Lidl punta a un’alimentazione consapevole, ma dove rimane il benessere dei polli?

Insieme al WWF, Lidl “prosegue nel suo impegno per un’alimentazione più consapevole, allineando ulteriormente la sua offerta di prodotti Planetary Health Diet (PHD) entro il 2050”. Questo è quanto dichiarato dal colosso dei discount che – dice – entro il 2030 aumenterà la quota di alimenti a base vegetale venduti, come fonti proteiche, cereali integrali, frutta...

Feb 5, 2025 - 06:09
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Lidl punta a un’alimentazione consapevole, ma dove rimane il benessere dei polli?

Insieme al WWF, Lidl “prosegue nel suo impegno per un’alimentazione più consapevole, allineando ulteriormente la sua offerta di prodotti Planetary Health Diet (PHD) entro il 2050”. Questo è quanto dichiarato dal colosso dei discount che – dice – entro il 2030 aumenterà la quota di alimenti a base vegetale venduti, come fonti proteiche, cereali integrali, frutta e verdura.

La Planetary Health Diet è stata sviluppata nel 2019 da 37 dei scienziati nell’ambito della Commissione EAT Lancet e fornisce il modello per una transizione nutrizionale globale che consentirà a una popolazione mondiale di 10 miliardi di persone di alimentarsi in modo sano rispettando i limiti del pianeta entro il 2050. Ma come la mettiamo con il resto?

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Grandi cose, infatti, all’orizzonte, e non solo: nel comunicato Lidl ha aggiunto che “persegue un miglioramento degli standard di benessere animale per la realizzazione dei propri prodotti a marchio a base di carne”.

E qui sorgono dubbi.

Gli obiettivi proclamati da Lidl

  • Fonti proteiche: dal 2022, Lidl monitora e analizza il “protein split”, che misura la proporzione di fonti proteiche vegetali rispetto alle fonti proteiche animali del proprio assortimento. Inoltre, Lidl Italia si pone l’obiettivo di portare la quota di fonti proteiche di origine vegetale al 20% entro il 2030. Questo include legumi, noci, semi e alternative vegane alla carne, uova e pesce
  • Cereali integrali: entro il 2030, la quota di cereali integrali dell’assortimento di prodotti che contengono cereali di Lidl Italia raggiungerà il 10%, contribuendo così all’obiettivo del 30% complessivo nei Paesi Lidl. Inoltre, l’Azienda inserirà almeno un prodotto a marchio proprio contenente cereali integrali in tutte le categorie merceologiche rilevanti entro il 2030
  • Frutta e verdura: Lidl Italia mira ad avere un assortimento ortofrutticolo sempre più sostenibile anche grazie alle 15 referenze provenienti da agricoltura biologica

E il benessere animale?

Parlando di benessere animale, dopo oltre due anni dal lancio della campagna #LidlChickenScandal, Lidl Italia non ha ancora mostrato interesse a voler affrontare i principali problemi che riguardano le condizioni di vita dei polli negli allevamenti intensivi dei suoi fornitori.

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Al contrario, Lidl Italia ha risposto finora solo con una diffida nei nostri confronti per cercare di fermare le nostre attività, dicono da Essere Animali.

Le domande che l’associazione animalista pone a Lidl Italia da qualche anno, in effetti, continuano a restare senza risposta: cosa ha intenzione di fare nel concreto Lidl Italia per migliorare gli standard di allevamento dei propri prodotti a marchio a base di pollo?

Cosa è accaduto

In particolare, è stata proprio l’associazione Essere Animali a divulgare negli scorsi dei video di due allevamenti associati a un grande gruppo alimentare che rifornisce Lidl con prodotti a base di pollo e maiale. All’ordine del giorno terribili maltrattamenti nei confronti degli animali.

Da due anni l’Open Wing Alliance, un’associazione di oltre 80 organizzazioni per la protezione degli animali (di cui fa parte anche Essere Animali), porta avanti una campagna informativa nei confronti di Lidl chiedendo un impegno concreto ad adottare standard di allevamento migliori nelle proprie filiere di pollo (come previsto dall’European Chicken Commitment).

Una storia, quindi, che mostra come le politiche della catena in tema di benessere animale siano ancora lontane dal garantire nella propria filiera almeno l’eliminazione delle principali cause di sofferenza per gli animali d’allevamento. Motivo per cui questa operazione “alimentazione consapevole” stride parecchio con il resto delle strategie.

Lidl Germania si è posta un obiettivo di miglioramento delle condizioni di vita dei polli al 2030, perché Lidl Italia non segue anche quest’esempio dell’internazionale? Quali azioni sono state intraprese nei confronti dei fornitori che non rispettano il benessere animale di cui Essere Animali ha rivelato l’identità a seguito della diffida?

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