Una storia di coraggio e speranza: dottoressa kosovara operata a Cittadella torna a casa

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Fikrije, una dottoressa microbiologa kosovara di 50 anni, è il volto della resilienza: a salvarle la vita da un tumore al pancreas e consentirle il rientro a casa è stato un intervento dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia dell’Ospedale di Cittadella. 

Questa vicenda è un esempio toccante di quanto la determinazione personale e la solidarietà possano fare la differenza, offrendo non solo cure, ma anche una nuova prospettiva di vita.

Dopo aver superato un tumore al seno, la vita ha imposto a Fikrije, questo il nome della donna, un’altra dura sfida: un carcinoma alla testa del pancreas. La diagnosi, inizialmente confusa con una pancreatite, è stata solo l’inizio di un lungo calvario, fatto di cicli di chemioterapia e un primo intervento chirurgico a Pristina che non è riuscito a rimuovere completamente il tumore, già esteso alla vena porta.

Il caso della dottoressa kosovara operata e salvata dall’Ospedale di Cittadella

Nonostante le difficoltà, Fikrije non si è mai arresa, sostenuta dalla volontà di continuare a vivere per suo figlio di 12 anni, il centro del suo mondo.

È stato un amico radiologo a suggerirle di consultare il dottor Giovanni Alfonso Recordare, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia dell’Ospedale di Cittadella. Con un’esperienza di oltre 150 interventi su tumori pancreatici e una collaborazione con ospedali esteri per la formazione su tecniche chirurgiche avanzate, il medico rappresentava una speranza concreta.

La situazione medica di Fikrije era critica. Il carcinoma pancreatico, diagnosticato tardivamente, si era esteso fino a coinvolgere la vena porta, una delle strutture principali che drenano il sangue dall’intestino al fegato. Questo tipo di coinvolgimento rappresenta una delle sfide più impegnative in ambito chirurgico, poiché richiede competenze altamente specializzate e strumenti avanzati. In molti casi, una diagnosi del genere limita le opzioni terapeutiche disponibili, ma a Cittadella è stato possibile intervenire grazie all’esperienza e alla preparazione del team guidato dal dottor Recordare.

“Questo caso era più complicato del solito – osserva il dr. Recordare – e quindi Fikrije è arrivata a Cittadella per l’intervento. Parte dei costi sono stati coperti dal ministero della salute kosovaro. Oggi torna a casa da suo figlio e al lavoro nel suo laboratorio, con un pò di speranza in più. Le auguriamo tutti una buona guarigione!”

Accesso a cure d’eccellenza grazie alla collaborazione internazionale

Il trasferimento di Fikrije a Cittadella è stato reso possibile grazie a una collaborazione tra il sistema sanitario del Kosovo e l’ospedale italiano. Come anticipato dal dottor Recordare parte delle spese sono state sostenute dal Ministero della Salute kosovaro, un esempio tangibile di come i partenariati internazionali possano offrire a pazienti di Paesi con risorse sanitarie limitate l’accesso a cure che altrimenti sarebbero fuori portata.

Non si tratta solo questione di risorse economiche, ma anche di volontà politica e organizzativa nel mettere il paziente al centro. È un modello di cooperazione che dovrebbe essere replicato ovunque.

Oggi, dopo settimane di degenza e una ripresa graduale, Fikrije è pronta a tornare nella sua città, dove l’attendono il lavoro in laboratorio e, soprattutto, suo figlio. Per lei, che ha affrontato mesi di angoscia e dolore, questo non è solo un ritorno alla normalità, ma una vera e propria rinascita.

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