Perché l’Antitrust fa nera Gls sul progetto green

Avvio di mandato tribolato per Guido Pietro Bertolone, dal 3 febbraio ceo di Gls Italy: nelle stesse ore è recapitata dall'Agcm all'azienda attiva nei servizi logistici una sanzione milionaria per pratiche commerciali scorrette. Per l’Autorità l’iniziativa di sostenibilità ambientale "è stata organizzata, finanziata e comunicata senza trasparenza". Tutti i dettagli

Feb 4, 2025 - 13:15
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Perché l’Antitrust fa nera Gls sul progetto green

Avvio di mandato tribolato per Guido Pietro Bertolone, dal 3 febbraio ceo di Gls Italy: nelle stesse ore è recapitata dall’Agcm all’azienda attiva nei servizi logistici una sanzione milionaria per pratiche commerciali scorrette. Per l’Autorità l’iniziativa di sostenibilità ambientale “è stata organizzata, finanziata e comunicata senza trasparenza”. Tutti i dettagli

L’Agcm, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha irrogato in solido alle società General Logistics Systems B.V., a capo del Gruppo Gls in Europa, General Logistics Systems Italy S.p.A. e General Logistics Systems Enterprise S.r.l. una sanzione di 8 milioni di euro. Per l’Agcm l’iniziativa di sostenibilità ambientale “Climate Protect”, con cui Gls ha costruito la propria immagine green, “è stata organizzata, finanziata e comunicata senza la trasparenza, il rigore e la diligenza richiesti ad operatori di un settore molto inquinante, quale quello della spedizione, trasporto e consegna di merci”, fanno sapere dall’Antitrust.

INIZIO DI MANDATO DIFFICILE PER IL NUOVO CEO

Non inizia in discesa il mandato di Guido Pietro Bertolone, dal 3 febbraio ceo di Gls Italy dopo aver ricoperto il ruolo di amministratore delegato nel Gruppo Arcese.

LE ACCUSE DELL’ANTITRUST

“Tenuto conto che la crescente consapevolezza sulle problematiche ambientali influenza in maniera sempre più decisiva i comportamenti di acquisto e la reputazione delle imprese rispetto ai propri concorrenti – scrivono dall’Agcm -, è stato appurato che, nell’ambito del programma di sostenibilità ambientale realizzato da General Logistics Systems B.V., le tre imprese hanno utilizzato dichiarazioni ambientali ambigue e/o presentate in modo non sufficientemente chiaro, specifico, accurato, inequivocabile e verificabile sul sito web di General Logistics Systems Italy S.p.A”.

L’IMPOSIZIONE AI CLIENTI

“È emerso – l’affondo dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato – che ai clienti abbonati ai servizi di General Logistics Systems Enterprise veniva imposto di aderire a questo programma e di pagare un contributo economico così da ottenere un certificato, non richiesto, attestante l’avvenuta compensazione delle emissioni di CO2 relative alle rispettive spedizioni. Questo contributo è stato definito prescindendo da una previa verifica dei costi riconducibili al programma “Climate Protect”, esonerando dal pagamento i clienti di grandi dimensioni e lasciando intendere che le stesse società del gruppo avrebbero contribuito in modo significativo al suo finanziamento”.

COMUNICAZIONI GREEN FUMOSE

“È invece risultato – concludono dall’Agcm – che le società del gruppo Gls, oltre ad aver riversato tutti gli oneri economici legati al programma sui propri clienti abbonati e sulle imprese di spedizioni affiliate alla rete di General Logistics Systems Italy, hanno incassato contributi maggiori dei costi sostenuti per attuare il programma. Inoltre, le comunicazioni trasmesse ai clienti abbonati e alle imprese affiliate e le certificazioni sulle compensazioni delle emissioni di CO2 rilasciate a clienti e imprese per le proprie spedizioni sono risultate ingannevoli, ambigue e/o non veritiere”.