Le emissioni di carbonio della tecnologia digitale che usi equivale a 3.500 Km percorsi in auto

Uno studio di GreenIT – scrive Le Monde – stima che il 3,4% delle emissioni di gas serra sia generato dalla tecnologia digitale. L’associazione mette in guardia anche dall’esaurimento dei metalli necessari per la produzione di dispositivi elettronici, Nel 2023, su scala globale, il settore digitale genererà il 3,4% delle emissioni di gas serra, secondo […] L'articolo Le emissioni di carbonio della tecnologia digitale che usi equivale a 3.500 Km percorsi in auto proviene da Economy Magazine.

Feb 5, 2025 - 12:29
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Le emissioni di carbonio della tecnologia digitale che usi equivale a 3.500 Km percorsi in auto

Uno studio di GreenIT – scrive Le Monde – stima che il 3,4% delle emissioni di gas serra sia generato dalla tecnologia digitale. L’associazione mette in guardia anche dall’esaurimento dei metalli necessari per la produzione di dispositivi elettronici,

Nel 2023, su scala globale, il settore digitale genererà il 3,4% delle emissioni di gas serra, secondo uno studio pubblicato martedì 4 febbraio dagli esperti francesi di GreenIT. Secondo i calcoli dell’associazione, l’impatto delle emissioni di carbonio della tecnologia digitale equivale a circa 3.500 chilometri percorsi in auto da ciascun utente. O il 40% del budget annuale di carbonio che ognuno di noi dovrebbe rispettare per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di +1,5°C, come stabilito dall’accordo sul clima di Parigi. Purtroppo lo studio non ci permette di confrontare il livello di queste emissioni con quelle del 2019, data della sua precedente edizione, perché la metodologia è cambiata.

Nel dettaglio, le emissioni di gas serra sono suddivise in due blocchi. Le reti di telecomunicazione e i centri dati, di cui si tiene conto per la produzione e l’utilizzo, rappresentano una piccola metà in egual misura. Da notare che, entro il 2023, il 4% degli impatti digitali sarà legato ai server che gestiscono l’intelligenza artificiale.

L’altra grande fonte di emissioni è rappresentata dai dispositivi elettronici utilizzati dagli utenti finali, sia privati che professionisti. La loro produzione genera circa il 15% delle emissioni complessive, ma è il loro utilizzo a pesare: quasi il 40% dell’impatto totale della tecnologia digitale. Questa cifra deve essere trattata con cautela dai francesi, poiché non riflette in alcun modo l’impronta di carbonio del Paese. Infatti, l’uso dei terminali è legato al loro consumo di elettricità. Tuttavia, in Francia “la produzione di elettricità genera circa otto volte meno gas serra rispetto alla media mondiale”, spiega a Le Monde Lorraine de Montenay, co-responsabile degli studi GreenIT.

Una priorità: prolungare la durata di vita dei dispositivi
In Francia, la principale causa di emissioni non è l’uso degli apparecchi, ma la loro fabbricazione: questa rappresenta circa il 65% dell’impatto digitale totale, secondo uno studio dell’Agence de l’environnement et de la maîtrise de l’énergie, datato 2022.

Per gli utenti francesi, la priorità è quindi quella di prolungare il più possibile la vita dei dispositivi elettronici, riparandoli ove possibile, ma anche di acquistarne di meno, evitando gadget inutili e dispositivi poco durevoli […]

La stessa raccomandazione che vale per gli abitanti di altri Paesi – attenzione al consumo di elettricità – vale anche per i francesi, visto che l’uso dei terminali rappresenta il 13% dell’impatto digitale nazionale. La soluzione ideale è favorire l’uso di dispositivi a basso consumo energetico, come i tablet e ancor più gli smartphone, che consumano poca elettricità e richiedono un po’ meno ai data center, a patto di collegarsi il più spesso possibile al Wi-Fi, dato che le reti telefoniche emettono circa il doppio di carbonio per gigabyte consumato. È inoltre consigliabile limitare il consumo di video, che ha un impatto particolarmente elevato.

Verso l’esaurimento dei metalli
Nel suo studio, GreenIT richiama anche l’attenzione su un impatto ambientale che ritiene troppo spesso ignorato: il consumo smodato di metalli e minerali. L’associazione lo colloca addirittura in cima alla lista degli effetti nocivi degli usi digitali, appena prima dei gas serra, in base alle valutazioni del laboratorio di ricerca scientifica dell’Unione Europea, il Joint Research Centre.

[…]

Il loro sfruttamento utilizza molte sostanze tossiche, che poi passano nelle acque”, aggiunge Frédéric Bordage, fondatore di GreenIT. Inoltre, il loro esaurimento potrebbe impedirci di produrre i dispositivi elettronici che sono diventati indispensabili per la nostra civiltà. Tanto più che, secondo Lorraine de Montenay, ” è illusorio pensare di poter sostituire facilmente i metalli specifici e le terre rare di cui i nostri dispositivi hanno bisogno con materiali sostitutivi. I giapponesi ci stanno provando da anni senza molto successo. È una scommessa senza garanzie”.

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