Gli scienziati hanno scoperto in Antartide un fossile di uccello che potrebbe cambiare la storia dell’evoluzione
Straordinariamente intatto e in grado di cambiare la storia dell’evoluzione: parliamo di un fossile di cranio aviario appena scoperto in Antartide da un gruppo di ricerca guidato dalla Pacific University (Usa). Il ritrovamento promette di far luce sul “percorso” dai dinosauri agli uccelli moderni. Il cranio appartiene alla specie Vegavis iaai, uccelli estinti vissuti durante...
Straordinariamente intatto e in grado di cambiare la storia dell’evoluzione: parliamo di un fossile di cranio aviario appena scoperto in Antartide da un gruppo di ricerca guidato dalla Pacific University (Usa). Il ritrovamento promette di far luce sul “percorso” dai dinosauri agli uccelli moderni.
Il cranio appartiene alla specie Vegavis iaai, uccelli estinti vissuti durante il tardo Cretaceo (periodo geologico durato 79 milioni di anni), appena prima che i dinosauri non aviani si estinguessero, ed è uno dei pochissimi crani di uccelli in 3D noti alla scienza del periodo preistorico in cui hanno abitato il nostro Pianeta.
Ci sono infatti diversi fossili di questo uccello, tra cui il più antico organo vocale, ma questo nuovo cranio, non sta solo aiutando gli scienziati a saperne di più su questa particolare specie di uccello estinta, ma anche sulle origini e l’evoluzione degli uccelli ancora vivi oggi, soprattutto perché il fossile, per sua natura, può portare a ricostruire la forma del cervello in esso contenuto.
L’esemplare, inoltre, è il primo esempio di un parente diretto di uccelli moderni del tardo Cretaceo e costituisce la prova che i parenti uccelli viventi e i loro cugini dinosauri non aviari coesistevano. E secondo gli scienziati è strettamente imparentato con le anatre e le oche moderne, categorizzabile in un gruppo evolutivo chiamato Anseriformes, ordine che le include entrambe.
E non solo, perché altri esperti hanno suggerito che Vegavis è anche lontanamente imparentato con la maggior parte delle linee di uccelli odierne.
D’altronde, come evidenziano gli autori della ricerca, le anatre e le oche di oggi sono solo una piccola selezione degli uccelli anseriformi vissuti a quel tempo. Ci sono infatti esempi di uccelli simili a papere nei reperti fossili che avevano stili di vita simili agli aironi e ai fenicotteri di oggi.
Lo studio evidenzia il valore di una ricerca approfondita di una singola specie: gli scienziati hanno infatti trascorso decenni ad analizzare i fossili di Vegavis in Antartide, ma ciò che hanno scoperto sta avendo effetti a catena sull’intero albero evolutivo
Questo nuovo fossile rivela che l’Antartide ha molto da dirci sulle prime fasi dell’evoluzione degli uccelli moderni
sottolinea Patrick O’Connor, che ha guidato lo studio
E questo è solo l’inizio: fossili di animali e piante di quel periodo in Antartide sono estremamente rari, il che solleva molte altre domande sulla natura degli ambienti in cui uccelli e altre forme di vita hanno avuto origine e si sono diversificate.
Qualcosa di molto diverso sembra essere accaduto nelle zone più remote dell’emisfero australe, in particolare in Antartide – sostiene O’Connor – Ciò richiede uno sguardo molto più approfondito alla documentazione fossile e ai cambiamenti ambientali di questa regione nel tempo
Il lavoro, finanziato dalla National Science Foundation, è stato pubblicato su Nature.
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Fonti: EurekAlert / Nature
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