Asset allocation: ecco perchè puntare su bond con una duration elevata negli Usa
Da oltre un anno si è instaurato un dibattito continuo tra chi investe nel comparto del reddito fisso sull’importanza relativa dei rendimenti e degli spread sullo stato di salute di questa classe di attività. L&G Asset Management ritiene che la risposta a questa domanda l’abbia data il costante afflusso netto di capitali, guidati dalla remunerazione... Leggi tutto
Da oltre un anno si è instaurato un dibattito continuo tra chi investe nel comparto del reddito fisso sull’importanza relativa dei rendimenti e degli spread sullo stato di salute di questa classe di attività. L&G Asset Management ritiene che la risposta a questa domanda l’abbia data il costante afflusso netto di capitali, guidati dalla remunerazione offerta e dalla conseguente contrazione dei differenziali creditizi.
Anche i fondamentali del settore si dimostrano positivi, sia da un punto di vista top-down, con la robusta crescita dei titoli statunitensi, sia da un punto di vista bottom-up, visto il generale miglioramento della qualità del credito, soprattutto nella finanza e nell’immobiliare europei.
“Ciò ha avvantaggiato soprattutto coloro che hanno scelto di posizionarsi su una duration più lunga, dato che la deflazione che si è innescata nel 2023 ha avuto una forte spinta e la correlazione negativa tra tassi e spread, di cui hanno goduto gli investitori per gran parte del 21° secolo, si è riaffermata dopo lo shock del 2022/23 – afferma Colin Reedie, Head of Active Strategies di L&G AM – pertanto, riteniamo che la duration rappresenti ancora una volta una sorta di assicurazione per chi investe in obbligazioni“.
E Trump?
Tutti gli outlook di mercato formulati per il 2025 danno una grande importanza alla nuova amministrazione Trump e alle conseguenze che questa potrebbe avere sulla crescita economica europea, assieme alla crisi dell’industria tedesca e allo stallo politico in cui si trova la Francia. Tuttavia, il mercato sembra vedere positivamente l’agenda governativa del tycoon di sostegno alla crescita e non considerare l’impatto che i dazi possono avere sulle performance interne. E poco importa se tutte le opinioni circa le politiche fiscali e commerciali negli Usa si fondino sostanzialmente su assunzioni difficili da giustificare attraverso prove concrete.
“Per questo motivo, riteniamo che il rischio principale è che questo diffuso ottimismo sia disatteso in negativo, anche considerando che la misura riguardante le tariffe è sette volte più estesa di quella messa in pratica durante la prima presidenza Trump. Lo stesso, da un punto di vista opposto, può essere detto anche per l’Europa, dove si riscontra un eccesso di cautela, che potrebbe avvantaggiare chi assume posizioni corte sulla Germania e chi predilige l’euro al dollaro. Una dimostrazione di ciò ci è arrivata già con la stretta che si è verificata lo scorso dicembre, in cui il credito del Vecchio Continente è cresciuto più di quello d’oltre Oceano”, sostiene Reedie.
L’inflazione può davvero considerarsi superata?
“Riteniamo poi importante concentrarci su ciò che potrebbe causare un’inversione dei fondamentali tecnici che hanno determinato le scelte degli investitori negli ultimi mesi”, fa notare l’esperto di Legal & General AM, che spiega: “Un rimbalzo abbastanza forte dell’inflazione core che costringesse la Federal Reserve ad avviare un nuovo ciclo di rialzo dei tassi è forse quello che più dovrebbe essere temuto, dato che innescherebbe la paura di percepire rendimenti negativi dagli investimenti obbligazionari. Negli ultimi 12 mesi, sul mercato sono stati effettuati acquisti nella convinzione che il taglio dei tassi proseguisse; una convinzione che potrebbe essere disattesa solamente da mesi consecutivi di dati sull’inflazione al rialzo, come si è già iniziato a vedere, ma anche dalla piena attuazione della politica di Trump. Pertanto, nonostante la ristrettezza degli spread, una posizione lunga sul fixed income potrebbe consentire l’accesso a nuove opportunità di rendimento”.