Ci sono tracce di antibiotici nel salmone affumicato? Ecco cosa ha scoperto il nuovo test italiano
Il salmone affumicato è un alimento molto apprezzato, il cui consumo ormai non si limita più solo alle festività natalizie e ai grandi eventi. Dietro alla sua produzione, però, si nascondono spesso problematiche etiche e ambientali che molti consumatori non conoscono ancora, nonostante numerose inchieste degli ultimi anni abbiano messo in luce le gravi condizioni...
Il salmone affumicato è un alimento molto apprezzato, il cui consumo ormai non si limita più solo alle festività natalizie e ai grandi eventi. Dietro alla sua produzione, però, si nascondono spesso problematiche etiche e ambientali che molti consumatori non conoscono ancora, nonostante numerose inchieste degli ultimi anni abbiano messo in luce le gravi condizioni in cui vengono tenuti i salmoni negli allevamenti intensivi.
Immagini scioccanti di pesci ammassati in spazi angusti, privi di luce naturale e costretti a vivere in ambienti altamente stressanti, hanno fatto il giro del mondo, portando alla luce quanto accade. Alcuni reportage, hanno poi documentato l’uso di antibiotici e pesticidi, l’inquinamento delle acque e la diffusione di malattie tra i pesci, mentre altre inchieste hanno evidenziato come l’allevamento intensivo contribuisca in modo significativo alla perdita di biodiversità e alla distruzione degli ecosistemi marini.
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Non solo, c’è anche da considerare l’impatto ambientale del salmone allevato, che è tutt’altro che trascurabile, richiede infatti ingenti risorse per la produzione di mangimi vegetali e impatta pesantemente sulle risorse naturali.
Nonostante queste problematiche, il salmone è ancora un alimento tra i più amati. Se si decide comunque di consumarlo, è consigliabile prestare attenzione non solo alla qualità del prodotto, ma anche alla sua origine e al metodo di allevamento.
Il test
Oggi vi parliamo di un nuovo test che ha messo alla prova proprio il salmone affumicato. A condurlo gli esperti della rivista Il Salvagente, che ha preso a campione 12 marche di salmone affumicato, per valutarne la qualità nutrizionale ma anche la sicurezza alimentare.
I campioni analizzati provenivano da vari produttori e includevano salmoni da allevamento convenzionale e biologico ma anche salmone selvaggio. Si tratta dei seguenti prodotti:
- Conad Norvegese Affumicato (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 23,30)
- Coop Salmone Norvegese Affumicato (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 43,10)
- Eurospin Salmone Norvegese Affumicato (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 5,95)
- Esselunga Salmone Norvegese Affumicato (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 30,50)
- Fjord Salmone Norvegese Affumicato (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 26,45)
- Food From The World Salmone Norvegese Affumicato (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 6,90)
- Labeyrie Le Sauvage Salmone Affumicato (provenienza: Scozia, prezzo euro/kg: 12,00)
- Labeyrie Salmone Affumicato di Norvegia (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 6,40)
- Kv Nordic Salmone Norvegese Affumicato (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 33,80)
- Lidl Gastronomia di Mare Salmone Norvegese Affumicato (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 5,90)
- Salmone & Co. Bio Scozzese Affumicato (Naturasì) (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 31,90)
- The Icelander Norvegese Affumicato (provenienza: Norvegia, prezzo euro/kg: 6,30)
L’indagine ha esaminato innanzitutto la presenza di contaminanti e residui di antibiotici, per garantire che i salmoni non rappresentassero un rischio per la salute. Sono stati analizzati anche i livelli di etossichina, un additivo precedentemente utilizzato nei mangimi per pesci, che è stato vietato nell’UE dal 2017.
Infine, un altro aspetto cruciale è stato il profilo nutrizionale degli acidi grassi, con un’attenzione particolare al rapporto Omega 3/Omega 6, fondamentale per valutare la qualità nutrizionale del prodotto. Tuttavia, il test non ha preso in considerazione l’impatto ambientale o le problematiche legate all’allevamento intensivo, lasciando fuori dal giudizio una componente cruciale per chi vuole fare scelte alimentari più sostenibili e responsabili.
I risultati
Una delle notizie positive emerse dal test riguarda l’assenza di contaminanti. Nessuno dei campioni analizzati ha mostrato tracce di antibiotici o etossichina.
Il rapporto Omega 3/Omega 6 è invece il parametro che ha rivelato le differenze più evidenti tra i campioni. Il salmone affumicato proveniente da allevamento convenzionale ha mostrato un rapporto mediamente intorno a 1, che è circa 10 volte inferiore a quello naturale che si trova nel salmone selvaggio.
In particolare, i prodotti da supermercato come quelli di Lidl e Eurospin avevano un rapporto Omega 3/Omega 6 molto basso (0,41 e 0,66, rispettivamente). Questo significa che questi prodotti contengono una prevalenza di grassi Omega 6, che sono associati a processi infiammatori nell’organismo. Al contrario, il salmone biologico e quello selvaggio, con un rapporto più elevato a favore degli Omega 3 benefici, risultano essere i migliori.
Ma da cosa dipendono queste differenze nutrizionali? Principalmente, dall’alimentazione dei salmoni e dalle condizioni di allevamento. Il salmone selvaggio, che si nutre di crostacei e piccoli pesci, presenta un profilo nutrizionale decisamente migliore rispetto al salmone da allevamento, che spesso ha una dieta vegetale. Inoltre, la densità di allevamento influisce sullo sviluppo dei pesci: quelli che nuotano in spazi più ampi tendono ad accumulare meno Omega 6.
Il test ha anche verificato la corrispondenza tra il peso dichiarato in etichetta e quello effettivo dei salmoni. In due casi, è stata riscontrata una discrepanza significativa: il campione Conad (dichiarato 100 g, rilevato 92 g) e il Fjord salmone norvegese affumicato (dichiarato 500 g, rilevato 430 g). Tuttavia, la maggior parte dei campioni era conforme ai limiti di tolleranza previsti dalla legge.
Alla fine, nonostante ci sia una bella differenza tra i vari prodotti, e dunque una classifica (per i risultati completi fate riferimento al numero di febbraio del Salvagente) tutti i salmoni analizzati hanno comunque ottenuto almeno la sufficienza, poiché risultano privi di contaminanti, un aspetto fondamentale per la sicurezza alimentare.
L’indicazione di fondo è comunque chiara: se proprio dobbiamo acquistare salmone affumicato, scegliamo quello biologico o selvaggio che quanto meno garantiscono un maggiore apporto di Omega 3, cosa che già aveva scoperto un precedente test. Leggi anche: Salmone d’allevamento o selvaggio? Il test svela quello che contiene più Omega 3
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Fonte: Il Salvagente
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