Lo Stato pensa alla cartolarizzazione delle cartelle, cosa cambia per i cittadini
La cartolarizzazione delle cartelle è un'opzione per permettere all'Ader di recuperare parte dei crediti rimasti in magazzino da 20 anni
L’Agenzia delle entrate riscossione (Ader) ha un problema di cartelle esattoriali arretrate. Si tratta di 1.267 miliardi di euro di crediti che lo Stato vanta nei confronti dei cittadini, ma non tutte queste cartelle sono uguali. Le più “interessanti” per lo Stato sono quelle che vengono ritenute riscuotibili in maniera relativamente semplice. Per questi crediti, circa 100 miliardi, si sta pensando alla cartolarizzazione.
Altri due gruppi di cartelle di cui l’Ader vorrebbe liberarsi sono quelle che non possono in nessun modo essere riscosse, circa 360 miliardi, e quelle che invece hanno una possibilità marginale di essere riscosse almeno in parte se si trova un accordo con il debitore.
La cartolarizzazione delle cartelle
L’Agenzia delle entrate riscossione si ritrova, tra gli oltre 1.200 miliardi di euro di crediti arretrati, 100 miliardi di crediti che sono ritenuti semplici da riscuotere, se fossero aggrediti. Esigere la riscossione di queste cartelle esattoriali però ha un costo che, in diversi casi, rischia di superare l’entità del credito in sé. Il Governo di Giorgia Meloni sta quindi cercando una soluzione insieme agli esperti nominati per smaltire il “magazzino” del’Ader e, secondo il Sole 24 Ore, sarebbe emersa nuovamente l’ipotesi cartolarizzazione.
In sostanza, la cartolarizzazione permette all’Ader di vendere il proprio credito. Il procedimento è però un po’ più complicato di così:
- L’Ader cede il credito a una società veicolo (Svp in gergo)
- La Svp emette obbligazioni al prezzo del credito, che viene così cartolarizzato
- Sono poi queste obbligazioni a essere effettivamente piazzate sul mercato
Il prezzo delle obbligazioni è direttamente legato al rischio di non riuscire effettivamente a riscuotere il credito. Proprio perché questi 100 miliardi di euro sono ritenuti dall’Ader facilmente recuperabili, potrebbero dare vita a prodotti interessanti per il mercato. Lo Stato non riuscirebbe a ottenere tutti e 100 i miliardi di credito, ma eviterebbe spese e procedure burocratiche, riuscendo in cambio a recuperare almeno una parte del denaro.
Tra debiti irrecuperabili e nuove agevolazioni
Ci sono almeno altre due categorie di crediti dell’Ader, tra i 1.200 miliardi in magazzino, che sono stati individuati. Secondo gli esperti, almeno 336 miliardi sono da considerarsi impossibili da riscuotere. Si tratta di cartelle che possono essere ricondotte a persone decedute, ad aziende che hanno cessato la propria attività con un fallimento oppure a nullatenenti che quindi non possiedono beni che lo Stato potrebbe pignorare per ottenere un compenso del proprio credito.
Infine, il vero lavoro di riscossione potrebbe limitarsi a 33 miliardi di euro di cartelle. Si tratta di crediti che sono tecnicamente recuperabili, ma che sono a nome di persone in difficoltà economica. Il Governo spera che le nuove misure introdotte in materia fiscale, che abbassano le sanzioni e permettono un pagamento dilazionato fino a 10 anni, generino un flusso di denaro spontaneo da queste cartelle, senza ulteriori costi per l’Ader.
La Lega di Matteo Salvini continua però a spingere per una nuova rottamazione delle cartelle, che permetterebbe di saldare i propri debiti senza interessi né sanzioni. Questo depotenzia di fatto il possibile adempimento spontaneo da parte dei debitori, che potrebbero preferire l’attesa di un nuovo condono fiscale.