Palestinesi verso la libertà, capi di Hamas e jihadisti: nella lista i big del terrore
Tra i 1.800 detenuti da rilasciare c’è Abu Warda, condannato a 48 ergastoli. Tel Aviv: l’82% di loro tornerà a colpire. Restano dentro gli stragisti del 7 ottobre
Tel Aviv, 20 gennaio 2025 – Il servizio carcerario israeliano ha iniziato ieri i preparativi logistici per la liberazione di circa 1.800 detenuti palestinesi, nella prima fase di 42 giorni. Si tratta di 737 palestinesi condannati per aver organizzato o co mp iuto attentati terroristici (fra di essi 300 ergastolani) e altri 1.167 palestinesi, catturati dall’esercito a Gaza nei 15 mesi di operazioni militari ma non processati. Restano in carcere i membri della Nukhba: l’unità di elite di Hamas responsabili delle stragi del 7 ottobre. Oggi saranno liberati 65 minori e donne palestinesi: fra cui Khalida Jarrar (dirigente del Fronte Popolare) e Abla Saadat (moglie del leader del ‘Fronte popolare’ Ahmed Saadat, all’ergastolo per l’assassinio di un ministro israeliano).
Durante le trattative Hamas ha fatto di tutto per presentarsi all’opinione pubblica interna come l’avanguardia armata della causa palestinese, e non solo come una delle diverse fazioni. Per questo fra i 737 ‘prigionieri’ che saranno rimessi in libertà figurano 345 quadri di Hamas, 229 di al-Fatah, 67 della Jihad islamica e 19 del Fronte Popolare. Restano per ora dietro le sbarre i maggiori responsabili dell’intifada armata e dell’ondata di attentati che hanno insanguinato Israele alla fine degli anni ’90 e all’inizio del Duemila con bombe nei mercati e ristoranti, con terroristi kamikaze lanciati in aree affollate mentre indossavano corpetti esplosivi sempre più sofisticati. Ma Hamas conta di riaprire i loro dossier nella seconda fase degli accordi. E con loro tornerebbe a esigere la liberazione di Marwan Barghuti: leader di al-Fatah ritenuto possibile successore di Abu Mazen, che sconta 5 ergastoli per attentati condotti dalle Brigate dei martiri di al-Aqsa.
Ieri, con la pubblicazione della radio militare dei nomi dei 300 ergastolani che torneranno alle proprie abitazioni in Cisgiordania, a Gerusalemme o a Gaza, si sono riaperte le ferite in centinaia di famiglie di israeliani colpite dal terrorismo palestinese. Pur di liberare i 33 ostaggi di Hamas a Gaza, Israele è stato costretto ad accettare di rilasciare figure come Mohammad Abu Warda, che nel 1996 inviò in missione due kamikaze che provocarono la morte di 45 israeliani. I suoi ’48 ergastoli’ sono cancellati con un colpo di spugna. Secondo lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, l’82% di questi “terroristi professionisti” una volta liberi tornano a praticare la lotta armata. Israele deve prepararsi a una nuova intifada, ancora più pericolosa che in passato.