Le mosse di Mastodon per intercettare i delusi da X di Musk
Mastodon approfitta delle polemiche europee scatenate da Musk e Zuckerberg per comunicare la creazione di una no profit con sede nel Vecchio continente che gestirà le operazioni del social da 835mila utenti attivi mensili. Dietro all'ennesimo salvagente "etico" lanciato a chi è in fuga dalle Big Tech Usa c'è forse del marketing?
Mastodon approfitta delle polemiche europee scatenate da Musk e Zuckerberg per comunicare la creazione di una no profit con sede nel Vecchio continente che gestirà le operazioni del social da 835mila utenti attivi mensili. Dietro all’ennesimo salvagente “etico” lanciato a chi è in fuga dalle Big Tech Usa c’è forse del marketing?
Non è la prima volta che Mastodon, uno dei pochi social network europei assieme alla francese BeReal ad avere una qualche forma di eco sovrannazionale, prova ad aumentare la propria platea di riferimento intercettando i delusi da X di Elon Musk.
MASTODON È L’ANTI X?
Il suo nome iniziò a essere orecchiato dal grande pubblico proprio in occasione dell’acquisto di Twitter da parte di Musk. Anche se è impossibile verificarlo, pare che solo il giorno della firma del contratto il travaso a favore del rivale meno conosciuto fosse stato di 70mila account.
Non è un numero del tutto inverosimile: quando le prime mosse dell’uomo più ricco del mondo iniziarono a far discutere gli iscritti, diverse decine di migliaia di account si riversarono altrove, rimasti provvisoriamente senza un social di riferimento. E Mastodon appariva come la proverbiale scialuppa in mezzo al mare.
CHI HA CREATO MASTODON E CHI LO GUIDA
Per molti versi, la piattaforma ideata da Eugen Rochko, ingegnere informatico tedesco (di origini russe ed ebraiche), classe 1993, si contrappone al millimetro a X – come pure a Threads – non volendo profilare la propria utenza a scopi pubblicitari.
In un’intervista al Time Rochko senza troppi giri di parole ha detto: “Ho creato Mastodon perché nutro sfiducia nel controllo dall’alto esercitato da Twitter”. Non a caso, fin dal pay-off viene definito “Social media decentralizzato”.
LA NOBILE FINALITA’ DELLA PIATTAFORMA
Lo scopo del suo inventore è “democratizzare i social network” (che poi è quanto ripete Musk). Ma è comunque difficile non ravvisare, nella narrazione della piattaforma, una qualche sorta di campagna marketing che vede Mastodon dalla parte giusta della storia e gli altri social invece da quella demoniaca.
Così come è difficile non pensare che la decisione, proprio ora, di creare una nuova organizzazione no-profit guarda caso con sede in Europa (quindi per certi più facilmente controllabile da Europarlamento e Commissione) che assumerà la proprietà delle componenti chiave dell’ecosistema, non sia una forma di risposta (anche pubblicitaria) alle recenti polemiche scatenate da Elon Musk e da Mark Zuckerberg.
LA MOSSA TEMPESTIVA
Vuoi per forma mentis, vuoi perché negli Usa al momento sono alle prese con ben altre – drammatiche – notizie (gli incendi nella zona di Los Angeles su tutti), vuoi perché nelle ultime ore i miliardari della Big Tech hanno bersagliato solo i legislatori europei, è infatti nel Vecchio continente che riecheggiano ancora le intromissioni di Musk su fatti di politica interna e la decisione di Zuckerberg di dire addio al fact-checking. Mastodon, che in ha Europa cuore, cervello e presto la sua no profit di riferimento, lo sa bene e sembra essersi mossa di conseguenza, pronta a intercettare un nuovo esercito di delusi dai social media a stelle e strisce.
Rochko, che stando a diverse testate avrebbe rifiutato a più riprese le proposte di acquisizione fioccategli nella casella postale nel corso degli anni, ha finanziato lo sviluppo di Mastodon per mezzo di crowdfunding attraverso Patreon e OpenCollective, cui si sono aggiunte le continue offerte di privati e una sovvenzione di Samsung per lo sviluppo open source. E ora è pronto a conferire all’intelaiatura della propria piattaforma una nuova struttura: da quel che si capisce dal post pubblicato sul blog ufficiale, demanderà molte delle proprie funzioni organizzative alla no-profit, mentre resterà capofila dello sviluppo del progetto.
IL PRECEDENTE AMERICANO
La nuova entità no-profit europea possiederà interamente la Mastodon GmbH, l’attuale entità a scopo di lucro. L’organizzazione ha confermato che continuerà a gestire i server mastodon.social e mastodon.online.
Lo scorso anno l’azienda aveva già costituito un’organizzazione no-profit negli Stati Uniti con il co-fondatore di Twitter Biz Stone nel consiglio di amministrazione: la finalità era quella di ottenere fondi e sovvenzioni. Contemporaneamente, l’organizzazione aveva però perso il suo status di non-profit in Germania.
NUMERI A CONFRONTO
Chissà se ora i politici delusi da Musk e da Zuck si riverseranno su Mastodon, specie alla luce di quest’ultima novella, oppure se preferiranno restare sui social nei quali l’eco dei loro post è di gran lunga maggiore. Mastodon dopo il boom di due anni fa conserva infatti 835 mila utenti attivi al mese, il giovanissimo Threads di Meta può contare su un esercito di 100milioni iscritti attivi quotidianamente mentre X nonostante le sbandate ne conserva ancora oltre 250 milioni giornalieri. Insomma, non c’è confronto.