L’avvertimento della Lega agli alleati su Zaia: «Il Veneto è come la dinamite»
Le parole di Alberto Villanova, capogruppo del Carroccio al Consiglio regionale: «Il Veneto è la nostra linea del Piave, difenderemo ogni centimetro». L'avvertimento della Lega agli alleati su Zaia: «Il Veneto è come la dinamite». Il Pd si sfrega le mani: «Il centrodestra qui non esiste più» L'articolo L’avvertimento della Lega agli alleati su Zaia: «Il Veneto è come la dinamite» proviene da Open.
Nessun passo indietro della Lega in Veneto. Mentre a livello nazionale continua a tenere banco la polemica sull’opportunità di concedere il terzo mandato a sindaci e presidenti di regione, il partito di Matteo Salvini rende chiaro per l’ennesima volta che c’è un solo candidato possibile per il centrodestra unito alle prossime elezioni regionali: il governatore uscente Luca Zaia. «Se a Roma avranno l’intelligenza di capire che il Veneto è come la dinamite, bene: la coalizione resterà unita. Viceversa, ci metteremo sulla nostra linea del Piave e la difenderemo centimetro per centimetro per far valere i nostri diritti», dice senza troppi giri di parole Alberto Villanova, capogruppo della Lega al Consiglio regionale del Veneto, intervistato da Affari Italiani.
Le accuse della Lega a Forza Italia
Le parole di Villanova, esponente di spicco del Carroccio in Veneto, sono in realtà una replica alle dichiarazioni del deputato di Forza Italia Raffaele Nevi, che aveva invitato la coalizione di centrodestra a restare unita e non lanciare ultimatum. «Prima di dare lezioni all’esterno, sarebbe il caso di verificare in casa propria. Il primo richiamo all’unità del centrodestra lo dovrebbe fare al suo partito: Forza Italia in Veneto sta bombardando da mesi la nostra amministrazione con attacchi quotidiani e ha deciso, in modo unilaterale, di non votare l’ultimo bilancio della legislatura uscendo dal centrodestra», ribatte Villanova. Al deputato di Forza Italia, che parlava di «incrostazioni nefaste di potere», l’esponente della Lega suggerisce di «partire dal tema delle preferenze per l’elezione dei parlamentari», così da non avere «onorevoli con 8 o 9 legislature che poi pontificano sul concetto di democrazia».
I “casi” di Zaia e De Luca
La questione del terzo mandato per sindaci e presidenti di regione, che sta creando non poche tensioni tra i partiti che appoggiano il governo Meloni, riguarda essenzialmente due figure politiche: il presidente del Veneto, Luca Zaia, e quello della Campania, Vincenzo De Luca. Il primo vorrebbe correre per un terzo mandato consecutivo e gode dell’appoggio del suo partito (la Lega) ma non di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Mentre il governatore campano, che è iscritto al Pd, è ai ferri corti con la segretaria Elly Schlein, contraria al terzo mandato e desiderosa di candidare qualcun altro al suo posto.
Prove generali nel centrosinistra veneto
Nel frattempo, le opposizioni in Veneto si sfregano le mani e provano ad approfittare dei malumori interni alla maggioranza. «Siamo consapevoli della grande responsabilità che abbiamo davanti: offrire un progetto alternativo al centrodestra, che dopo trent’anni di governo regionale mostra evidenti segni di crisi e di fine di un ciclo politico», afferma in una nota congiunta la coalizione del centrosinistra veneto. Nei giorni scorsi si sono incontrati i rappresentanti locali di Pd, Avs, Movimento 5 Stelle, Veneto che Vogliamo, +Europa, Volt, Psi e Movimento socialista liberale. Tutti insieme per «costruire una risposta concreta alle nuove esigenze dei cittadini, partendo da una profonda attenzione alla qualità della vita e al benessere, in tutte le sue forme».
Foto copertina: ANSA/Michele Meraviglia | Luca Zaia al raduno della Lega a Pontida, 6 ottobre 2024
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