Doom The Dark Ages Anteprima V mensile
Doom The Dark Ages si prepara a rivoluzionare la serie con un prequel del Doom del 2016 e di Doom Eternal uscito in quello che ormai sembra un lontanissimo 2020. Proponendo una nuova avventura che fonde inaspettatamente elementi di fantascienza e fantasy medievale, questo prequel non è solo un omaggio alla tradizione della saga, ma […] L'articolo Doom The Dark Ages Anteprima V mensile proviene da Vgmag.it.
Doom The Dark Ages si prepara a rivoluzionare la serie con un prequel del Doom del 2016 e di Doom Eternal uscito in quello che ormai sembra un lontanissimo 2020. Proponendo una nuova avventura che fonde inaspettatamente elementi di fantascienza e fantasy medievale, questo prequel non è solo un omaggio alla tradizione della saga, ma una rielaborazione che introduce innovazioni audaci per rispondere alle aspettative sia dei veterani che dei nuovi giocatori.
L’obiettivo del team è infatti quello di cercare di soddisfare entrambe le tipologie di giocatori, differenti non solo per questioni meramente anagrafiche ma anche di preferenze videoludiche. Come lo fai? Imbastendo un racconto epico che getta luce sul passato del Doom Slayer e sulle origini delle Sentinelle. Il un tono è più oscuro e cinematico, adatto all’ambientazione medievale, ma soprattutto adatto ai gusti del pubblico più giovane, sempre più affamato di background stories e sempre meno avvezzo al fascino del mistero. Il cast di personaggi include alleati enigmatici e nuovi antagonisti, come il Principe demoniaco Ahzrak, un nemico che promette di portare la trama a nuovi picchi drammatici. Tranquillizzatevi, però: pur avendo un ruolo più presente rispetto al passato, in ogni caso la narrazione è stata pensata per non interrompere il frenetico flusso di gioco, sostituendo in parte i codex testuali, spesso usati per approfondire gli elementi narrativi, in favore di sequenze filmate che caricano in modo più marcato il pathos dei combattimenti.
Carri armati, draghi meccanici e mecha
Il gioco si presenta con una visione più cruda e potente del combattimento, un sistema che, come affermato dal Game Director Hugo Martin, ci trasforma da “un jet da battaglia” in “un carro armato d’acciaio”. Questo cambio di rotta si riflette in scontri che privilegiano la forza bruta, mantenendo però il dinamismo e la velocità che hanno sempre caratterizzato la serie. Gli appassionati troveranno numerosi riferimenti ai capitoli precedenti, ma sarà anche un ottimo punto di ingresso per chi non ha mai affrontato il mondo di Doom. Il protagonista esplorerà le sue origini, approfondendo il legame con le Sentinelle e offrendo un’esperienza arricchita da nuove meccaniche di gioco, come lo Shield Saw, uno scudo multifunzionale che diventa essenziale per il combattimento corpo a corpo. Le armi, pensate per essere vere e proprie macchine da guerra medievali, includono strumenti come il Rail Spike e lo Skull Crusher, ognuno con modalità d’uso uniche. Non manca una rinnovata possibilità di eseguire combo in modo fluido, garantendo un controllo totale sull’azione, con l’aggiunta del parry, che non solo permette di bloccare gli attacchi, ma offre anche la possibilità di contrattaccare con devastanti mosse speciali.
La vastità del mondo esplorabile è senza precedenti nella serie, con aree che spaziano dalle foreste oscure a fortezze antiche, passando per i ben noti regni infernali. Il level design non è mai ripetitivo e propone combinazioni di spazi aperti e percorsi labirintici, che permettono un’esplorazione meno “su binari” rispetto soprattutto a Doom Eternal. Tra le novità introdotte, ci sono due veicoli epici che vanno oltre la mera estetica: un drago meccanico munito di ali laser e l’Atlan, un super mecha gigantesco. Questi veicoli, tutt’altro che accessori, offrono un’ulteriore profondità strategica, affrontando mini-boss e aggiungendo nuovi livelli di interazione con il mondo di gioco. La possibilità di cavalcare il drago per abbattere velieri volanti o affrontare mostri colossali a bordo del mecha arricchisce l’esperienza di gioco, proponendo situazioni mai viste prima in un Doom.
Bellissimo, come lo avevamo lasciato…
Parlando di Doom e di Id Software, non si può non fare un accenno al comparto grafico, da sempre fiore all’occhiello della saga. The Dark Ages sfrutta il solito motore proprietario, id Tech 8, garantendo prestazioni grafiche di altissimo livello. Ogni scena è curata nei minimi dettagli, e i combattimenti, che vedono un’incredibile quantità di demoni a schermo contemporaneamente, sono resi con l’impeccabile fluidità a cui Id Software ci ha abituati. La possibilità di personalizzare la difficoltà, sempre sostenuta anche a modalità normale, rende il gioco accessibile anche ai nuovi arrivati, con controlli studiati per essere intuitivi e un sistema di combo e parate che aggiunge un innovativo tocco strategico al gameplay da FPS duro e puro. Inoltre, il sistema di recupero delle risorse, che non si affida a meccaniche complesse, punta sul combattimento corpo a corpo come modo principale per raccogliere munizioni e potenziamenti, mantenendo l’azione ad un ritmo frenetico.
In conclusione Doom The Dark Ages, vuole raggiungere il complesso obiettivo di consolidare le fondamenta degli shooter vecchia scuola, quelli della generazione cresciuta a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90, strizzando con consapevolezza al gusto più “raffinato” passatemi il termine, del pubblico contemporaneo. L’azione frenetica non manca, così come gli eccessi con cui i quarantenni come me sono cresciuti, a questi Id Software ha sapientemente aggiunto quel minimo di profondità strategica e imprint narrativo che oggi proprio non possono mancare in un videogioco. Da fan della saga non posso che essere curiosa sul risultato finale che questa strana commistione può generare, ma tanto ormai maggio è sempre più vicino. Leggilo gratis in versione impaginata e sfogliabile sul numero 9 di V – il mensile di critica videoludica
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