È notte fonda sul sistema ferroviario italiano, in crisi tra incidenti e "sabotaggi"

lentepubblica.it Cosa sta succedendo al sistema ferroviario italiano e perché non si riesce a svincolare da una crisi che ormai lo attanaglia da diverso tempo? Proviamo a scoprirlo. “La puntualità è la cortesia dei re”, scriveva re Luigi XVIII in uno dei suoi numerosi testi che hanno influenzato i comportamenti della nobiltà del suo tempo. La […] The post È notte fonda sul sistema ferroviario italiano, in crisi tra incidenti e "sabotaggi" appeared first on lentepubblica.it.

Jan 18, 2025 - 13:04
È notte fonda sul sistema ferroviario italiano, in crisi tra incidenti e "sabotaggi"

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Cosa sta succedendo al sistema ferroviario italiano e perché non si riesce a svincolare da una crisi che ormai lo attanaglia da diverso tempo? Proviamo a scoprirlo.


La puntualità è la cortesia dei re”, scriveva re Luigi XVIII in uno dei suoi numerosi testi che hanno influenzato i comportamenti della nobiltà del suo tempo. La puntualità…peculiarità sconosciuta a Trenitalia, purtroppo per noi italiani.

Sebbene sia stata premiata nel mese di dicembre come la migliore compagnia ferroviaria d’Europa, Trenitalia al momento si trova al centro di una crisi senza precedenti. Mentre il report di Transport and Environment (T&E) esalta le qualità di Trenitalia, ossia l’efficienza della prenotazione online, il rapporto qualità-prezzo e l’esperienza di viaggio, i viaggiatori italiani vivono una realtà ben diversa, fatta di incidenti surreali, guasti a catena e ritardi cronici. Il riconoscimento a livello europeo dunque stride con i disagi quotidiani di un sistema ferroviario che fatica a garantire efficienza e affidabilità, alimentando dubbi sul vero stato della rete italiana.

La crisi del sistema ferroviario italiano

Dalla storia del “chiodo” che ha paralizzato il nodo di Roma Termini, fino alla recente escalation di disagi, la situazione appare sempre più complessa e, in alcuni casi, avvolta nel mistero. A farne le spese però sono soprattutto i moltissimi pendolari che ogni giorno si spostano tra le varie regioni italiane, totalmente in balia di ritardi cronici e disagi sempre più frequenti.

Mercoledì scorso, il gruppo Ferrovie dello Stato (FS) ha presentato un esposto alla questura di Roma, ipotizzando che i ripetuti guasti alla rete ferroviaria siano il risultato di un complotto mirato a destabilizzare la società e, indirettamente, il governo. L’accusa, però, appare priva di basi concrete, sollevando dubbi sulla sua reale finalità.

Tutto è cominciato il 9 ottobre, quando un incidente apparentemente banale, causato da un chiodo piantato in una canalina contenente cavi elettrici, ha provocato il blocco totale della sala operativa di Roma Termini. Questa vicenda, definita “grottesca” per la semplicità della spiegazione, ha acceso i riflettori sulla fragilità del sistema ferroviario e sui potenziali problemi di sicurezza. Nonostante le rassicurazioni e l’avvio di un’inchiesta interna, il sistema di allerta che avrebbe dovuto mitigare i danni sembra non aver funzionato.

Ad ogni modo, i disservizi ferroviari non rappresentano una novità nel panorama italiano, ma negli ultimi mesi hanno assunto proporzioni allarmanti e l’inerzia del gruppo FS risulta allarmante, specialmente alla luce dei recenti investimenti della società all’estero, come Iryo in Spagna (attualmente, il gruppo FS è il primo azionista della società, con il 51% delle quote) ed Hellenic Train in Grecia (dal 2017, controllata al 100% dal gruppo FS). Si parla di investimenti piuttosto esosi, che appaiono un paradosso per chi vive quotidianamente i disagi della rete italiana.

Investimenti e disservizi: un paradosso

Ebbene, dall’episodio del chiodo la situazione non è migliorata, anzi, sembra addirittura peggiorata. Tra problemi tecnici, malfunzionamenti nei sistemi di vendita dei biglietti e disagi causati dal maltempo, il sistema ferroviario italiano è in forte difficoltà. Infatti, secondo il Codacons, dall’inizio dell’anno si sono registrati 76 eventi tra guasti e disservizi, una cifra che evidenzia la gravità della situazione.

Emblematico è il caso del pantografo danneggiato che, lo scorso sabato, ha paralizzato Milano Centrale, creando un effetto domino su tutta la rete nazionale. Il giorno successivo, nuovi guasti sull’alta velocità Roma-Napoli e sulla Milano-Piacenza hanno alimentato il caos, mentre il maltempo che ha flagellato il sud Italia ha causato ulteriori interruzioni.

Le dichiarazioni dei vertici di Trenitalia e del ministro Salvini non hanno contribuito a placare gli animi. Da un lato, si cerca di attribuire alcuni episodi a eventi casuali o alla sfortuna; dall’altro, si sollevano ipotesi di sabotaggio o di azioni dolose, che, però, mancano di prove concrete. Protagonista (in negativo) è proprio il ministro Salvini, il quale sembra incapace di fornire risposte adeguate. La scelta di non presentarsi al question time e di inviare il collega Luca Ciriani è stata percepita come un segnale di debolezza politica. Questo episodio si inserisce in un quadro più ampio di crisi del suo partito, la Lega, che negli ultimi anni ha visto erodere la propria base elettorale.

Reazioni istituzionali e sabotaggi

Intanto, nella giornata di mercoledì 15 gennaio, i vertici di FS hanno deciso di presentare un esposto alla questura capitolina, che elenca cinque episodi di guasti significativi verificatisi tra l’11 e il 15 gennaio in diverse regioni italiane, tra cui un guasto alla linea elettrica a Milano, la rottura di una rotaia in Toscana e anomalie al nodo ferroviario di Roma. In particolare, la denuncia segnala che i vari disservizi tendono a verificarsi in momenti strategici per il traffico ferroviario, come le prime ore del mattino o il tardo pomeriggio e in punti nevralgici della rete, il che contribuisce ad alimentare i sospetti di un possibile complotto. Nonostante l’insistenza su “circostanze altamente sospette”, il documento non presenta prove a sostegno dell’ipotesi di sabotaggio. La stessa nota ufficiale di FS suggerisce che i guasti possano essere attribuiti a disfunzioni tecniche, senza tuttavia escludere la possibilità di interventi dolosi.

La vaghezza delle accuse e l’assenza di elementi concreti rendono difficile avviare indagini efficaci, dal momento che la verifica tecnica delle cause è competenza dello stesso gruppo FS e delle sue controllate, Trenitalia e RFI.

Le ipotesi di sabotaggio, benché suggestive, rischiano di oscurare un problema di fondo: le croniche carenze del sistema ferroviario italiano. Nonostante FS investa ogni anno cifre significative – circa 6 miliardi per il miglioramento delle infrastrutture e 7 miliardi per la spesa corrente – il risultato lascia molto a desiderare. La quota modale del trasporto ferroviario in Italia è tra le più basse d’Europa, con appena il 7% per i passeggeri e il 9% per le merci, una realtà che denuncia limiti evidenti nella pianificazione e nell’efficacia degli interventi.

Anche le risorse del PNRR, che rappresentano un’occasione unica per rilanciare il settore, sembrano scontrarsi con la lentezza nella loro attuazione. Altrettanto preoccupanti sono le difficoltà legate alla manutenzione, alla gestione del personale e al taglio delle corse, una scelta spesso adottata per evitare la congestione della rete, ma che non fa che aggravare i disagi per i pendolari.

Le sfide future per il sistema ferroviario

La denuncia di FS solleva interrogativi legittimi, ma la mancanza di prove concrete per un sabotaggio organizzato lascia aperta la possibilità che i disservizi siano il risultato di un sistema che fatica a stare al passo con le esigenze del paese. Più che ipotizzare complotti, sarebbe opportuno interrogarsi su come migliorare l’efficienza della rete, garantire la sicurezza dei viaggiatori e restituire credibilità al trasporto ferroviario.

In un momento storico in cui la modernizzazione delle infrastrutture è cruciale per la competitività del paese, lasciare che questi disservizi si trasformino in un’arma di scontro politico rischia di distogliere l’attenzione dalle vere priorità. Le prossime mosse del governo e delle Ferrovie saranno decisive per dimostrare se il sistema è in grado di rispondere alle sue sfide o se continuerà a subire le conseguenze di anni di inefficienze e scelte poco lungimiranti.

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