F1, FIA: l’operato dei team nella fase di transizione regolamentare

Come prescritto dalla FIA, dal mese di gennaio i team di F1 possono iniziare a lavorare sulle monoposto del 2026. Per le scuderie, la fase di transizione tecnologica rappresenta una grande sfida, poiché le divisioni delle squadre devono operare contemporaneamente su orizzonti temporali molto differenti, sintetizzabili in tre fasi. La prima è lo “short term”, […]

Jan 14, 2025 - 18:22
F1, FIA: l’operato dei team nella fase di transizione regolamentare

Come prescritto dalla FIA, dal mese di gennaio i team di F1 possono iniziare a lavorare sulle monoposto del 2026. Per le scuderie, la fase di transizione tecnologica rappresenta una grande sfida, poiché le divisioni delle squadre devono operare contemporaneamente su orizzonti temporali molto differenti, sintetizzabili in tre fasi. La prima è lo “short term”, che indica il lavoro di preparazione e supporto del team nei weekend di gara. Si analizzano i dati acquisiti durante le prove libere per estrarre la massima performance in qualifica e, successivamente, in gara.

La “medium term phase” corrisponde invece al primo momento di valutazione delle prestazioni della vettura nel corso della stagione. Dopo le operazioni di trouble shooting, una volta comprese le ragioni di eventuali criticità della monoposto, si procede con uno sviluppo correttivo o evolutivo del mezzo. Infine, negli anni caratterizzati da cambiamenti nel quadro normativo, i team sono impegnati nella “long term phase, che per questa stagione significa iniziare a concepire la futura monoposto secondo i nuovi criteri definiti dal regolamento. Non potendo eseguire test fisici in pista le simulazioni diventano cruciali.

Uno strumento decisivo per prevedere il comportamento del nuovo progetto tecnico, nella speranza di ottenere un riscontro attendibile in condizioni reali. All’interno dei team, le simulazioni coinvolgono due gruppi di lavoro. Il primo si occupa di implementare il modello virtuale della vettura, l’altro. Un effettua i “run” delle simulazioni basandosi sui modelli disponibili, elaborando le proprie osservazioni e iterando il processo fino a raggiungere una soluzione considerata ottimale. È evidente che, senza punti di riferimento pregressi, lo sviluppo delle monoposto 2026 rappresenta un esercizio estremamente complesso.

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Max Verstappen (Red bull) a bordo della RB20 – GP Messico 2024

Un compito ancora più arduo sulle prossime vetture che non avranno una configurazione aerodinamica statica o limitata a due opzioni. Dal 2011, con l’introduzione del DRS le auto sono in grado di alternare due configurazioni aerodinamiche nell’arco dello stesso GP: con l’ala posteriore chiusa o con il DRS attivo. Nelle vetture 2026, l’aerodinamica attiva coinvolgerà anche l’ala anteriore e potrà essere utilizzata in numerosi segmenti della pista. È chiaro che l’analisi in galleria del vento, con l’attuale quadro normativo, era meno complessa, dato che l’ala veniva spalancata quasi esclusivamente nei rettilinei.

F1, FIA: le auto pre wing car come punto di partenza nella fase di design

Partendo da un foglio bianco e con un regolamento tecnico completamente nuovo, quanto dell’attuale know-how potrà essere traslato sui progetti 2026? Stando alle informazioni disponibili, quasi nulla, indipendentemente dal nuovo tipo di propulsore e dall’esteso utilizzo dell’aerodinamica attiva. La sostanziale differenza è che le nove vetture di F1 avranno, almeno inizialmente, valori di carico verticale nettamente inferiori rispetto a quelli delle attuali wing car. Secondo quanto accennato da Mario Isola, la differenza potrebbe aggirarsi intorno a un 15% in meno di downforce.

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Mario Isola, n° 1 delle attività sportive della Pirelli

La grande novità riguarda il minore contributo del fondo vettura al carico complessivo del mezzo, che attualmente supera il 50% dell’apporto totale garantito da tutte le componenti della monoposto (ala anteriore, posteriore, bodywork, ecc.). Il design delle monoposto 2026 riporterà in auge la raffinatezza delle soluzioni aerodinamiche relative al così detto upper floor. In sostanza, i bolidi dei prossima generazione possono essere considerati le logiche evoluzioni delle vetture disciplinate dal corpo normativo in vigore sino alla stagione 2021. Questa l’idea generale del paddock.

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La bellissima SF70-H guidata da Sebastian Vettel – GP Monaco 2017

Tuttavia, bisogna tenere presente che le squadre stanno lavorando su un regolamento ancora in evoluzione, che potrebbe subire ulteriori modifiche dalla FIA qualora i team dovessero riscontrare ulteriori criticità. Non va dimenticato che le varie revisioni sono state necessarie a seguito delle simulazioni effettuate dai team, che hanno evidenziato un netto calo delle performance rispetto alle vetture della passata campagna. La sensazione è che il processo di sviluppo delle auto 2026 comporterà ulteriori interazioni tra le squadre e la divisione monoposto della Federazione Internazionale.

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: FIA – F1TV