Dall’Iran ai Grammy Awards, i diversi volti (e significati) della nudità femminile

Sono entrambe nudità silenziose. Eppure, se quella di Bianca Censori ai Grammy Awards è muta – una semplice provocazione oppure l’ennesimo esempio di mercificazione del corpo femminile e di sottomissione all’uomo? – quella della donna iraniana che si sveste salendo su un’auto della polizia in Iran emette un urlo potentissimo. Due nudità lontane, geograficamente e […] The post Dall’Iran ai Grammy Awards, i diversi volti (e significati) della nudità femminile appeared first on The Wom.

Feb 5, 2025 - 06:07
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Dall’Iran ai Grammy Awards, i diversi volti (e significati) della nudità femminile
Mentre Bianca Censori, moglie del rapper Kanye West, si presentava ai Grammy Awards vestita di un velo trasparente, mostrando un nudo integrale, in Iran una donna si è spogliata salendo su un’auto della polizia per protesta contro il regime

Sono entrambe nudità silenziose. Eppure, se quella di Bianca Censori ai Grammy Awards è muta – una semplice provocazione oppure l’ennesimo esempio di mercificazione del corpo femminile e di sottomissione all’uomo? – quella della donna iraniana che si sveste salendo su un’auto della polizia in Iran emette un urlo potentissimo. Due nudità lontane, geograficamente e concettualmente, che ci riportano all’urgenza di liberare il corpo della donna dal dominio dello sguardo maschile. Qui, in Occidente, e in tutto il mondo.

Il nudo integrale di Bianca Censori ai Grammy Awards

Un velo trasparente indossato senza biancheria intima: così si è presentata Bianca Censori al red carpet dei Grammy Awards, andati in scena la sera del 2 febbraio a Los Angeles. Un’apparizione che, com’era prevedibile, ha scatenato migliaia – se non milioni – di commenti sul web. Anche questa volta l’opinione pubblica si è polarizzata: c’è chi pensa che i suoi abiti siano dettati dal marito Kanye West e chi invece dà credito alla libertà di Censori di scegliere come vestirsi. Al di là dei commenti, la scena che si è palesata davanti agli obiettivi dei fotografi è sicuramente controversa: una donna che si presenta completamente nuda accanto a un uomo vestito. Senza messaggi, senza un perché. Forse solo con lo scopo di scandalizzare. Ma scandalizzare chi? E per sollevare quale questione? Tra i tanti interrogativi che emergono, ciò che rimane certo è che, al di là dei suoi outfit, poco si sa di questa donna: nata nel 1995 a Melbourne da una famiglia di origini italiane, è laureata in architettura ed è Head of Architecture presso Yeezy, il marchio di abbigliamento di Kanye West. Un elemento, quello relativo alla professione di Bianca Censori, che potrebbe suscitare altri interrogativi sulla sua indipendenza dal marito, non solo mentale, ma anche economica.

Il caso delle donna che si è spogliata in Iran

In Iran, un video diffuso il 3 febbraio 2025 mostra una donna che, in un atto di protesta, si è spogliata completamente davanti alla polizia ed è salita sul cofano di un’auto delle forze dell’ordine. L’attivista Masih Alinejad ha condiviso il filmato, sottolineando il coraggio della donna nel denunciare il regime repressivo. Sebbene i dettagli precisi dell’episodio, come la data esatta e il luogo, non siano chiari, si ritiene che possa essere avvenuto nella città di Mashhad. Questo gesto si inserisce in un più ampio contesto di dissenso crescente da parte delle donne iraniane, che negli ultimi anni hanno sfidato sempre più apertamente le restrizioni imposte dal governo, in particolare quelle legate all’abbigliamento e ai diritti di genere. Non è la prima volta che accade un fatto simile in Iran: a dicembre 2024 si è verificato un caso simile quando una studentessa dell’Università di Teheran è rimasta in biancheria intima all’interno dell’ateneo per denunciare le molestie della polizia morale. Il gesto è stato filmato e condiviso sui social, diventando rapidamente virale e suscitando un acceso dibattito sulla repressione nei confronti delle donne iraniane.

Questo tipo di proteste richiama anche episodi precedenti, come quelli del movimento delle Ragazze di Enghelab nel 2017-2018, quando diverse donne protestarono per le strade di Teheran e si tolsero l’hijab in segno di sfida contro l’obbligo del velo. Negli ultimi anni, con il movimento di protesta nato dopo la morte di Mahsa Amini nel 2022, questi atti di resistenza si sono moltiplicati, mostrando un crescente rifiuto delle restrizioni imposte dal governo iraniano.

La nudità femminile tra atti di protesta e assoggettamento

Cosa ci raccontano questi due episodi andati in scena negli ultimi giorni? Innanzitutto un’evidenza fondamentale: che il corpo della donna – nudo o vestito che sia – continua a essere oggetto di un’attenzione morbosa da parte dei media e della politica. Una morbosità che in Occidente è alimentata da apparizioni come quella di Bianca Censori, e che in paesi come l’Iran diventa strumento di autoaffermazione, di libertà e di rivoluzione. In entrambi i casi, i due fatti ci ricordano che la via di una libertà della donna dal predominio maschile è ancora lunga, se non lunghissima. In Occidente e altrove.

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