Caltagirone cambia lo statuto Seconda generazione in vista
Il primo atto formale, seppur sia solo una modifica statutaria, propedeutico al futuro passaggio di testimone ai propri figli. È quello che ha compiuto, esattamente due mesi fa, Francesco Gaetano Caltagirone, intervenendo sull’assetto azionario e sulla governance della sua principale holding, la Fgc. Trattasi infatti della cassaforte a cui fanno capo tutti i principali business […] L'articolo Caltagirone cambia lo statuto Seconda generazione in vista proviene da Iusletter.
Il primo atto formale, seppur sia solo una modifica statutaria, propedeutico al futuro passaggio di testimone ai propri figli. È quello che ha compiuto, esattamente due mesi fa, Francesco Gaetano Caltagirone, intervenendo sull’assetto azionario e sulla governance della sua principale holding, la Fgc. Trattasi infatti della cassaforte a cui fanno capo tutti i principali business del suo impero (immobiliare, editoria, costruzioni e cemento) e quasi tutti le partecipazioni rilevanti, a partire da Generali, Mediobanca, Banco Bpm, Mps e Anima. Fgc ha chiuso il 2023 con un patrimonio netto attorno a 5 miliardi, ma è un numero che, per quanto rilevante, non rende l’idea della centralità della holding. Attorno ad essa, come detto, ruotano non soltanto la quotata Caltagirone spa, a sua volta a capo di tutte le attività industriali della famiglia (Vianini, Caltagirone Editore, Cementir), ma anche buona parte dei veicoli come Fincal o VM 2006, con cui Caltagirone è presente nel settore bancario e assicurativo.
Sia chiaro: le modifiche apportate allo statuto della Fgc non hanno determinato alcun passaggio di poteri né di quote tra l’imprenditore romano e i tre figli, Alessandro, Azzurra e Francesco. Tuttavia, quello che a un osservatore meno attento potrebbe apparire come un mero intervento tecnico su alcuni meccanismi della holding, rappresenterebbe in realtà – secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore – il modello su cui Francesco Gaetano Caltagirone disegnerà il percorso per la propria successione.
Per capire come bisogna prima capire che cosa è cambiato esattamente in Fgc. A inizio dicembre, l’assemblea straordinaria presieduta da Azzurra Caltagirone ha innanzitutto deliberato di istituire nel capitale, interamente controllato dal padre, due categorie di azioni: accanto alle ordinarie (denominate A), sono state introdotte le B, fornite “di diritti diversi”. Successivamente Francesco Gaetano Caltagirone ha convertito due soli titoli A, su oltre 62 milioni, in titoli B. In questo caso tuttavia i numeri hanno un valore relativo, perché le azioni B, in base al nuovo statuto, godranno di prerogative cruciali, che le collocano al cuore della governance della cassaforte. Per tre motivi. Innanzitutto il regime di circolazione, in base al quale «sono liberamente trasferibili per atto tra vivi o mortis causa solo in favore dei discendenti diretti del primo intestatario delle azioni B». In secondo luogo, i titoli B hanno di fatto diritto di veto su tutte le modifiche statutarie, ovvero operazioni chiave come «trasformazione, fusione o scissione». Infine, spetterà sempre alle azioni B, a prescindere da quali e quante liste verranno presentate per il rinnovo del cda, indicare all’interno di queste il presidente.
Oggi, come detto, le azioni B sono in mano a Caltagirone, ma un domani – quando lo riterrà opportuno – l’Ingegnere potrebbe trasferirle, in un’ottica di passaggio di testimone, in famiglia. E lo stesso schema, azionario e di governance, è destinato ad essere replicato anche in altre sue holding: in questo modo, in futuro, potrebbe così decidere a chi affidare le redini dei singoli business del suo impero.
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