Abusi sessuali su una bambina, chiesti tredici anni per l’amico di famiglia
Sotto accusa un settantenne: la denuncia dopo il racconto choc. La violenza sarebbe avvenuta nella rimessa di casa della piccola. Il pm Grieco: “I racconti puntuali e attendibili”. La difesa: “È innocente”
Pistoia, 7 febbraio 2025 – Al termine di un’articolata requisitoria, il sostituto procuratore Giuseppe Grieco ha chiesto una condanna a tredici anni di reclusione per il reato di violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima. Sul banco degli imputati un uomo di 70 anni, amico di famiglia della piccola che sarebbe stata vittima delle sue pesanti attenzioni, quando aveva appena 6 anni. I fatti risalgono al 2022: gli episodi però si sarebbero ripetuti nel tempo, fino al momento della confessione fatta dalla bambina. Un racconto choc quello confidato dalla piccola alla nonna. Un pomeriggio, quando lei l’aveva presa per mano per andare a fare una passeggiata al campo, la bimba si era raccomandata di non dirlo a quell’amico, che altrimenti sarebbe venuto con loro per “toccarla”. Ed è proprio sulla attendibilità di questi racconti che si è confrontata accusa e difesa. Secondo il pm Giuseppe Grieco, che ha diretto le indagini dei carabinieri, quella narrazione sarebbe stata spontanea come la più semplice delle richieste di aiuto. Richiesta che i genitori della bimba avrebbero raccolto adottando ogni precauzione, prima di sporgere denuncia, ovvero affidandosi ad una psicoterapeuta. In aula sono state ripercorse così le tappe di questa delicata vicenda e descritti i luoghi nei quali le violenze si sarebbero consumate. In particolare un pollaio, adiacente alla casa, una costruzione nella quale la piccola avrebbe passato del tempo insieme all’amico di famiglia, lontana dagli occhi dei genitori. Anche in questo caso la descrizione del luogo, dove la piccola veniva fatta sedere sulle gambe di lui, sarebbe stata dettagliata e ricca di particolari: come quello delle sedie stipate nella rimessa, appese ai muri, che incutevano timore alla bimba. Ricordi che, come sottolineato dal pubblico ministero, non erano mai stati sfumati, né conditi da contraddizioni. Ma soprattutto, secondo la ricostruzione fatta dalla pubblica accusa, in nessun caso la piccola avrebbe potuto, alla sua età, descrivere inventandoli gesti di quella gravità. L’avvocato di parte civile Paola Innocenti del foro di Pistoia ha puntato l’attenzione, tra le altre cose, sulla descrizione dei luoghi in cui sarebbero avvenute le violenze, evidenziando la memoria puntuale della piccola.
L’uomo, che è sempre stato presente in aula, durante tutta l’istruttoria, ha sempre proclamato la sua innocenza, così come hanno sostenuto i suoi legali, gli avvocati Gianluca Lomi e Francesco Barontini, che hanno chiesto per lui l’assoluzione “per la formula ritenuta di giustizia”, e comunque “per l’assenza della prova certa”. Secondo la tesi sostenuta dalla difesa, e rappresentata in aula dal perito do parte, lo psicoterapeuta Dino Mazzei, i racconti della piccola sarebbero stati “viziati” da chi li ha raccolti, per prima la stessa famiglia, che avrebbe suggestionato la bambina, rendendo la sua narrazione non più verificabile. Diversi gli errori che sarebbero stati commessi nella raccolta delle prove, in particolare nelle prime “interviste” alla piccola.
Il processo è stato aggiornato al sei marzo, davanti al collegio presieduto dal giudice Stefano Billet, per le repliche e la sentenza.