Leonardo e Rheinmetall in attesa del primo contratto per il Lynx per l’Esercito italiano
Leonardo e Rheinmetall hanno presentato il nuovo veicolo cingolato da combattimento per la fanteria Lynx KF-41 per l'Esercito Italiano. La Difesa si prepara a firmare un contratto da mezzo miliardo di euro per un primo lotto di veicoli entro la metà del 2025. Tutti i dettagli
Leonardo e Rheinmetall hanno presentato il nuovo veicolo cingolato da combattimento per la fanteria Lynx KF-41 per l’Esercito Italiano. La Difesa si prepara a firmare un contratto da mezzo miliardo di euro per un primo lotto di veicoli entro la metà del 2025. Tutti i dettagli
Il 3 febbraio Rheinmetall e Leonardo hanno presentato il nuovo veicolo cingolato da combattimento per la fanteria Lynx KF-41 per l’Esercito Italiano presso il Poligono di Nettuno, a Roma.
Lo scorso dicembre il colosso della difesa tedesco ha inviato in Italia un veicolo blindato da combattimento Lynx Kf-41 per attività di verifica, test e valutazioni tecniche preliminari, come reso noto il 31 dicembre dallo stato maggiore dell’Esercito Italiano. “Gli Ingegneri, i collaudatori dell’Esercito saranno responsabili delle attività di familiarizzazione con il Lynx ed eseguiranno una serie di valutazioni allo scopo di testare le capacità di mobilità, protezione, potenza di fuoco e interoperabilità del mezzo”, spiegava la nota.
Questi test sono finalizzati alla firma di un contratto iniziale del valore stimato di oltre 500 milioni di per la fornitura del primo lotto di Lynx Kf-41. La firma di questo contratto è attesa entro il primo semestre del 2025.
A ottobre 2024, le due aziende hanno firmato l’accordo contrattuale per costituire la joint-venture paritetica Leonardo Rheinmetall Military Vehicles per lo sviluppo dei nuovi veicoli corazzati destinati all’Esercito italiano per una commessa di 23 miliardi di euro. L’obiettivo principale della joint venture è lo sviluppo industriale e la successiva commercializzazione del nuovo carro armato da combattimento italiano (Mbt) e della nuova piattaforma Lynx per il programma Armoured Infantry Combat System (Aics) come parte del programma di sistemi terrestri dell’Esercito italiano.
Dunque Rheinmetall ha proposto il suo prototipo di carro armato Panther KF51 come base per la sostituzione dei vecchi carri armati italiani Ariete (al posto del Leopard 2A8 come già predisposto anche dalla Difesa) e il suo veicolo da combattimento cingolato Lynx come base per la sostituzione dei Dardo.
Il Lynx KF41 presentato ieri all’Esercito proviene dall’Ungheria, che è l’unico precedente acquirente del veicolo, precisa Defense News.
Tutti i dettagli.
IL RUOLO DI LRMV
La joint venture paritetica italo-tedesca Leonardo Rheinmetall Military Vehicles, con sede a Roma e un centro operativo a La Spezia, ha il ruolo di “prime contractor” e di “systems integrator” per la fornitura da 23 miliardi di euro all’Esercito Italiano di 280 carri armati e 1.050 mezzi cingolati di fanteria.
Nello specifico, l’Italia intende acquistare 1.050 nuovi veicoli corazzati da combattimento Aics su base Lynx Kf-41, per un costo stimato di 15 miliardi di euro, e 280 nuovi carri armati basati sul Panther Kf-51, per un costo stimato di 8 miliardi di euro.
“Per accelerare le forniture all’Esercito, che sono urgentissime, probabilmente faremo un raggruppamento temporaneo di impresa che precede la jv per poter elaborare l’offerta in anticipo.Stiamo cercando di anticipare i tempi”, ha spiegato a Radiocor il condirettore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, lo scorso 23 gennaio.
La jv ha ottenuto nei giorni scorsi il via libera dell’Antitrust tedesco e sarà costituita nei prossimi mesi. Sul primo ordine all’Esercito Mariani ha detto di aspettarsi che avvenga “prima dell’estate” mentre non ha confermato le indiscrezioni sul valore della commessa di circa 500 milioni: “Sul valore dipende da come sarà frazionato il programma: i numeri complessivi sono noti ma, a seconda che si proceda con sviluppo e prototipi oppure sviluppo-prototipi-preserie, questo potrebbe cambiare il primo contratto”. “Dovremo fare un ottimo compromesso tra rapidità di contrattualizzazione del primo contratto e il suo contenuto” ha concluso il manager di Leonardo.
LE TEMPISTICHE
Tabella di marcia fornita anche da Alessandro Ercolani, amministratore delegato di Rheinmetall Italia, al Sole 24 Ore negli stessi giorni: “Sarà costituita formalmente entro fine marzo, per essere operativa dal 1° luglio, seguiranno due anni di sviluppo per iniziare poi la fase produttiva. Al momento le due società stanno costituendo un raggruppamento temporaneo di imprese per cominciare a lavorare. L’obiettivo è siglare entro l’anno i due contratti annunciati per la fornitura di carri armati Panther e cingolati leggeri Lynx all’esercito italiano. Già lo scorso 31 dicembre abbiamo consegnato un primo carro in prova”.
Dalla presentazione del 3 febbraio “è emerso che il primo esemplare di Aics Uor (Urgent Operational Requirement) destinato all’Italia – attualmente in costruzione in Ungheria – verrà consegnato nel corso del 2025 “così com’è”, insieme ad altri 4 veicoli, per un totale di 5 unità. Nel 2026 è prevista la consegna di ulteriori 11 esemplari, equipaggiati con la torre HITFIST 30 di Leonardo, nell’ambito di un requisito operativo urgente. A questi seguiranno le restanti piattaforme, fino al completamento del programma, che prevede la realizzazione di 1.050 veicoli Aics in circa 16 varianti” riporta Rid, la Rivista Italiana Difesa diretta da Pietro Batacchi.
GLI OBIETTIVI
Secondo quanto annunciato dai ceo delle due aziende, oltre agli acquisti programmati dall’Italia, la volontà è di puntare anche all’export dei mezzi realizzati in joint-venture verso altri Paesi con la prospettiva di un mercato da circa 50 miliardi di euro.
“La commessa per il governo italiano vale 23 miliardi in 15 anni, ma il mercato è molto più ampio, avremo un prodotto competitivo a livello globale dal Sudamerica al Medioriente” ha osservato Ercolani al quotidiano confindustriale.
I POSSIBILI NODI SUL LYNX…
Ma alcuni addetti ai lavori storcono il naso riguardo le tempistiche e gli obiettivi di esportazione prospettati da Leonardo e Rheinmetall.
“Il Lynx deve essere definito come configurazione dal cliente (ossia a seguito di un contratto), poi prodotto in pre serie, provato da industria e poi dal cliente che fa l’omologazione. Per esempio, il sistema di protezione attiva integrato nel veicolo (è un sistema high tech) di Rheinmetall, non è detto sia quello richiesto dall’Esercito, stante che nessun esercito lo ha acquisito salvo l’Ungheria. Si tratta di uno dei componenti più rilevanti del carro”, fanno notare a Startmag alcuni addetti ai lavori.
“Quindi, anche se l’esercito acquisisce i primi carri (5 unità) dovrà comunque fare delle prove (durata / costi), poi seguiranno gli altri 11 Lynx in configurazione completamente nuova (con torre Oto Melara) che dovranno essere omologati, di seguito poi la configurazione finale con il motore Iveco etc per la serie, che dovrà essere sviluppata e omologata. Per il Centauro 2 l’omologazione è durata 8 anni” proseguono gli esperti aggiungendo che “Altri eserciti, impiegano alcuni anni, e richiedono non uno o due prototipi ma dell’ordine della decina di unità per un programma di questo tipo. A titolo di raffronto basti vedere i programmi UK, Germania, US per piattaforme simili”.
…E SUL PANTHER
Dopodiché, le prime consegne dei Mbt all’Esercito basati sul Panther sono già previste per il 2027.
“Va da se che va sviluppato, il carro cosiddetto base, oltre a sviluppare la versione italiana con i componenti Leonardo. Tutto questo poi dovrebbe essere omologato. Questo per la versione combat. Le altre tre versioni, gettaponte, pioniere e recupero, anche queste dovrebbero essere sviluppate, prodotte, provate dall’industria e omologate. Non risulta che ci sia un gettaponte o un pioniere su Panther. La Germania ha acquisito da Rheinmetall e FFG i veicoli recupero e pioniere, basti confrontare i tempi di omologazione degli stessi per trarre delle conclusioni” commentano alcuni addetti ai lavori sentiti da Startmag.
“Bisogna dire che, stante lo stato disastroso delle forze armate italiane, non potendo le stesse recuperare /usare operativamente il carro Ariete per mancanza dei carri di supporto, sarebbe urgente ricevere i gettaponti, recupero e pioniere quanto prima. Nel piano come presentato, pur mancando di dettagli, è evidente che le tempistiche non sono assolutamente realistiche”, si sottolinea.
“Va aggiunto che, il picco di produzione a 170 carri / anno, comporta uno sforzo produttivo enorme che nessun paese ha oggi, una realtà che dovrà essere mantenuta negli anni a venire. Siccome è oggettivamente non fattibile, è evidente che i tempi, solamente per una questione industriale, saranno allungati” concludono un addetto ai lavori.
LA PARTITA MGCS
Infine, resta tutta da giocare la partita del programma Mgcs (Main Ground Combat System), ovvero il carro armato europeo di prossima generazione.
Quella del carro armato europeo del futuro, una delle tappe industriali cruciali nella costruzione della difesa comune, ha compiuto un passo in avanti con il via libera delle autorità tedesche e francesi al programma Mgcs.
Lanciato da Francia e Germania nel 2017 (insieme al parallelo Fcas per il caccia di sesta generazione), l’Mgcs è il programma per il sistema di combattimento terrestre del futuro. A partire dal 2035, l’Mgcs franco-tedesco dovrebbe sostituire i carri armati Leopard 2 e Leclerc, in servizio rispettivamente negli eserciti tedesco e francese. Il progetto rischiava di fallire a causa delle divergenze tra Berlino e Parigi, mai risolte del tutto.
Lo scorso 28 gennaio a Parigi, alla presenza del Ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu per la Francia e del Ministro della Difesa Boris Pistorius per la Germania, le aziende Knds Deutschland, Knds France, Rheinmetall Landsysteme e Thales hanno sottoscritto un accordo per la creazione della “Mgcs Project Company GmbH”, che si occuperà dell’implementazione del programma franco-tedesco Mgcs.
Al momento, da questa combinazione è esclusa l’Italia, membro osservatore del programma Mgcs dall’estate del 2022.
L’INTERESSE ITALIANO AL PROGRAMMA MGCS
Nel periodo 2022-24 il Governo italiano ha finalizzato accordi bilaterali con Francia e Germania per la collaborazione nel settore dei sistemi da combattimento terrestri, propedeutica all’auspicato ingresso nel programma Mgcs.
Nel frattempo, a fine 2023, Leonardo ha annunciato le trattative per un’alleanza con Knds (gruppo nato dall’aggregazione della francese Nexter e della tedesca Kmw) per una collaborazione per la fornitura dei carri armati Leopard 2A8 all’Esercito italiano da prodursi presso impianti italiani di nuova costituzione.
“La ricaduta logica di quell’accordo era l’ingresso dalla porta principale di Leonardo, e dell’Italia, nel programma del carro armato europeo, sviluppando una capacità industriale che avrebbe consentito la partecipazione al programma Mgcs e non solo, oltre a capitalizzare i programmi da 20 miliardi” sostengono alcuni addetti ai lavori a Startmag.
Tuttavia, la scorsa estate Leonardo abbandona il tavolo con Knds e sigla un accordo con Rheinmetall per lo sviluppo di una famiglia di veicoli per l’Esercito italiano.
Secondo alcuni addetti ai lavori, “oltre a portare l’Italia verso un modello autarchico (perché soltanto l’Ungheria ha puntato sul Panther, che al contrario non è stato adottato dalla Germania), esclude il nostro Paese dalla partita del carro europeo del futuro”.
Tutto da vedere.
Non va dimenticato che la nuova joint-venture Leonardo-Rheinmetall definirà anche la “roadmap per la partecipazione nel futuro Main Ground Combat System (Mgcs) europeo” come hanno dichiarato fin da subito le due aziende e ricordato anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto.