Diminuiscono i prestiti bancari, a deprimere il mercato la scarsa crescita economica

Il mercato del credito italiano segna un calo dei prestiti a famiglie e imprese. Ecco perché la domanda di credito è debole

Jan 18, 2025 - 13:02
Diminuiscono i prestiti bancari, a deprimere il mercato la scarsa crescita economica

Il mercato del credito italiano mostra segnali di contrazione. Secondo il rapporto Abi di gennaio 2025, i prestiti totali a famiglie e imprese hanno registrato una diminuzione dell’1% rispetto all’anno precedente. Sebbene i tassi di interesse stiano mostrando alcune flessioni, non sono sufficienti a stimolare una ripresa della domanda di credito, penalizzata dalla scarsa crescita economica e dall’incertezza generale che continua a pesare su famiglie e imprese.

I tassi di interesse: trend contrastanti tra breve e lungo termine

Il rapporto Abi evidenzia come l’inizio del 2025 abbia portato ad andamenti divergenti nei tassi di interesse. L’Euribor a 3 mesi è sceso al 2,76%, in calo rispetto al 2,84% di dicembre 2024, mentre il tasso dei BOT a sei mesi si attesta al 2,56%. Inoltre tasso IRS a 10 anni, un parametro spesso utilizzato nei mutui, ha mostrato una lieve risalita al 2,50%.

Per quanto riguarda i nuovi prestiti bancari, il tasso medio per l’acquisto di abitazioni è diminuito al 3,10% a dicembre 2024, rispetto al 3,48% di novembre e al 4,42% registrato un anno prima. In parallelo, i finanziamenti alle imprese hanno mantenuto un tasso medio del 4,53%. Questi numeri mostrano un leggero miglioramento nelle condizioni di accesso al credito, ma l’effetto sui volumi di prestiti erogati resta limitato.

Calo dei prestiti: imprese e famiglie frenano la domanda di credito

La contrazione dei prestiti bancari riflette un clima economico stagnante. A dicembre 2024, i prestiti totali a famiglie e imprese sono diminuiti dell’1% su base annua, proseguendo il trend negativo osservato per tutto il 2024. I dati di novembre 2024 mostravano già un calo del 3,6% nei prestiti alle imprese, mentre quelli destinati alle famiglie risultavano sostanzialmente stabili (+0,1%).

Il rallentamento della domanda è dovuto principalmente alla difficoltà delle imprese a investire e alla cautela delle famiglie (nonostante riconferme di bonus per l’acquisto della prima casa) nel ricorrere al credito. L’incertezza economica e l’aumento dei costi, nonostante i tassi relativamente più bassi, contribuiscono a mantenere depresso il mercato dei prestiti.