Una cicogna sola su quello che prima era il suo nido, rimosso per far posto a un supermercato, è l’immagine più triste di oggi
La mano dell’uomo sempre, a ogni costo, soprattutto quando è il denaro che chiama: per questo Raoul e Pina, una coppia di cicogne simbolo di Pinerolo, in Piemonte, non ha più il suo nido, che era in cima alla ciminiera dell’ex setificio Vagnone da oltre vent’anni e dove per altrettanti anni la coppia deponeva le...
La mano dell’uomo sempre, a ogni costo, soprattutto quando è il denaro che chiama: per questo Raoul e Pina, una coppia di cicogne simbolo di Pinerolo, in Piemonte, non ha più il suo nido, che era in cima alla ciminiera dell’ex setificio Vagnone da oltre vent’anni e dove per altrettanti anni la coppia deponeva le uova e cresceva i suoi piccoli. Ma lì ora deve essere costruito un supermercato.
Il video, pubblicato sulla pagina Facebook del Coordinamento Associazioni Pinerolesi, è davvero triste: una rimozione che lascia senza casa una coppia di ignare cicogne che ora non sanno dove andare e dove continuare a crescere piccoli.
Una vicenda che inizia almeno quattro anni fa
Come riporta il portale locale Voce Pinerolese, che ha pubblicato un comunicato della stessa associazione, i proponenti privati hanno avanzato al comune di Pinerolo quattro anni fa, il 25 gennaio 2021, la proposta di un “intervento di riuso e di riqualificazione” dell’area di circa 7.000 metri quadri ricompresa tra le vie Fenestrelle, San Secondo e Brigata Cagliari.
Circa tre mesi dopo (verbale Consiglio comunale n° 14 del 14 aprile 2021), in assenza di un’informazione chiara sulla futura destinazione dell’area e nell’inconsapevolezza di molti consiglieri, il Consiglio Comunale ha approvato quanto richiesto dagli stessi proponenti, concedendo sia la deroga al rapporto di copertura previsto dal Piano Regolatore che quella all’articolo 45 bis delle Norme Tecniche di Attuazione.
Quest’ultimo, in particolare, prevedeva un vincolo di tutela su parte dei fabbricati esistenti quali ‘Complessi produttivi industriali di interesse ambientale o documentario’, e la deroga – cosa che in effetti lascia perplessi – è stata concessa in quanto si tratterebbe di fabbricati “non presentanti particolari caratteristiche di pregio”, con un evidente e drastico cambio di valutazione.
L’operazione è avvenuta nonostante una petizione che aveva raccolto oltre 54 mila firme: la ciminiera è stata abbattuta e al suo posto ora è stata posta una struttura anti nidificazione.
Cosa di fatto è accaduto
Per una corretta ricostruzione dei fatti ricordiamo quindi che:
- la proposta iniziale dei soggetti attuatori, condivisa dall’Amministrazione comunale, prevedeva la totale demolizione di tutti i fabbricati e che la “sensibilità” per il destino delle cicogne prevedeva realizzazione di un posatoio da collocarsi nel parco della pace o parco Olimpico, con l’ipotesi alquanto fantasiosa che le cicogne si sarebbero trasferite nel nuovo posatoio distante alcuni chilometri in linea d’aria.
- solamente a seguito delle proteste di cittadini ed associazioni (ribadiamo il “solamente”), il progetto finale prevede che sia conservata una piccola parte degli edifici esistenti, cioè una porzione di fabbricato che si affaccia su stradale Fenestrelle (ex casa del custode) sulla quale è presente un piccolo campanile e che sia costruito in sito un simulacro della ciminiera in una delle poche aiuole di progetto, sul quale realizzare un posatoio per le cicogne
Il Comune, o onor del vero, ha in effetti installato un nuovo posatoio, ma non sappiamo se Raul e Pina decideranno di restare o di andarsene.
Qui il video della rimozione.
Cosa resta
E ora c’è una cicogna lì, su quella ciminiera che prima era il suo nido, che sembra guardare nel vuoto cercando di capire perché e come è successo tutto questo.
Al di là di qualsiasi giustificazione scricchiolante, pretesa avanzata, parere espresso, dichiarata tutela del “bene comune”, questo rimane – scrive l’associazione – E non è un bel vedere
Naturalmente c’è chi difende l’intervento come giusto per una legittima riqualificazione dell’area, ma, di fatto, appare come l’ennesima ingerenza dell’uomo sulla natura.
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Fonti: Voce Pinerolese/Coordinamento associazioni Pinerolesi / Coordinamento associazioni Pinerolesi/Facebook
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