Edirpa, come superare la frammentazione europea sulla difesa
La Commissione europea ha recentemente annunciato i progetti vincitori del concorso inaugurale per il cofinanziamento di acquisti congiunti di armi con fondi Ue. L'analisi di Francesco D'Arrigo, direttore dell'Istituto Italiano di Studi Strategici "Niccolò Machiavelli".
La Commissione europea ha recentemente annunciato i progetti vincitori del concorso inaugurale per il cofinanziamento di acquisti congiunti di armi con fondi Ue. L’analisi di Francesco D’Arrigo, direttore dell’Istituto Italiano di Studi Strategici “Niccolò Machiavelli”.
La frammentazione del mercato europeo della difesa non è un problema nuovo. La mancanza di una politica estera, e di conseguenza, di difesa unificata e la predominanza di decisioni nazionali in materia di appalti hanno causato sprechi, inefficienze e ridotta capacità di integrazione dei vari sistemi. Ogni Paese ha spesso sviluppato i propri sistemi d’arma, dando vita a molteplici versioni di equipaggiamenti simili con un’interoperabilità minima. Questo problema è stato particolarmente evidente nel segmento dei veicoli blindati, dove diverse nazioni dell’Ue hanno sviluppato e messo in campo piattaforme diverse, spesso senza la capacità di scambiare componenti di ricambio o integrare efficacemente i sistemi di comunicazione.
I PROGETTI FINANZIATI NELLA PRIMA FASE
L’Edirpa (European Defence Industry Reinforcement Through Common Procurement Act) ingloba una serie di progetti, ognuno dei quali si concentra sul rafforzamento di elementi distinti delle capacità di difesa collettiva dell’Ue. La Commissione europea ha recentemente annunciato i progetti vincitori del concorso inaugurale per il cofinanziamento di acquisti congiunti di armi con fondi Ue e la prima fase di finanziamento di sistemi ed equipaggiamenti riflette la complessità della guerra moderna, dove minacce e sfide multi-dominio richiedono un approccio collettivo.
Sono cinque i progetti che si sono assicurati 310 milioni di Euro stanziati per questa prima fase. Ogni progetto ha ricevuto 60 milioni di Euro di finanziamenti europei, che rappresentano soltanto il 3% del valore totale di questi programmi, stimato complessivamente in 11 miliardi di Euro. Questa struttura finanziaria sottolinea il ruolo dell’Ue nel fornire un sostegno focalizzato su specifici sistemi piuttosto che un finanziamento su larga scala, incoraggiando gli Stati membri a investire le proprie risorse in questi sforzi congiunti.
I cinque progetti finanziati sono:
- Jamie: sistema di difesa aerea a corto-medio raggio IRIS-T SLM, che vanta una portata di circa 40 chilometri. Il sistema IRIS-T SLM è prodotto dalla Germania e la sua produzione coinvolge: Germania, Slovenia, Bulgaria, Austria, Estonia e Lettonia. L’inclusione di diversi Paesi baltici riflette il loro particolare interesse a rafforzare le capacità di difesa aerea, come deterrenza alle minacce percepite dalla Russia, soprattutto in considerazione delle lezioni apprese dal conflitto in corso in Ucraina. L’IRIS-T SLM è stato progettato per il lancio da terra e fornisce una capacità di difesa aerea a medio raggio, che colma il divario tra i sistemi a corto raggio come il Mistral e i sistemi di difesa aerea strategica a più lungo raggio.
- Mistral: sistema di difesa aerea a cortissimo raggio Mistral (VSHORAD), trasportabile dall’uomo (MANPADS) prodotto dalla Francia, progettato per fornire alle truppe di terra una protezione efficace contro una varietà di minacce aeree (droni, missili da crociera aerei a bassa quota, elicotteri). Il sistema, che è stato preferito al Piorun presentato dalla Polonia in collaborazione con Lituania, Lettonia e Norvegia, vede la partecipazione di nove Paesi: Francia (il produttore), Belgio, Cipro, Estonia, Spagna, Ungheria, Slovenia, Romania e Danimarca. La collaborazione su Mistral sottolinea l’importanza di colmare le lacune nelle capacità di difesa aerea a corto raggio in Europa, in particolare nel contesto dell’evoluzione della minaccia russa. Gli Stati baltici, in particolare, considerano l’IRIS-T SLM come una componente critica della loro strategia di difesa, data la loro vicinanza e la crescente minaccia di attacchi missilistici e con droni da parte della Russia.
- CAVS: Common Armoured Vehicle System (CAVS) è incentrato sull’acquisto di veicoli CAVS 6×6 Patria, con la Finlandia come produttore principale. I Paesi partecipanti sono: Finlandia, Germania, Svezia e Lettonia. Il progetto CAVS mira a fornire veicoli blindati moderni con configurazioni adattabili ed in grado di operare in un’ampia gamma di scenari operativi.
- CPoA: Common Procurement of Ammunition prevede l’approvvigionamento congiunto di munizioni per artiglieria da 155 mm, una componente critica della moderna guerra terrestre. Al programma partecipano: Paesi Bassi, Italia, Polonia, Lituania, Croazia e Danimarca. L’enfasi sulle munizioni da 155 mm riflette l’elevata domanda di munizioni per artiglieria riscontrata nel conflitto in Ucraina, dove i combattimenti ad alta intensità hanno messo a dura prova le scorte in tutta Europa.
- HE 155: il progetto riguarda specificamente le munizioni da 155 mm ad alto potenziale. La differenziazione tra i progetti CPoA e HE 155 suggerisce un approccio mirato per soddisfare le esigenze di quantità e qualità delle munizioni di artiglieria, con un’attenzione specifica ai proiettili che massimizzano l’effetto distruttivo contro le forze nemiche e le fortificazioni. L’enfasi sui proiettili ad alto esplosivo riflette le lezioni apprese dai recenti conflitti, in cui l’artiglieria è stata utilizzata con effetti devastanti contro posizioni trincerate, formazioni corazzate e nodi logistici. La capacità di fornire una potenza di fuoco precisa e travolgente è fondamentale per distruggere le difese nemiche.
Standardizzando le varie piattaforme in più Paesi Ue, il progetto mira a garantire che il loro impiego operativo, la manutenzione e la logistica, soprattutto nell’ultimo miglio siano integrati, semplificati e disponibili. Questo passo verso la standardizzazione è fondamentale se l’Ue vuole schierare unità multinazionali capaci di dispiegarsi rapidamente. Inoltre, le iniziative di approvvigionamento congiunto, come i sistemi SLM Mistral e IRIS-T, mirano a creare simili efficienze nella difesa aerea. L’esperienza dei Paesi della Nato e dell’Ue in conflitti come la guerra civile libica, la Siria e, più recentemente, l’Ucraina, hanno dimostrato la necessità critica di capacità di difesa aerea affidabili e interoperabili. Incoraggiando più Stati membri ad acquistare gli stessi sistemi, l’Edirpa mira a garantire che l’Ue abbia una capacità di risposta unificata ed efficace alle minacce aeree, che vanno dagli aerei nemici ai droni e ai missili da crociera.
Tuttavia, il percorso europeo verso l’autonomia strategica attraverso l’Edirpa è irto di sfide. Gli interessi nazionali, le alleanze storiche e le diverse percezioni delle minacce tra gli Stati membri dell’Ue continuano a complicare la spinta verso una politica di difesa unificata. Le diverse valutazioni delle minacce sono particolarmente evidenti nell’approccio degli Stati dell’Europa orientale rispetto a quelli dell’Europa occidentale. Paesi come la Polonia, la Lituania e la Lettonia, che si trovano ad affrontare problemi di sicurezza immediati a causa della loro vicinanza alla Russia, hanno spesso dato priorità a capacità di difesa diverse rispetto alle loro controparti occidentali, che possono porre maggiore enfasi sulle capacità logistica o sulla difesa informatica.
(2.segue; la prima puntata si può leggere qui)