La BRI mette in guardia sui rischi per le economie a causa di Trump
La Banca dei regolamenti internazionali, il principale organismo ombrello delle banche centrali al mondo, ha lanciato il suo primo allarme pubblico sui rischi posti dalla guerra commerciale e dai piani di deregolamentazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il direttore della BRI, Agustin Carstens, ha affermato che gli sviluppi commerciali rappresentano attualmente una preoccupazione importante, mentre la politica fiscale, la regolamentazione, la politica sull’immigrazione e il più ampio contesto geopolitico presentano tutti importanti punti interrogativi. «Una tale diffusa incertezza politica avrà ripercussioni sulle banche centrali in diversi modi – ha spiegato. – È probabile che anche i mercati finanziari diventino più volatili, date le notevoli oscillazioni del mercato valutario e patrimoniale registrate nelle ultime settimane, mentre gli investitori hanno faticato a valutare le minacce tariffarie verso Canada, Messico e Cina». Esiste anche il rischio di un’amplificazione della divergenza tra i tassi di interesse statunitensi e quelli delle altre principali economie. «La crescita economica negli Stati Uniti è stata molto più forte che in gran parte del resto del mondo ultimamente – ha spiegato. – Se ciò dovesse continuare, potremmo vedere una maggiore variabilità nelle impostazioni delle politiche (delle banche centrali), con effetti di ricaduta sui flussi di capitale, sui tassi di cambio e sulle condizioni finanziarie globali». L'articolo La BRI mette in guardia sui rischi per le economie a causa di Trump proviene da Business24tv.it. La BRI mette in guardia sui rischi per le economie a causa di Trump
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La Banca dei regolamenti internazionali, il principale organismo ombrello delle banche centrali al mondo, ha lanciato il suo primo allarme pubblico sui rischi posti dalla guerra commerciale e dai piani di deregolamentazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Il direttore della BRI, Agustin Carstens, ha affermato che gli sviluppi commerciali rappresentano attualmente una preoccupazione importante, mentre la politica fiscale, la regolamentazione, la politica sull’immigrazione e il più ampio contesto geopolitico presentano tutti importanti punti interrogativi.
«Una tale diffusa incertezza politica avrà ripercussioni sulle banche centrali in diversi modi – ha spiegato. – È probabile che anche i mercati finanziari diventino più volatili, date le notevoli oscillazioni del mercato valutario e patrimoniale registrate nelle ultime settimane, mentre gli investitori hanno faticato a valutare le minacce tariffarie verso Canada, Messico e Cina».
Esiste anche il rischio di un’amplificazione della divergenza tra i tassi di interesse statunitensi e quelli delle altre principali economie. «La crescita economica negli Stati Uniti è stata molto più forte che in gran parte del resto del mondo ultimamente – ha spiegato. – Se ciò dovesse continuare, potremmo vedere una maggiore variabilità nelle impostazioni delle politiche (delle banche centrali), con effetti di ricaduta sui flussi di capitale, sui tassi di cambio e sulle condizioni finanziarie globali».
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