L’addestratore dell’intelligenza artificiale: “Così combattiamo gli incidenti sul lavoro”

Mario Puccioni, ceo di Binoocle, è un allenatore di intelligenza artificiale: "In futuro ci saranno sempre più robot che opereranno al posto dell'uomo in ambienti pericolosi"

Feb 5, 2025 - 12:37
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L’addestratore dell’intelligenza artificiale: “Così combattiamo gli incidenti sul lavoro”

Firenze, 5 febbraio 2025 -  Sempre più robot, in futuro, opereranno in ambienti pericolosi al posto dell'essere umano. Ne è convinto Mario Puccioni, fiorentino, ceo e founder di Binoocle, startup innovativa di Firenze.

Lei è un addestratore di intelligenza artificiale. Cosa fa esattamente?

"Il nostro compito è insegnare alle macchine a riconoscere ciò che vedono o leggono. Funziona un po’ come con i bambini: se vogliamo che un’IA riconosca un operaio senza caschetto, dobbiamo mostrarle migliaia di immagini e indicare ogni volta se il caschetto è presente o meno. La macchina impara grazie a questi esempi, fino a diventare capace di distinguere in autonomia ciò che è corretto da ciò che non lo è".

Quali sono i passaggi fondamentali per addestrare un’IA?

"Il primo step è raccogliere dati, che siano immagini o testi. Questi dati devono essere “puliti”, cioè ben organizzati e privi di errori. Poi si costruisce un dataset, una raccolta di esempi che la macchina userà per imparare. A questo punto, si applicano diversi algoritmi per far sì che l’IA elabori un modello di riconoscimento. Infine, si testa il modello per verificare che funzioni bene e, se necessario, si correggono gli errori. È un lavoro continuo: più la macchina impara, più diventa precisa. Occorrono in media tre mesi di addestramento, anche se poi il modello va sperimentato in contesti diversi.

Oltre alle immagini, su cosa lavora un’IA?

"Esistono modelli specializzati nella comprensione del linguaggio. Un assistente vocale o un sistema di traduzione automatica, per esempio, è addestrato a interpretare parole e frasi nel modo più naturale possibile. In BINOOCLE lavoriamo sia sulle immagini che sulla scrittura, e spesso combiniamo queste due tecnologie per creare soluzioni su misura per le aziende".

L’intelligenza artificiale sta cambiando il mercato del lavoro. Dobbiamo preoccuparci?

"È un cambiamento radicale, ma non significa che perderemo il lavoro. L’IA è molto brava nei compiti ripetitivi: se devo scrivere lo stesso report ogni giorno, un sistema automatico può farlo per me, lasciandomi più tempo per attività più creative e complesse. È come quando è stata inventata la lavatrice: le donne non hanno perso il lavoro, semplicemente hanno smesso di lavare i panni a mano. La macchina ha migliorato la loro qualità di vita. Lo stesso avverrà con l’IA: non sostituirà l’uomo, ma gli darà strumenti per lavorare meglio".

Quali sono gli ambiti più promettenti per l’intelligenza artificiale?

"L’industria, i trasporti e la gestione delle infrastrutture sono già settori in cui l’IA sta facendo la differenza. Ma ci sono anche applicazioni incredibili in medicina e scienza: grazie all’IA, possiamo creare nuovi farmaci o sviluppare proteine per combattere malattie".

Come immagina l’evoluzione dell’IA nei prossimi dieci anni?

"Vedremo progressi enormi nella robotica. I robot stanno diventando sempre più sofisticati: oggi possono portare un caffè o servire un cocktail, ma in futuro potranno lavorare in ambienti ostili o pericolosi, come miniere o piattaforme petrolifere. È un cambiamento che potrebbe migliorare la sicurezza e ridurre gli incidenti sul lavoro".

Per esempio?

"Pensiamo all’edilizia, dove i rischi per gli operai sono molti: da crolli a cadute, fino all’esposizione a sostanze pericolose. Oggi possiamo installare telecamere intelligenti dotate di processori, che analizzano in tempo reale la situazione e segnalano infrazioni alle norme di sicurezza, come l’assenza del caschetto. In futuro, potremmo avere robot capaci di operare in ambienti pericolosi al posto degli esseri umani".

In sintesi, l’intelligenza artificiale è un rischio o un’opportunità?

È una rivoluzione, e come tutte le rivoluzioni porterà cambiamenti. Ma se la usiamo nel modo giusto, ci aiuterà a vivere e lavorare meglio".