I primi migranti illegali arrestati negli Usa finiscono a Guantanamo
I primi dieci trasferiti nei giorni scorsi con un volo del Pentagono. I posti sono 120 ma l'obiettivo è arrivare a 30 mila L'articolo I primi migranti illegali arrestati negli Usa finiscono a Guantanamo proviene da Open.
Sono arrivati ieri. I primi dieci migranti illegali arrestati negli Stati Uniti sono stati trasferiti con un volo del Pentagono alla base navale americana di Guantanamo, a sud dell’isola di Cuba. I dieci, ha aggiunto il dipartimento della Difesa, «fanno parte della gang criminale Tren de Aragua». Non sono stati messi insieme ai terroristi, detenuti da tempo nel campo di prigionia. Come promesso da Donald Trump, che aveva detto di voler trasformare l’isola in un centro per migranti. Per ora i posti a disposizione sono solo 120 ma l’obiettivo è arrivare a quota 30 mila. La prigione aperta nel 2002 dall’allora presidente George W. Bush nell’ambito della guerra al terrore dopo gli attacchi dell’11 settembre diventa così qualcosa di nuovo.
I migranti a Guantanamo
Anche se i legali del Dipartimento della Sicurezza Nazionale e del Pentagono non hanno infatti ancora determinato se il trasferimento è legale. Non si sa nemmeno quale sia la legge da applicare, che a Guamntanamo non è chiara. Non si sa se potranno accedere a servizi legali e sociali. «Sono partiti i primi voli dagli Stati Uniti verso Guantanamo Bay con migranti illegali», ha dichiarato il segretario stampa della Casa Bianca Karoline Leavitt a Fox Business. Un funzionario della difesa statunitense ha detto che «è previsto un volo verso la Naval Station Guantanamo Bay con circa una dozzina di stranieri illegali ad alto rischio. Saranno ospitati nella struttura di detenzione ma non saranno collocati con i detenuti di alto valore attualmente presenti nella struttura». Intanto El Salvador ha accettato di ricevere i «migranti illegali violenti di tutti i paesi», inclusi i criminali americani, in cambio di soldi.
Il canale di Panama
Nel frattempo i Dipartimento di Stato Usa su X assicura che Panama ha accettato di far passare gratis le navi usa nel canale. Imputanto alle forti pressioni del presidente Donald Trump il successo con risparmi di milioni di dollari all’anno per il governo. L’Autorità del Canale di Panama nega però di aver rinunciato ai pedaggi per le navi del governo statunitense. In un secco comunicato l’ente autonomo che amministra la via d’acqua interoceanica sottolinea di avere «il potere di stabilire pedaggi e altre tariffe per l’attraversamento del canale» e di «non aver apportato alcuna modifica a tali tariffe». E la Cia ha inviato alla Casa Bianca una controversa email non classificata con l’elenco dei dipendenti assunti dall’agenzia di spionaggio negli ultimi due anni. Un invio – scrive il New York Times– «per ottemperare a uno sforzo guidato da Elon Musk per ridurre drasticamente la forza lavoro federale».
Agenti segreti a rischio
Tra i nominativi trasmessi senza alcuna forma di segretezza e protezione figurerebbero molti agenti, «compresi quelli assunti per concentrarsi sulla Cina, le cui identità sono solitamente tenute gelosamente custodite». Altri ex funzionari della Cia inoltre hanno espresso il timore che la lista possa finire nelle mani di giovani esperti di software che lavorano con il magnate Musk e il suo team al Department of Government Efficiency. Infine, Bishara Bahbah, presidente di Arab Americans for Trump, ha annunciato che il gruppo ora si chiamerà Arab Americans for Peace. Il gruppo che ha avuto un ruolo chiave nell’aiutare il presidente a fare breccia tra gli elettori della comunità arabo-americana nelle presidenziali sta cambiando nome dopo l’uscita sugli Stati Uniti che «prenderanno il controllo» della Striscia di Gaza. Trasformandola nella «Riviera del Medio Oriente».
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