Frontex e diritto d’asilo, accuse di complicità nei respingimenti dei migranti: per la prima volta Corte Ue valuta prove sul caso Hamoudi
Il rifugiato siriano denunciò di essere stato riportato al largo delle coste turche, dopo essere sbarcato in Grecia: ora i magistrati europei entreranno nel merito. Non era mai accaduto L'articolo Frontex e diritto d’asilo, accuse di complicità nei respingimenti dei migranti: per la prima volta Corte Ue valuta prove sul caso Hamoudi proviene da Il Fatto Quotidiano.
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In Lussemburgo, presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è tenuta un’udienza senza precedenti da parte della Grande Camera in un caso contro l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). Il presidente della Corte, K. Lenaerts, e 15 giudici hanno esaminato il ricorso di Alaa Hamoudi, un rifugiato siriano che ha fatto causa a Frontex per 500.000 euro dopo essere stato vittima nel 2020 di un’operazione di respingimento, durata 17 ore, da parte di Frontex e della Guardia Costiera ellenica.
Per la prima volta nella sua storia la Corte di Giustizia della Ue dovrà decidere quale sia lo standard e la tipologia di prove che le vittime di respingimenti eseguiti congiuntamente da Frontex e da uno Stato membro dell’Unione devono presentare per dimostrare la veridicità delle proprie accuse.
Il caso – La mattina del 28 aprile 2020, Hamoudi era sbarcato sull’isola greca di Samos insieme ad altri 21 richiedenti asilo. Il gruppo di migranti aveva subito chiesto alla gente del posto di chiamare la polizia, volendo fare richiesta di asilo. Ma Alaa e i suoi compagni anzichè veder comparire gli agenti di polizia sono stati accerchiati da uomini mascherati e vestiti di nero che li hanno spinti su una zattera senza motore rimorchiata per ore verso le acque turche e lasciata alla deriva per tutta la notte. La zattera stava affondando quando all’alba del 29 aprile 2020 è stata rintracciata, con ancora tutti coloro che erano stati costretti a salirci, dalla Guardia Costiera turca.
Poco dopo questa espulsione collettiva dalla Grecia verso la Turchia, Alaa è stata una delle due vittime intervistate dal sito giornalistico investigativo Bellingcat, assieme a Lighthousereports. La ricostruzione dell’“atterraggio fantasma” e del respingimento si è basata anche sul racconto circa la dinamica degli eventi fatto da Hamoudi. Pochi mesi dopo, Der Spiegel ha trovato prove che un aereo di sorveglianza di Frontex era presente durante l’operazione di respingimento che si è protratta a lungo nel Mar Egeo.
Le ricostruzioni giornalistiche – L’inchiesta di Bellingcat sul respingimento è stata successivamente utilizzata nel rapporto dell’Ufficio Anti-Frode dell’Unione Europea (Olaf), che indagava sulla complicità di Frontex nel commettere e coprire la pratica sistematica di respingimenti dalla Grecia alla Turchia. Il rapporto Olaf ha inoltre rivelato che Frontex ha intenzionalmente spostato i suoi aerei di sorveglianza per evitare di essere testimone dei respingimenti e che non ha denunciato gli incidenti che l’Agenzia ha effettivamente osservato nel corso del tempo.
In udienza, le versioni di Frontez e Hamoudi – Durante l’udienza, il giudice relatore francese B. Smulders ha posto al centro queste questioni, chiedendo agli avvocati di Frontex come l’Agenzia potesse ragionevolmente affermare che il respingimento di Hamoudi non fosse avvenuto se Olaf e ben due unità della stessa Frontex – RAU e VAU – avevano confermato la credibilità delle stesse accuse mosse da Bellingcat.
L’avvocato di Frontex, Avv. Wägenbaur, ha risposto che “l’idea non è di contestare che sia accaduto, in termini fattuali, siamo d’accordo in linea generale riguardo agli eventi descritti nella testimonianza del ricorrente, l’OLAF lo ha stabilito sulla base di ciò che due membri dello staff, credo, hanno detto”, tentando di sminuire apertamente l’autorevolezza e la credibilità di Olaf.
L’Avvocato Iftach Cohen, responsabile del contenzioso per l’Ong front-Lex, che rappresenta Hamoudi assieme all’Avv. Francesco Gatta, afferma che “questa è la prima volta che Frontex decide di dire qualcosa su ciò che Olaf ha effettivamente scoperto, ma ancora senza fornire alla Corte le prove desecretate dall’Olaf report che riguardano il respingimento del nostro assistito. Dire semplicemente ‘Olaf ha basato il suo rapporto solo su due membri dello staff’ è esattamente ciò che non deve accadere proprio nei casi di espulsione, dove Frontex deve fornire prove, non dichiarazioni infondate. Le prove secretate che Frontex non ha fornito alla Corte potrebbero anche dimostrare la veridicità del racconto che Hamoudi ha fornito solo alla Corte, che non era mai stato pubblicato da Bellingcat, e che molto probabilmente è stato corroborato dalle due unità di Frontex.”
La deuncia del richiedente asilo – Alaa Hamoudi da Lussemburgo ha dichiarato al Fatto Quotidiano: “Sono stato spinto e trascinato in mare per molte ore prima di essere abbandonato alla deriva. Tutto ciò che i greci mi hanno fatto è stato finanziato e supportato da Frontex. L’aereo di Frontex è volato sopra le nostre teste quella notte. E Frontex rappresenta l’Europa. Ora attendo con fiducia e speranza, non solo per me stesso, la sentenza della Corte. Questo processo non è solo un fatto personale; è anche un passo importante verso il raggiungimento della giustizia, piú in generale”.
La prossima tappa sarà Il 10 aprile quando verrà pubblicato il parere dell’Avvocato Generale della Corte, Rimvydas Norkus. Per la sentenza invece non è ancora stata fissata la data.
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