Il ritorno dei Modà, tra San Remo, San Siro e il nuovo album ‘8 Canzoni’
Il gruppo guidato da Kekko Silvestre si racconta nella nuova puntata di Soundcheck
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Se non fosse stato per il passo indietro di Emis Killa, un concorrente su tre di questa 75ª edizione del Festival di Sanremo avrebbe parlato lombardo. E lombardi sono pure gli alfieri della mai troppo affollata quota “gruppi” del cast, quei Modà che chiedono all’Ariston un cenno di ripartenza.
“Il concerto al ‘Meazza’ del 12 giugno incombe e così ci siamo detti: dobbiamo fare qualcosa” raccontano Francesco “Kekko” Silvestre & Co. nello studio di Soundcheck, il format musicale disponibile pure sul sito web e sui social del nostro giornale, parlando del link tra San Remo e San Siro. Quanti pensavano che il ritorno tra i sacri spalti della Scala del calcio sulla scia di un nuovo album dal titolo tautologico come “8 Canzoni”, in uscita il 14 febbraio, rappresentasse per i Modà di oggi un azzardo, hanno dovuto ricredersi davanti al sold-out ormai lì a due passi prima ancora d’aver cantato una sillaba della loro “Non ti dimentico” sul palco dell’Ariston.
“Non ti dimentico” vi porta all’Ariston per la quinta volta. L’avete scelta voi o s’è scelta da sola?
“È stato un colpo di fulmine. Ci siamo scelti assieme. Mentre la scrivevo, infatti, ho pensato subito al Festival perché, dopo ‘Lasciami’, che parlava di depressione o la riflessione sulla vita di ‘Se si potesse non morire’, volevo portare su quel palco una canzone d’amore”.
Ma com’è nata?
“In modo molto casuale. Nell’album ‘8 Canzoni’ ci sarà un brano dal sapore country intitolato ‘Cash’ dedicato ad un carissimo amico che non c’è più, Vito Cascella (collaboratore a cui nel 2018 Silvestre aveva già dedicato il romanzo ‘Cash. Storia di un campione’ - ndr). Inizialmente, però la canzone era un’altra, interrotta quando mi sono reso conto che non parlava tanto di lui quanto del mio dolore. Così l’ho messa da parte e ho ricominciato tutto da capo su un’altra musica. Quando, però, ho ripreso in mano quella prima versione per trasformarla in ‘Non ti dimentico’ ho voluto tenere le prime tre righe del vecchio testo perché il ricordo, pure in amore, non va cancellato. Col tempo, infatti, ti renderai conto magari che doveva andare così e la tenerezza di quella nostalgia potrà arrivare a fari perfino sorridere”.
Dopo un secondo e un terzo posto, due anni fa siete arrivati undicesimi. Cos’è successo?
“Andammo al Festival già con la consapevolezza non poter fare una gara di testa, perché la canzone non lo consentiva. ‘Lasciami’, infatti, non era il brano che avremmo voluto per sentirci ‘i Modà’ pure a Sanremo, ma ad Amadeus piaceva e alla fine accettammo. Ci spiegò che, a prescindere dalla classifica, parlare di un argomento importante come la depressione su quel palco avrebbe potuto infondere coraggio a tante persone in difficoltà. Nessun rimpianto, comunque, perché, dai riscontri avuti poi, sotto l’aspetto sociale l’operazione è servita”.
Nella serata riservata alle collaborazioni canterete “Angelo” con Francesco Renga
“Già, nel ventennale della nostra prima partecipazione e della sua vittoria con quel pezzo. Con Francesco siamo amici e così, tenuto conto della doppia ricorrenza, prima del Festival ci siamo detti, sarebbe bello festeggiarci assieme. Così, quando abbiamo scoperto di essere in gara, l’abbiamo chiamato dicendo: oh, adesso devi venire”.
Visto che il regolamento lo consente, fra i colleghi in gara con chi vi sarebbe piaciuto michiare le carte venerdì prossimo?
“Massimo Ranieri. Ad essere sinceri, glielo abbiamo pure chiesto. Ma avendo detto no ad alcuni colleghi, da signore qual è, ci ha fatto notare che accettare il nostro invito gli avrebbe fatto fare una brutta figura con gli altri. Così l’ipotesi è caduta, anche se il proposito di fare qualcosa prima o poi assieme rimane in piedi. Mi piacciono diversi altri artisti in gara quest’anno, a cominciare da Olly, Gabbani, o Brunori Sas che è un cantautore molto raffinato. Però, dovendo sceglierne uno, assolutamente Ranieri”.