La riserva in Bitcoin di Trump è ancora solo un’idea

Ieri mercati delusi dalle parole del Crypto Czar

Feb 5, 2025 - 12:21
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La riserva in Bitcoin di Trump è ancora solo un’idea
Trump riserva bitcoin

Ieri, il Crypto Czar di Trump, David Sacks, ha detto che stanno valutando l’idea di istituire una riserva strategica in Bitcoin. 

Nonostante queste dichiarazioni in teoria sarebbero da interpretare come una presa di posizione positiva per il settore crypto da parte del governo USA, i mercati crypto invece le hanno prese relativamente male. 

Il prezzo di Bitcoin

Ieri il prezzo di Bitcoin era risalito sopra i 102.000$, dopo essere sceso lunedì fin sotto i 92.000$. 

Quando è iniziata la conferenza stampa di Sacks era ancora sopra i 100.000$, ma proprio mentre parlava il Crypto Czar di Trump, il prezzo di BTC ha iniziato a scendere. 

Nel giro di un paio di ore è tornato sotto i 97.000$, anche se poi nel corso della notte ha smesso di scendere assestandosi poco sotto i 98.000$. 

La conferenza stampa di Sacks era ampiamente attesa, tanto che è possibile che la risalita di ieri fino a 102.000$ fosse stata innescata proprio dalle aspettative nei confronti di ciò che avrebbe potuto dire. 

In particolare molti probabilmente si aspettavano proprio che confermasse l’intenzione di creare una riserva strategica in Bitcoin per gli USA, soprattutto dopo l’ordine esecutivo di Trump che prevede l’istituzione di un fondo sovrano statunitense. 

Tali aspettative si sono rivelate essere eccessive, e dato che la conferma della creazione della riserva strategica in BTC non è arrivata, i mercati hanno reagito con una certa delusione. 

Trump: la riserva strategica in Bitcoin

Donald Trump aveva promesso la creazione di una riserva strategica in Bitcoin negli USA già in campagna elettorale, prima delle elezioni del 5 novembre 2024. 

Il nuovo presidente è entrato in carica il 20 gennaio 2025, ma da allora i passi in avanti concreti fatti in quella direzione sono stati pochi. 

Anzi, come di fatto confermato ieri dallo stesso Sacks, è stato fatto un unico passo in avanti, tra l’altro nemmeno particolarmente concreto: l’avvio della valutazione della fattibilità e dell’opportunità dell’istituzione di una riserva strategica in Bitcoin negli USA.

Ciò implica giocoforza che la decisione finale in teoria non dovrebbe nemmeno essere stata ancora presa. 

In altre parole, nel caso ipotetico in cui la valutazione di cui sopra desse esiti negativi, è assolutamente possibile che gli USA decidano di non istituire alcuna riserva strategica in BTC. 

Tuttavia Trump sembra talmente favorevole ad un’iniziativa simile che ad oggi i mercati stanno di fatto scommettendo che non solo la valutazione darà esiti positivi, ma che poi effettivamente la riserva strategia verrà creata. 

Non va infatti dimenticato che gli USA, tramite il Dipartimento di Giustizia, ad oggi posseggono già quasi 200.000 BTC, per un controvalore in dollari USA superiore ai 19 miliardi. 

L’idea di non vendere quei Bitcoin, come sempre fatto in passato, ma di tenerli inserendoli all’interno di una riserva strategica sembra decisamente fattibile, ed è per questo che i mercati di fatto stanno scommettendo a favore. Ed è anche per questo motivo che hanno reagito con delusione alla prudenza mostrata ieri da Sacks su tale questione. 

Gli USA e Bitcoin

Fino ad oggi l’unico rapporto diretto avuto dalle istituzioni nazionali statunitensi con Bitcoin sembrano essere proprio quei quasi 200.000 BTC acquisiti grazie a sequestri di asset digitali all’interno di vicende giudiziarie per vari crimini. 

In realtà nel corso degli ultimi dieci anni il Dipartimento di Giustizia degli USA ha sequestrato ben più di 200.000 Bitcoin, ma nel corso degli anni buona parte sono già stati venduti all’asta. 

Celebre ad esempio è il caso di Tim Draper, che nel 2014 riuscì ad aggiudicarsi ben 30.000 BTC durante una di queste aste, comprandoli ad un prezzo medio di soli 632$ ciascuno. Il Dipartimento di Giustizia statunitense allora incassò meno di 19 milioni di dollari con quella vendita, mentre oggi quei 30.000 BTC varrebbero quasi tre miliardi. 

È probabilmente proprio per questo che Trump vorrebbe che il governo USA detenesse a tempo indeterminato i BTC che già possiede, così da avere forse una specie di tesoretto a cui attingere in momenti di evenienza. 

Tuttavia dal punto di vista legale potrebbe non essere semplice istituire una riserva strategica governativa in Bitcoin a norma di legge. Sacks ieri ha dichiarato che potrebbe non essere necessario ricorrere al fondo sovrano per questa istituzione, ma non è da escludere che per risolvere i problemi legali più ostici si finisca per optare per quella soluzione.