Ecco quali sono le 12 materie prime critiche “fondamentali per difenderci”, secondo la NATO
La corsa alle materie prime è una realtà, e la NATO risponde con una strategia precisa. L’Alleanza ha infatti reso pubblica, l’11 dicembre scorso, una lista di 12 materie prime critiche, dall’alluminio al tungsteno, considerate fondamentali per la sua industria della difesa. Questa mossa si inserisce in una strategia più ampia volta a garantire la...
La corsa alle materie prime è una realtà, e la NATO risponde con una strategia precisa. L’Alleanza ha infatti reso pubblica, l’11 dicembre scorso, una lista di 12 materie prime critiche, dall’alluminio al tungsteno, considerate fondamentali per la sua industria della difesa.
Questa mossa si inserisce in una strategia più ampia volta a garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento, in un contesto geopolitico caratterizzato da crescenti tensioni e dalla competizione per l’accesso a risorse strategiche.
Per materie prime critiche si intendono quelle non alimentari e non energetiche i cui problemi di approvvigionamento, di carattere politico, commerciale e ambientale, rendono prioritario un cambio di strategia economica e un forte aggiornamento tecnologico. […] La maggior parte delle materie prime critiche sono importate praticamente al 100% da fuori dall’Europa e sono prodotte in pochi Paesi, in tanti casi instabili dal punto di vista geopolitico, che ne determinano il mercato a livello globale. Si tratta di materie prime fondamentali per la transizione energetica, per la mobilità elettrica, per la transizione digitale e la difesa; occorre quindi garantire il corretto e sicuro approvvigionamento di queste materie prime critiche, che può impattare fortemente su tutta la transizione ecologica in generale. (ENEA)
L’elenco, stilato dal NATO Industrial Advisory Group (NIAG), comprende:
- Alluminio: fondamentale per la costruzione di aerei, missili e veicoli militari;
- Berillio: utilizzato in componenti elettronici, sistemi di guida e testate nucleari;
- Cobalto: essenziale per la produzione di superleghe resistenti alle alte temperature, utilizzate nei motori a reazione e nei missili;
- Gallio: impiegato in semiconduttori, radar e sistemi di comunicazione;
- Germanio: cruciale per la produzione di fibre ottiche, sensori a infrarossi e dispositivi di visione notturna;
- Grafite: utilizzata in materiali compositi per aerei, missili e veicoli blindati, e nei reattori nucleari. Grazie alla sua resistenza e stabilità termica, è fondamentale anche per la produzione di carri armati e corvette. Nei sottomarini, la grafite è utilizzata nella costruzione di scafi;
- Litio: essenziale per le batterie di nuova generazione, utilizzate in veicoli elettrici, droni e sistemi di accumulo di energia;
- Manganese: impiegato nella produzione di acciaio ad alta resistenza, utilizzato in carri armati, navi da guerra e munizioni;
- Platino: utilizzato in catalizzatori, contatti elettrici e dispositivi medici;
- Elementi delle terre rare: essenziali per la produzione di magneti permanenti, laser, schermi e componenti elettronici avanzati;
- Titanio: leggero e resistente alla corrosione, è utilizzato in aerei, missili, navi da guerra e veicoli blindati;
- Tungsteno: utilizzato in munizioni, armature e strumenti da taglio, grazie alla sua elevata densità e resistenza alle alte temperature.
La pubblicazione di questa lista si inserisce in un più ampio piano strategico della NATO, approvato dai ministri della Difesa a giugno 2024, volto a rafforzare e proteggere le proprie catene di approvvigionamento ed evitando interruzioni che potrebbero compromettere la produzione di equipaggiamento militare e la capacità di difesa dell’Alleanza.
Questa roadmap per la sicurezza della catena di approvvigionamento critica per la difesa dell’alleanza si concentra su cinque linee d’azione:
- Identificazione dei materiali strategici essenziali: la NATO ha avviato un processo di analisi e monitoraggio continuo per identificare i materiali critici per la sua industria della difesa, valutando la loro importanza strategica e il rischio di approvvigionamento;
- Stoccaggio strategico: la NATO sta valutando la possibilità di creare riserve strategiche di materiali critici, al fine di mitigare il rischio di interruzioni delle forniture;
- Creazione di una comunità di interesse NATO sulle questioni relative alla catena di approvvigionamento: la NATO sta promuovendo la collaborazione e lo scambio di informazioni tra i Paesi membri, l’industria della difesa e gli esperti del settore, al fine di affrontare in modo coordinato le sfide legate alla sicurezza delle catene di approvvigionamento;
- Riciclaggio e sostituzione dei materiali: la NATO sta incentivando la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per il riciclaggio dei materiali critici e la loro sostituzione con alternative più sostenibili e facilmente reperibili;
- Condivisione delle valutazioni relative alle catene di approvvigionamento: la NATO sta promuovendo la condivisione di informazioni e analisi tra i Paesi membri sulle vulnerabilità delle catene di approvvigionamento, al fine di adottare misure preventive e mitigare i rischi.
Il contesto geopolitico e l’importanza delle materie prime critiche
La guerra in Ucraina, le tensioni con la Cina e l’instabilità in diverse aree del mondo hanno messo in luce la fragilità delle catene di approvvigionamento globali. La dipendenza da un numero limitato di fornitori, spesso concentrati in regioni politicamente instabili, rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale dei Paesi membri della NATO.
In questo scenario, l’attenzione si concentra sulle materie prime critiche, ovvero quei materiali che, oltre ad essere essenziali per settori chiave come la difesa, l’energia e l’elettronica, presentano un elevato rischio di approvvigionamento. La competizione per queste risorse si fa sempre più intensa, con le grandi potenze mondiali impegnate a garantirsi l’accesso a questi materiali strategici.
L’impegno dell’Unione europea e dell’Italia
L’Unione europea ha riconosciuto l’importanza strategica delle materie prime critiche e ha lanciato diverse iniziative per affrontarne le sfide:
- L’European Raw Materials Academy: lanciata nel dicembre 2024 durante la nona edizione della Raw Materials Week a Bruxelles, l’Accademia europea delle materie prime diventerà pienamente operativa nel corso del 2025. Finanziata con 10 milioni di euro dal programma per il mercato unico e Horizon Europe, l’accademia svilupperà contenuti e percorsi di apprendimento per colmare il divario di competenze lungo la catena del valore delle materie prime, dalla fase di estrazione al riciclaggio;
- Il Critical Raw Materials Act (CRMA): Entrato in vigore nel maggio 2024, il CRMA definisce un quadro legislativo organico tra i 27 Stati membri dell’Ue per garantire una fornitura sicura e sostenibile di materie prime essenziali per l’industria europea.
Anche l’Italia sta investendo in modo significativo nel settore delle materie prime critiche. Il governo, attraverso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), ha recentemente lanciato un avviso (31 dicembre 2024) per la presentazione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica riguardanti l’intera catena del valore delle Materie Prime Critiche (MPC) e delle Materie Prime Strategiche (MPS).
Questo avviso, finanziato nell’ambito di “Mission Innovation 2.0“, mette a disposizione 21 milioni di euro per finanziare progetti che riguardano l’estrazione mineraria, l’urban mining, l’eco-progettazione e la trasformazione delle materie prime critiche. L’obiettivo è sostenere lo sviluppo di tecnologie innovative per aumentare l’efficienza nell’utilizzo delle materie prime critiche, ridurre la dipendenza da fonti estere, promuovere l’economia circolare e contribuire alla decarbonizzazione del sistema energetico. Le domande di contributo possono essere presentate dal 3 febbraio al 18 marzo 2025.
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