che ci perseguitano e che causano la nostra fuga. Le persone come me non scappano per una vita migliore ma perché cercano un posto sicuro dove vivere e continuare il loro attivismo. Noi abbiamo una lotta da continuare e non intendiamo rinunciarci”.

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