Musk, 7 mila satelliti Starlink pronti al rientro: ma inquinano l’atmosfera con metalli e ossido d’alluminio. A gennaio 120 dispositivi a terra

Studi scientifici dimostrano la minaccia per l'ambiente dei dispositivi starlink: producono 30 chilogrammi di ossido di alluminio. La concentrazione di questa sostanza nell’aria è aumentata di 8 volte tra il 2016 e il 2022 L'articolo Musk, 7 mila satelliti Starlink pronti al rientro: ma inquinano l’atmosfera con metalli e ossido d’alluminio. A gennaio 120 dispositivi a terra proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 7, 2025 - 12:57
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Musk, 7 mila satelliti Starlink pronti al rientro: ma inquinano l’atmosfera con metalli e ossido d’alluminio. A gennaio 120 dispositivi a terra

Elon Musk sostiene (in teoria) la transizione verde con le auto elettriche targate Tesla, ma i suoi 7 mila satelliti nell’orbita terrestre minacciano di lasciare scorie inquinanti nell’atmosfera. I dispositivi del colosso Starlink circondano la Terra dal 2018 – per favorire le connessioni internet globali – ma ormai sono agli sgoccioli della loro durata. Dunque devono tornare alla base, sul Pianeta, per essere rimpiazzati da tecnologie più evolute. Qui sorge il rischio: rientrando nell’atmosfera, i satelliti bruciano e si disintegrano prima di toccare il suolo. Così si riduce il rischio di detriti spaziali, ma si disperdono nell’aria polveri di metalli inquinanti, come l’ossido di alluminio che corrode lo strato di ozono.

Una pioggia di satelliti inquinanti – Nel solo mese di gennaio sono rientrati ben 120 satelliti giunti a “fine vita”, ad un un ritmo di circa quattro al giorno. “Gli Starlink sono fatti principalmente di alluminio, che quando il satellite evapora rimane in quota nell’atmosfera”, ha dichiarati all’Ansa Alberto Buzzoni, astronomo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “E la stessa cosa si verifica al momento del lancio, poiché i propellenti usati dai razzi, soprattutto quelli solidi, sono a base di ossido di alluminio. Tuttavia – prosegue – quando si parla di clima e di atmosfera si ha sempre a che fare con un sistema caotico ed estremamente complesso, dunque è difficile fare previsioni sulle conseguenze di questi eventi. Ad esempio, sappiamo che le particelle di alluminio rendono l’atmosfera più brillante, come tanti piccoli specchietti”, afferma il ricercatore dell’Inaf: “Riflettono quindi una maggiore quantità di luce solare raffreddando l’atmosfera, con un’azione opposta a quella dell’effetto serra”.

Gli studi scientifici: metalli e alluminio nell’atmosfera – Secondo uno studio pubblicato a ottobre 2023 sulla rivista dell’Accademia delle Scienze americana, Pnas, la disintegrazione dei satelliti lascia tracce persistenti nell’atmosfera. Nei campioni raccolti da un aereo, i ricercatori hanno scoperto come il 10% delle particelle contenga alluminio e altri metalli, provenienti proprio da satelliti e razzi.

Un altro studio pubblicato a giugno 2024 su Geophysical Research Letters ha rilevato come la concentrazione degli ossidi di alluminio nell’atmosfera sia aumentata di 8 volte tra il 2016 e il 2022. Un dato comprensibile, dal momento che la scomparsa di un solo satellite Starlink di prima generazione produce circa 30 chilogrammi di ossido di alluminio, che possono resistere decenni.

Il rientro di 4 satelliti al giorno per tutto l’anno – “Oggi i rientri sono dominati dai satelliti Starlink per una chiara faccenda di numeri, sono la popolazione dominante nel contesto complessivo dei satelliti in orbita”, ha dichiarato all’Ansa Gianluca Masi, astrofisico e responsabile scientifico del Virtual Telescope Project. “Questa è una criticità che può rappresentare un intralcio significativo alle osservazioni astronomiche – prosegue – soprattutto in certi momenti della notte e dell’alba”.

I 120 Starlink rientrati il mese scorso non sono l’eccezione: “Questa è ormai la situazione normale – conclude l’astronomo – e il tasso di rientro rimarrà probabilmente simile per tutto l’anno”.

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