Missione competitività: la sfida di Italia e UE nell’era dei dazi
Nuove difficoltà all’orizzonte per l’economia europea. In un clima da guerra commerciale, il Governo Trump ha colpito con un’ondata di sanzioni Canada, Messico e Cina e si prepara a colpire anche da questa parte dell’Oceano. La risposta di Pechino non si fa attendere, con imposte aggiuntive dal 10 al15% sui beni americani. E l’Europa? «Questo […] L'articolo Missione competitività: la sfida di Italia e UE nell’era dei dazi proviene da ilBollettino.
Nuove difficoltà all’orizzonte per l’economia europea. In un clima da guerra commerciale, il Governo Trump ha colpito con un’ondata di sanzioni Canada, Messico e Cina e si prepara a colpire anche da questa parte dell’Oceano. La risposta di Pechino non si fa attendere, con imposte aggiuntive dal 10 al15% sui beni americani. E l’Europa? «Questo weekend l’amministrazione americana ha inaugurato una stagione di dazi, che porterà grandi sfide per le imprese», dice Giovanni Gorno Tempini, Presidente di Cassa Depositi e Prestiti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Carlo Cattaneo – LIUC di Castellanza.
La competitività e lo spettro della stagflazione
Nel frattempo, i dati che giungono non sono particolarmente rassicuranti: con la crescita ferma al palo, l’inflazione dà segnali di risalita, con un’inflazione annua in crescita da quattro mesi di fila. A settembre era all’1,7%, a gennaio al 2,5%. «Abbiamo un’Europa che fa molta fatica» ha confermato Gorno Tempini. «Il quarto trimestre è stato emblematico: siamo fermi, mentre gli Stati Uniti sono al +2%. Siamo a un crocevia, di sostenibilità, ma anche tecnologico. Abbiamo la Cina, con un forte ruolo dello Stato, che continua a spingere l’acceleratore sugli investimenti. Poi gli Stati Uniti, dove gli attori privati quando parlano di investimenti parlano di miliardi come noccioline. In mezzo, ci siamo noi».
I giochi sono ancora aperti
Tuttavia, «la parola fine per l’Europa è per me lungi dall’essere scritta. Siamo un continente ricco, finanziariamente, come anche di tecnologie e di imprese». I margini di manovra potrebbero dunque potrebbero ancora esserci per un recupero di competitività da parte del continente. L’ingrediente fondamentale, come sempre, è «essere capaci di trovare la forza di muoverci insieme, nel rispetto delle peculiarità nazionali e dei territori. Il rischio, altrimenti è che ci si ritrovi chiusi tra questi due grandi blocchi che agiscono con potenze molto diverse da quelle che possiamo mettere in campo».
Industria, tecnologia e ricerca
Quali sono gli ingredienti per questa rinascita competitiva auspicata in Europa e quale sarà il ruolo dell’Italia? «Va definito un programma comune di riforme e investimenti. Gli Stati devono essere parte attiva del processo». E il nostro Paese potrebbe non essere secondario, grazie alle competenze d’eccellenza nel campo industriale e della ricerca. Due aspetti da prendere in considerazione insieme, per non rimanere indietro in un quadro tecnologico in costante evoluzione. Lo ribadisce anche il Rettore LIUC Anna Gervasoni – anche in questa intervista esclusiva – nel suo discorso inaugurale dopo l’entrata in carica il 1 novembre 2024. «Abbiamo una grande sfida Paese per creare migliori condizioni di attrazione di competenze internazionali. Ma abbiamo ancor più necessità di trattenere le nostre. Il nostro sistema investe per creare competenze di qualità, che in troppi casi si disperdono».
Al centro della sua missione?
«Innovazione, internalizzazione, vicinanza alle imprese e inclusione».
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