Proteste per il “Remigration Summit” organizzato dall’estrema destra a Milano. Pd: “Fuori il razzismo”
L'annuncio del raduno internazionale dell'estrema destra ha scatenato le proteste delle opposizioni e della società civile milanese. I giovani democratici hanno lanciato una petizione L'articolo Proteste per il “Remigration Summit” organizzato dall’estrema destra a Milano. Pd: “Fuori il razzismo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Il dibattito sulla “remigrazione” arriva in Italia dopo essere stato evocato nella campagna elettorale di Donald Trump e dall’AfD in Germania. In Italia arriva con il “Remigration Summit“, previsto per il 17 maggio a Milano, un raduno internazionale dell’estrema destra promosso dall’austriaco Martin Sellner, noto per Defend Europe, la controversa nave anti-migranti. Le sue posizioni estremiste gli hanno già comportato il divieto di tenere conferenze in diversi Paesi europei. L’iniziativa ha sollevato un’ondata di opposizione da parte delle istituzioni e della società civile milanese. I Giovani Democratici di Milano metropolitana hanno lanciato una petizione su Change.org intitolata “Fuori il razzismo da Milano”, superando in poche giorni le 9.364 persone, chiedendo di impedire l’evento. Il segretario dei Giovani democratici di Milano, Giuseppe Pepe, ha sottolineato come “bisogna firmare la petizione per impedire che Milano diventi teatro di un raduno che promuove discriminazione e violenza. L’Italia non può tollerare la normalizzazione di proposte razziste e suprematiste. Fuori il razzismo da Milano”.
Il Pd milanese annunciando il sostegno alla petizione ha anche annunciato una manifestazione per lo stesso giorno del summit. “Non possiamo permettere che un raduno che diffonde odio e intolleranza trovi spazio nella nostra città”, ha dichiarato il segretario dem Alessandro Capelli, ricordando che Milano ha una storia “segnata dalla lotta per la libertà e la democrazia, dalla Resistenza contro il nazifascismo fino all’impegno quotidiano per una società inclusiva e solidale”. Anche il sindaco Giuseppe Sala ha espresso la sua condanna: “È una cosa terribile su cui tutta la città si deve esprimere in modo molto deciso. Nessuno di noi immagina di poter vivere in una realtà in cui non ci siano forme di controllo sui fenomeni migratori, ma queste espressioni fanno veramente spavento”. Sala ha poi aggiunto che il Comune sta valutando se sia possibile intervenire per impedire la manifestazione.
Dura la reazione del movimento I Sentinelli di Milano, che denuncia il rischio di normalizzazione delle idee suprematiste: “Le strategie per praticare la deportazione di massa degli immigrati ci inorridiscono, e la nostra città, Medaglia d’Oro della Resistenza, non può essere il palcoscenico di questo raduno fra suprematisti bianchi xenofobi”. Gli attivisti sottolineano anche la coincidenza della data scelta per il summit, il 17 maggio, con la Giornata mondiale contro l’omofobia, interpretandola come una provocazione deliberata. “Siamo pronti a mobilitarci per fermarli”, affermano. Anche Cgil, Anpi e Arci Milano si uniscono al coro di opposizione con un comunicato congiunto: “Milano rifiuti le manifestazioni per le deportazioni”. L’appello esorta la città a mobilitarsi in difesa dei valori costituzionali e dei diritti umani. “Non rinunceremo mai ad affermare il valore della vita umana contro la cultura dell’odio delle destre”, si legge nella nota.
Il capogruppo M5s in Consiglio regionale, Nicola Di Marco, ha sottolineato l’urgenza di una presa di posizione netta: “Come gruppo 5 Stelle tenteremo ogni strada per impedire che il summit venga fatto il 17 maggio. I governi devono proteggere i cittadini, non fomentare odio e guerra sociale, non si abdica davanti all’orrore. La destra da sempre ha bisogno di nemici e pur di sopravvivere è in grado anche di inventarseli. Ci auguriamo che l’estremista di destra Martin Seller, che ha avuto il divieto di entrata in Svizzera, non trovi conforto ed accoglienza tra le braccia del centrodestra italiano. Che anche Regione Lombardia non abbia esitazioni riguardo l’intera faccenda”. Più sarcastico il commento del leader di Azione, Carlo Calenda: “Sono semplicemente dei populisti che prendono in giro le persone. Una pernacchia… sono idiozie che vanno trattate come tali. L’Italia fa pochissimi rimpatri perché sono costosissimi, quindi quella non è una strada che funziona”. Dalla Lega, invece, Alessandro Morelli si è limitato a un commento cauto: “Non conosco di cosa si tratti, ho visto che c’è una data, non so chi lo organizzi. Vediamo quali sono le tematiche in campo, poi chiaramente giudicheremo”.
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