Investimenti alla prova dell“America First” di Trump
Brij Khurana, Fixed Income Portfolio Manager di Wellington Management, ha analizzato in dettaglio la politica estera di Donald Trump, evidenziando tre pilastri fondamentali che caratterizzano l’approccio “America First”: il ritorno all’egemonia regionale, il dominio economico globale e l’uso strategico dei dazi. Ecco cosa è emerso. Egemonia regionale Uno degli obiettivi chiave dell’amministrazione Trump è rafforzare... Leggi tutto
Brij Khurana, Fixed Income Portfolio Manager di Wellington Management, ha analizzato in dettaglio la politica estera di Donald Trump, evidenziando tre pilastri fondamentali che caratterizzano l’approccio “America First”: il ritorno all’egemonia regionale, il dominio economico globale e l’uso strategico dei dazi. Ecco cosa è emerso.
Egemonia regionale
Uno degli obiettivi chiave dell’amministrazione Trump è rafforzare l’egemonia regionale degli Stati Uniti. Fin dall’inizio della sua presidenza, Trump ha sottolineato l’importanza strategica della Groenlandia e del Canale di Panama. Ha adottato un approccio interventista nelle Americhe, evidenziando la necessità di affrontare questioni come i cartelli della droga in Messico, il controllo dell’immigrazione al confine meridionale e la produzione energetica canadese.
Un elemento distintivo è stato il suo distanziamento dagli obblighi tradizionali dell’Articolo V della NATO, con la richiesta esplicita che i Paesi europei aumentino la loro spesa per la difesa. Questo approccio è giustificato dalla visione di Trump di una protezione geografica naturale per gli Stati Uniti e dalla convinzione che gli alleati europei debbano assumersi maggiori responsabilità nella difesa contro la Russia. La retorica “America First” mira quindi a spingere gli altri paesi a ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti.
Dominio economico globale
Sebbene focalizzato sull’egemonia regionale, Trump non trascura il ruolo globale degli Stati Uniti in ambito economico. Il suo interesse si concentra su tre settori chiave: l’intelligenza artificiale (IA), la produzione energetica e il mantenimento del dollaro come valuta di riserva globale.
Gli Stati Uniti vantano un vantaggio competitivo nell’IA, con investimenti significativi da parte delle principali aziende americane. Trump considera questa tecnologia una risorsa strategica e potrebbe adottare misure per proteggere la leadership americana in questo settore. Allo stesso modo, le esportazioni energetiche, considerate fondamentali da Trump e dal Segretario al Tesoro Scott Bessent, rappresentano un pilastro per garantire il dominio economico. Infine, il presidente ha sottolineato l’importanza di preservare il ruolo del dollaro, minacciando dazi contro i Paesi BRICS che tentassero di effettuare scambi al di fuori della valuta americana.
Dazi e politica commerciale
Un elemento distintivo della nuova strategia di Trump è l’uso dei dazi non solo come strumento economico, ma anche geopolitico. Questo rappresenta un cambiamento rispetto al suo primo mandato, durante il quale i dazi erano principalmente finalizzati a ridurre il deficit commerciale e migliorare accordi ritenuti sfavorevoli, come il NAFTA. Oggi, Trump vede i dazi come una leva per influenzare le relazioni geopolitiche, come dimostrato dalla richiesta che l’Europa acquisti più gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti.
Le reazioni globali e le implicazioni per i mercati
La visione di Khurana sottolinea che le reazioni degli alleati e degli avversari degli Stati Uniti potrebbero essere significativamente diverse rispetto al primo mandato di Trump. Per l’Europa, paradossalmente, queste politiche potrebbero portare benefici economici. Una risoluzione della guerra Russia-Ucraina, ad esempio, potrebbe ridurre i prezzi energetici, aumentando la competitività industriale e favorendo la spesa dei risparmi accumulati dai consumatori europei. Tuttavia, la richiesta di aumentare la spesa per la difesa e di acquistare più GNL statunitense riflette una crescente indipendenza europea dalla protezione americana.
In contrasto, le relazioni con la Cina appaiono destinate a deteriorarsi ulteriormente. La Cina, già impegnata a diversificare i propri investimenti lontano dai mercati statunitensi, potrebbe aumentare la spesa nei settori strategici come la difesa e l’intelligenza artificiale. Questo potrebbe intensificare le tensioni economiche e geopolitiche tra i due paesi, con implicazioni significative per il commercio globale.
Sul fronte dei mercati, le restrizioni sulle esportazioni di chip AI potrebbero penalizzare le aziende tecnologiche americane, mentre un aumento della spesa per la difesa in Cina potrebbe alimentare la domanda di materie prime. Khurana osserva che i mercati delle materie prime hanno già superato le performance di azioni e obbligazioni statunitensi, riflettendo il crescente rischio geopolitico.
In sintesi
L’approccio “America First” di Trump rappresenta una rottura significativa con la tradizionale politica estera statunitense. La priorità data all’egemonia regionale, al dominio economico e all’uso strategico dei dazi crea uno scenario nuovo e complesso per gli investitori. Come sottolineato da Khurana, comprendere le implicazioni di queste politiche è essenziale per affrontare un panorama economico e geopolitico in rapida evoluzione.