F1, Ferrari: il trattamento gratuito e francamente inspiegabile
Ferrari a doppio taglio in F1. Quella che in principio poteva sembrare una sensazione frutto di diverse coincidenze, con il passare degli anni sta diventando una certezza. Se entrare a far parte della storica scuderia rappresenta l’apice del percorso professionale di manager e piloti (Hamilton docet, nda), chi esce viene molto spesso dimenticato in men […]
Ferrari a doppio taglio in F1. Quella che in principio poteva sembrare una sensazione frutto di diverse coincidenze, con il passare degli anni sta diventando una certezza. Se entrare a far parte della storica scuderia rappresenta l’apice del percorso professionale di manager e piloti (Hamilton docet, nda), chi esce viene molto spesso dimenticato in men che non si dica. Una sorta di “oblio” riservato anche a chi ha consentito al Cavallino Rampante di tornare a recitare un ruolo da protagonista, risollevandone le sorti. In tal senso, le recenti dichiarazioni di Jean Todt sono illuminanti e non meravigliano affatto.
Il francese racconta di se. Fa presente come si rimasto in contatto con alcuni membri della squadra, solo sino a che ricopriva il ruolo di presidente della Federazione Internazionale. Dopodiché i contratti sono terminati. Per questo si descrivo alquanto perplesso, specie se considera che una grande fetta della sua vita è stata dedicata proprio alla Ferrari. E con risultati eccellenti, aggiungiamo noi. Il francese è stato suggerito da Bernie Ecclestone all’avvocato Luca Cordero di Montezemolo.
Era l’uomo giusto per rifondare un team di F1 precipitato in una mediocrità senza precedenti. Todt approda al timone della GES proprio alla vigilia del Gran Premio di Francia del 1993. L’operato del manager transalpino è stato maniacale, con una dedizione totale alla causa ferrarista. Ha gettato le basi per quello che di fatto è stato il dominio più duraturo della squadra italiana. Medesimo trattamento è stato riservato proprio a Luca Cordero di Montezemolo, figura probabilmente seconda al solo Drake per prestigio e successo conferito alla rossa.
In occasione del suo 70º compleanno, confidò di non aver ricevuto neppure una scatola di cioccolatini per il successo della Ferrari in borsa. Una mancanza di riconoscenza verso un uomo che ha dedicato la quasi totalità della sua carriera alla causa del team di Maranello, dapprima come giovane assistente di Enzo e responsabile della squadra corse, per poi tornare nel 1992 in qualità di presidente. Parliamo di un manager, che nei due periodi di militanza co la rossa, ha concorso alla conquista di 10 titoli costruttori e otto titoli piloti con Niki Lauda, Michael Schumacher e Kimi Räikkönen.
F1, Ferrari: l’oblio del glorioso passato
Montezemolo e Todt rappresentano le figure di spicco di un passato glorioso, che lo storico team modenese considera ingombranti piuttosto che personalità leggendarie a cui ispirarsi. Icone di un’epoca irripetibile che da oltre tre lustri si cerca di replicare invano. È davvero un esercizio complesso individuare ex componenti della Ferrari che restano in ottimi rapporti con la squadra italiana.Negli scorsi anni si è parlato di un possibile ritorno di figure del calibro di Aldo Costa e Ross Brawn, ma alla fine dei conti è rimasta solamente una mera e bella suggestione.
“Non tornare dove un giorno sei stato felice, è una trappola della malinconia: tutto sarà cambiato e niente sarà più come prima, nemmeno tu. Non cercare gli stessi paesaggi, né le stesse persone; il tempo gioca sporco e si sarà occupato di distruggere tutto ciò che un giorno ti ha reso felice. Non tornare nel luogo in cui un giorno sei stato felice, tienilo sempre nella tua memoria, com’era, ma non tornare. La vita va avanti e ci sono nuove strade da percorrere, nuovi posti da visitare e altre persone che ci aspettano.” Il virgolettato si rifà ad un adagio di Fernando García, utile per l’occasione.
Possiamo anche parlare di grandissimi piloti che, pur lasciando il segno nella scuderia italiana di F1, non si sono salutati in maniera cordiale quando le strade si sono separate. Parliamo Alain Prost, Nigel Mansell, Fernando Alonso e Sebastian Vettel, in ordine strettamente cronologico. Ferrari sembra riservare indifferenza verso alcune alcune figure, contrariamente a una delle celebri frasi del Drake: “Non fare mai del bene se non sei preparato all’ingratitudine.“ Probabilmente, tanti (troppi) individui che hanno dedicato la loro esistenza alla rossa non erano preparati all’ingratitudine…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv