Intesa Sanpaolo: utile in crescita a doppia cifra e buyback da 2 mld all’orizzonte

Intesa Sanpaolo ha archiviato l’esercizio 2024 con un utile netto di 8,7 miliardi di euro, in crescita del 12,2% rispetto ai 7,7 miliardi dell’anno precedente. L’istituto guidato da Carlo Messina ha proposto dividendi complessivi per 6,1 miliardi e un buyback di due miliardi da avviare in prossimo giugno. “I risultati evidenziano la capacità di Intesa... Leggi tutto

Feb 4, 2025 - 13:52
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Intesa Sanpaolo: utile in crescita a doppia cifra e buyback da 2 mld all’orizzonte

Intesa Sanpaolo ha archiviato l’esercizio 2024 con un utile netto di 8,7 miliardi di euro, in crescita del 12,2% rispetto ai 7,7 miliardi dell’anno precedente. L’istituto guidato da Carlo Messina ha proposto dividendi complessivi per 6,1 miliardi e un buyback di due miliardi da avviare in prossimo giugno.

“I risultati evidenziano la capacità di Intesa Sanpaolo di generare una solida redditività sostenibile, con un utile netto pari a 8,7 miliardi a fronte di circa 0,9 miliardi di euro allocati a valere sull’utile ante imposte dell’anno con le azioni gestionali per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo, che contribuiscono a una previsione di utile netto per il 2025 migliorata a ben oltre 9 miliardi”, afferma in una nota l’istituto.

La divisione Private Banking, che serve il segmento di clientela di fascia alta (Private e High Net Worth Individuals) tramite Fideuram e le sue controllate Intesa Sanpaolo Private Banking, SIREF Fiduciaria, Intesa Sanpaolo Wealth Management, Reyl Intesa Sanpaolo, Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management e Fideuram Asset Management Ireland ha chiuso il 2024 con un risutato netto di 1,462 miliardi contro i 1.366 del 2023 e proventi operativi netti per 3,355 miliardi (+5,1%).

Mentre la divisione Asset Management, che fornisce soluzioni di asset management rivolte alla clientela del gruppo, alle reti commerciali esterne al Gruppo e alla clientela istituzionale tramite Eurizon Capital ha archiviato l’esercizio 2024 con un risultato netto di 579 milioni, in aumento dai 475 milioni del 2023 e proventi operativi netti per 1,005 miliardi (+10,7%).

La divisione Insurance, che sviluppa l’offerta dei prodotti assicurativi rivolti alla clientela del Gruppo e include Intesa Sanpaolo Assicurazioni (che controlla anche Intesa Sanpaolo Protezione, Intesa Sanpaolo Insurance Agency e InSalute Servizi) e Fideuram Vita, ha chiuso il 2024 con un risultato netto di 1,150 miliardi contro gli 876 milioni del 2023 e proventi operativi netti per 1.719 miliardi (+6,6%).

Le prospettive

L’attuazione del Piano di Impresa 2022-2025, fa notare in una nota l’istituto, procede a pieno ritmo, con una prospettiva di utile netto per il 2025 migliorata a ben oltre 9 miliardi di euro.

Per il 2025 Intesa prevede:

  • ricavi in crescita, con: resilienza degli interessi netti (in relazione al maggior contributo dell’hedging sulle poste a vista e all’aumento del volume dei crediti); incremento delle commissioni nette e del risultato dell’attività assicurativa, basato sulla leadership del gruppo nell’attività di Wealth Management, Protection & Advisory; crescita degli utili da trading;
  • costi operativi in riduzione, nonostante gli investimenti in tecnologia, con: accordo sindacale riguardante l’Italia, per 4.000 persone prossime all’età pensionabile in uscita volontaria entro il 2027, di cui 2.350 entro il 2025 (circa 950 già uscite al primo gennaio 2025), e 3.500 giovani da assumere entro il primo semestre 2028, di cui 1.500 Global Advisor per le attività commerciali nella rete in particolare nel Wealth Management & Protection; entro il 2027, mediante turnover naturale, 3.000 uscite per le persone in Italia, di cui 1.000 entro il 2025, e 2.000 uscite nette nelle controllate internazionali, di cui 500 entro il 2025; benefici addizionali derivanti dalla tecnologia (es., razionalizzazione delle filiali e snellimento dei processi informatici); razionalizzazione degli immobili;
  • basso costo del rischio, con: basso stock di crediti deteriorati; portafoglio crediti di elevata qualità; gestione proattiva del credito;
  • minori tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario e assicurativo, non essendoci più contribuzione al fondo di garanzia dei depositi.

Prevista poi una forte distribuzione di valore:

  • payout ratio cash pari al 70% dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa, con un aumento del dividendo per azione relativo al 2025 rispetto all’importo relativo al 2024 (*);
  • buyback pari a 2 miliardi di euro da avviare a giugno 2025 (autorizzato dalla BCE) (*);
  • ulteriore distribuzione per il 2025 da quantificare quando verranno approvati i risultati annuali.

Prevista inoltre una solida patrimonializzazione, con un Common Equity Tier 1 ratio – confermando l’obiettivo superiore al 12% nell’orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025 secondo le regole di Basilea 3 / Basilea 4 – pari nel 2025 a oltre il 14% ante Basilea 4, a circa il 13,7% post impatto di Basilea 4 nel 2025 pari a circa 40 centesimi di punto e a circa il 14,5% post impatto complessivo di Basilea 4 pari a circa 60 centesimi di punto (di cui circa 20 nel 2026-2033, inclusi circa 10 nel 2026 relativi a FRTB) e includendo l’assorbimento delle DTA successivo al 2025 pari a circa 100 centesimi di punto (per la gran parte entro il 2028), tenendo conto del predetto payout ratio previsto per gli anni del Piano di Impresa, del buyback da avviare a giugno 2025 e non considerando un’ulteriore distribuzione per il 2025.