Un altro torturatore ospite in Italia per le finali del campionato libico volute da Meloni. Le accuse: “Tra i più pericolosi e spietati”
Sarebbero stati accertati almeno 501 episodi di torture, stupri, omicidi e sparatorie riguardanti il periodo in cui Gheniwa era al comando di Abu Salim L'articolo Un altro torturatore ospite in Italia per le finali del campionato libico volute da Meloni. Le accuse: “Tra i più pericolosi e spietati” proviene da Il Fatto Quotidiano.
L’Onu, Amnesty International e il Centro Europeo per i Diritti Umani e Costituzionali (Ecchr) lo indicano come uno dei più pericolosi e spietati autori di violenze dentro e fuori dai centri di detenzione della Libia, accusato di crimini tra cui omicidi e stupri sistematici. Il suo nome è Abdel Ghani al-Kikli, meglio noto come Gheniwa (o Gnewa), e l’estate scorsa, scrive Repubblica, è stato in Italia per le finali di calcio del Campionato Nazionale della Libia che abbiamo ospitato a luglio scorso per volontà del governo di Giorgia Meloni, come da accordi presi durante la visita a Tripoli della premier e del ministro dello Sport Andrea Abodi il 7 maggio 2024 (nella foto) col primo ministro libico Abdul Hamid Mohammed Dabaiba.
Come l’ormai famoso generale Almasri, arrestato in Italia su mandato della Corte dell’Aja e rimpatriato con volo di Stato per decisione del governo Meloni, Gheniwa è stato al comando della prigione di Abu Salim, nota per le violenze contro i detenuti. Oggi è a capo dello Stability Support Apparatus (SSA), il Servizio di supporto alla stabilità, potente milizia affiliata al Governo di unità nazionale e attiva anche in mare, dove il comandante Gheniwa ha guadagnato fama per le violente intercettazioni di migranti e per aver più volte sparato contro le navi delle ong. A differenza di Almasri, per Gheniwa non è stato ancora emesso una mandato, ma ci sono già diverse denunce e indagini in corso presso la Corte penale internazionale. Come ha dichiarato Diana Eltahawy di Amnesty, riporta Alessia Candito su Repubblica, “per oltre un decennio, le milizie sotto il suo comando hanno terrorizzato la gente nel quartiere di Tripoli di Abu Salim attraverso sparizioni forzate, torture, omicidi illegali e altri crimini secondo il diritto internazionale”. Nel 2019, l’Ecchr ha presentato una denuncia contro Gheniwa e altre persone, con 189 pagine di documentazione. Secondo l’organizzazione, sarebbero stati accertati almeno 501 episodi di torture, stupri, omicidi e sparatorie riguardanti il periodo in cui Gheniwa era al comando di Abu Salim. “Attivo militarmente e coinvolto personalmente in crimini internazionali a partire dal 2011, come parte del Consiglio militare di Abu Salim, e dal 2013 come parte del Central Security Force di Abu Salim”, scrive l’Ecchr.
Dal 2021 va ancora peggio, con la nomina di al-Kikli a comandante dello Stability Support Apparatus, incarico che lo mette a capo delle operazioni di intercettazione dei migranti in mare, quelle per cui il governo italiano non smette di mostrare gratitudine alla Libia e alla sua “guardia costiera”, finanziata, addestrata ed equipaggiata dall’Italia. Secondo Amnesty International, tutte le operazioni svolte dalla SSA sono state contrassegnate da violenze, con perdite di vite umane in mare. E siccome il SSA gestisce anche i propri centri di detenzione, chi sopravvive e viene riportato a terra ha spesso la sfortuna di finirci. Come in quello di Maya, non accessibile alle agenzie delle Nazioni Unite, dove sarebbero transitate 1.800 persone, noto per le violenze testimoniate: detenzioni arbitrarie, torture, lavori forzati e stupri. Nonostante il curriculum, Gheniwa è stato ospite nel nostro Paese, del nostro governo. E non da semplice spettatore. Durante l’evento calcistico è stato fotografato in più occasioni con le squadre libiche in Italia, tra cui l’Al Ahly, una delle sei squadre finaliste del campionato. In uno degli scatti, Gheniwa appare con la squadra direttamente sul campo di gioco. Secondo il rapporto più recente dell’Onu, la squadra dell’Al Ahly è ufficialmente presieduta da Mohamed Omar Hassan Al-Mashay, anche presidente della Compagnia elettrica nazionale. Ma, scrive l’Onu, “la società è guidata ufficiosamente da al-Kikli”. Il legame tra i due è ben consolidato, tanto che la nomina di Al-Mashay alla presidenza della squadra sarebbe stata un’operazione di compensazione da parte del governo libico per garantire il sostegno di Gheniwa.
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