Il modello “orizzontale” di Idee per Viaggiare
“Se ci fossimo incontrati dieci anni fa e mi avesse chiesto ‘lavora in un t.o?’ avrei risposto dicendo, non lavoro in un t.o, ma in una società che fa servizi turistici di alto livello”. E’ così che Danilo Curzi, chief executive officer di Idee per Viaggiare, definisce l’operatore, che nel 2025 celebra i suoi trenta ... L'articolo Il modello “orizzontale” di Idee per Viaggiare proviene da GuidaViaggi.
“Se ci fossimo incontrati dieci anni fa e mi avesse chiesto ‘lavora in un t.o?’ avrei risposto dicendo, non lavoro in un t.o, ma in una società che fa servizi turistici di alto livello”. E’ così che Danilo Curzi, chief executive officer di Idee per Viaggiare, definisce l’operatore, che nel 2025 celebra i suoi trenta anni.
Diventare un t.o.
“Chi se lo sarebbe mai immaginato. Una bella storia che in realtà nasce 39 anni fa. Per nove anni, infatti, abbiamo lavorato all’agenzia di viaggi dell’operatore”, oggi portata avanti da una dei tre soci di IpV. L’entusiasmo e il sogno sono stati gli ingredienti di fondo che poi hanno spinto a “saltare la staccionata” e a “essere un tour operator” in un momento in cui “la filiera era fluida, con al massimo quattro passaggi, per andare dal prodotto al cliente finale” e in mezzo c’erano l’operatore e l’agenzia di viaggi. Una filiera che il manager definisce “diretta, veloce, impegnativa e molto chiara rispetto a oggi. Il che non vuol dire che ora sia peggiore, ma che il mondo corre e cambia e la bravura sta, prima ancora nell’essere vincenti su un certo tipo di prodotto, nel saper osservare cosa accade attorno a te”.
L’intuizione vincente
Idee per Viaggiare ha avuto l’intuizione di puntare su un prodotto “non attenzionato come meritava nel mondo delle agenzie, un prodotto di alto profilo. E’ stata un’intuizione che ci ha posizionati – riconosce il manager -. Il comune denominatore è stata la curiosità. Provare a spingersi in modo abbastanza calcolato, mai imprudenti, facendo ciò che ci si può permettere, sapendo rischiare. Nel nostro settore ci sono state realtà che erano dei mostri sacri che però hanno chiuso – osserva – perché non c’è stata una concentrazione a comprendere il momento. La curiosità ci ha aiutati molto”. E’ stata una chiave di lettura che ha alimentato il processo di evoluzione in atto.
Il concetto di tecnologia
In questo percorso il concetto di tecnologia è entrato in IpV “quasi in punta di piedi – dice Curzi -, per diventare un fattore importante che ci ha portato a fare un investimento in termini economici che è il più grande della nostra storia”.
Gli altri ingredienti sono “volontà, bravura, perchè la falsa modestia non va bene, spirito di gruppo, un altro aspetto importante. Ci siamo posizionati a un certo livello, ma abbiamo sempre bisogno di un supporto tecnologico, di una antenna dritta. La curiosità ci ha portato a comprendere cosa è necessario per l’azienda in quel determinato momento, ma anche a essere attenti e pronti a cambiarlo tra due anni, perché tutto è molto veloce – spiega il manager -. Ci ha resi pronti a comprendere che può essere già obsoleto e il tutto è stato vissuto con una esagerata serenità”.
Il confronto con ciò che offre il momento contingente è quindi inevitabile, così come lo è parlare di intelligenza artificiale. A tal proposito il manager fa riferimento al fatto che ha avuto modo di vedere “realmente cosa significhi applicare l’Ai nel nostro mondo”, detto ciò la definisce “un facilitatore, in alcuni frangenti è un turbo, in altri è un organizzatore, in altri ancora un programmatore. E’ un altro salto epocale nel mondo, che viviamo tutti i giorni come analisi e proposta di soluzioni, ma non penso che potrà essere un sostituto alle persone”.
IpV la sta già applicando. Un ambito è quello della comunicazione interna all’azienda, “per una realtà come la nostra con 170 persone, avere una comunicazione allineata su qualsiasi argomento è importante e l’Ai agganciata allo strumento del Crm aiuta a non perdere tempo”, esemplifica il manager.
La filosofia orizzontale
Condivisione e ricambio generazionale. Sono altri due punti in cui Curzi crede molto. IpV è una azienda con quasi quaranta anni, ma con persone profilate, giovani, dai 25 ai 35 anni. Porta avanti “una filosofia aziendale che non è verticale, ma orizzontale“. Il modello quindi non è quello piramidale, incentrato sui vertici aziendali, ma tiene conto dei diversi ruoli presenti. E tra le figure che stanno accompagnando l’azienda in questo percorso ci sono anche i giovani. Curzi ne è fiero, anche perché tra loro c’è Andrea Nike Curzi (suo figlio), laureato in storia, con una inclinazione per la didattica, si è incuriosito di questo mondo e, all’interno dell’azienda, ora ricopre la carica di innovation manager, “ci sta portando a comprendere ciò che è necessario, ci aiuterà a lavorare senza aver paura di un concetto open mind”.
Il consolidatore
Il processo di sviluppo che il t.o. ha portato avanti è frutto di una lettura dei tempi. Ha sviluppato nuove linee di prodotto, “sfruttando le risorse economiche e professionali” ha creato, per esempio, uno strumento come quello del consolidatore. “Fu un’azione semplice – afferma Curzi -, perché avevamo l’esperienza con i vettori in un momento in cui molte agenzie di viaggi riconsegnavano la piastrina (Iata) in quanto non valeva più la pena averla per la gestione dei costi, per le percentuali basse riconosciute. Ci siamo chiesti cosa fare e da qui c’è stato lo sviluppo di uno strumento tecnologico, Priority Boarding Card, semplificato, intuitivo, che oggi ha un volume d’affari generato molto importante”.
La business unit biglietteria aerea di IpV ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni. La piattaforma online, di proprietà del t.o, è stata sviluppata in collaborazione con Travelport. Al suo interno la parte automatizzata ha superato la parte del call center. “E’ un vaso comunicante – osserva Curzi -, in quanto fidelizza il cliente, chi ci conosce per il consolidatore poi scopre anche il t.o. e viceversa”. Il consolidatore produce poco meno di 50 milioni di euro. Lo utilizzano circa 600 agenzie di viaggi in modo costante.
La politica agenziale
Parlando di agenzie, la filosofia del t.o. in merito è quella di non essere “stra open”, come dice Curzi. Nel senso che il t.o. non ha una struttura per poterlo essere, da qui la scelta di ridurre la mailing. “L’intuizione che abbiamo avuto in passato che ci fece entrare nella nicchia di mercato del lusso, l’abbiamo portata anche qui”. Sebbene il t.o. abbia 17 key account su tutto il territorio, “il che vuol dire tanti soldi investiti e una credibilità nei confronti del mercato, lavoriamo con non oltre 2500 agenzie. Una scelta dettata dal fatto che vogliamo dedicare il tempo, avere un rapporto positivo con diverse sfaccettatture, abbiamo un booking molto profilato, oltre al consolidatore abbiamo anche Archimede, uno strumento di auto-preventivazione che permette alle adv di crearsi un prodotto ad hoc in varie forme”.
Alla domanda se manchi qualche tassello a completare l’offerta, la risposta di Curzi è che si augura che “i tasselli non terminino mai. Per il 2025 abbiamo messo a budget una cifra molto importante per noi per lo sviluppo tecnologico, andiamo ad implementare e a migliorare i vari strumenti che abbiamo e con l’Ai faremo una comunicazione personalizzata per ogni agenzia, mi auguro quindi che i tasselli saranno continui”.
Questo è il modello di tour operating portato avanti da Idee per Viaggiare, ma nel momento in cui chiediamo cosa voglia dire fare il t.o. oggi, il manager osserva che dipende “dalle idee e dai capitali che si hanno per affrontare questo settore”. A suo dire si deve avere un’idea abbastanza chiara declinata in tre punti: “Avere una specializzazione importante, comprendere che il cliente deve capire che tu puoi fare la differenza, il tutto supportato da investimenti tecnologici. Il panorama oggi offre realtà che vanno bene e che hanno messo il prodotto al centro e altre realtà che hanno sviluppato tanto la tecnologia e i canali social”.
Agenzie e multicanalità
E le agenzie di viaggi che tipo di scenario avranno davanti a sé? “La multicanalità sarà sempre più presente – afferma il manager -, anche nel nostro settore, ma il mondo del turismo organizzato intermediato vivrà. Rimarrà chi riuscirà a dare qualità. Adesso c’è un ritorno alle agenzie, la pandemia ha portato le persone a voler viaggiare di più e a essere tranquilli e in molti hanno dovuto assumere nuove risorse”.
Come sarà nell’immediato futuro? Il manager sostiene che con l’intelligenza artificiale ci saranno dei cambiamenti, basti dire che Booking.com americano ha applicato l’Ai sulla pacchettizzazione, “diventa un’altra opportunità per quella tipologia di turismo organizzato, per noi del mondo classico che vuole essere moderno, è fondamentale specializzarsi, poi le Adidas le posso comprare al Decatlon, nel negozio sotto casa o posso comprare quelle da ‘5mila euro’, dipende da come ti sei specializzato”, ribadisce il manager.
Stefania Vicini
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