Così Trump ha mandato all’aria i piani di Meta: altro che metaverso, bisogna investire sull’IA

Dopo Apple anche Meta annuncia investimenti multimiliardari, con ogni probabilità per compiacere Trump che ha bisogno delle Big Tech per dare il via a quell'"età dell'oro" promessa in campagna elettorale. Per Zuckerberg però puntare tutto sull'Ai significa sbarazzarsi una volta per tutte dell'amato metaverso...

Gen 27, 2025 - 16:52
 0
Così Trump ha mandato all’aria i piani di Meta: altro che metaverso, bisogna investire sull’IA

Dopo Apple anche Meta annuncia investimenti multimiliardari, con ogni probabilità per compiacere Trump che ha bisogno delle Big Tech per dare il via a quell'”età dell’oro” promessa in campagna elettorale. Per Zuckerberg però puntare tutto sull’Ai significa sbarazzarsi una volta per tutte dell’amato metaverso…

Probabilmente Donald Trump non sa nulla di algoritmi e metaversi, ma una cosa l’ha capita – forse grazie alla consulenza dell’amico Larry Ellison di Oracle, ormai centrale nelle strategie hi-tech della Casa Bianca – ovvero: con l’Intelligenza artificiale, almeno nell’immediato, si fanno miliardi. Chi detiene le chiavi della Silicon Valley deve insomma puntare su quella per aiutare l’America a entrare nella promessa “età dell’oro”. E così, per la seconda volta in pochi giorni, Mark Zuckerberg è costretto a riallineare le strategie industriali di Meta al Trump-pensiero.

META PROMETTE 65 MILIARDI SULL’AI PER FAR FELICE TRUMP?

La sterzata che ha visto Meta interrompere ogni collaborazione con i fact-checker indipendenti – per ora solo negli Stati Uniti – in nome del free speech, sembrava la grande giravolta dell’anno di Zuckerberg, accompagnata peraltro da un’altrettanto decisa quanto imbarazzata retromarcia sui temi dell’inclusione oggi apostrofati con disprezzo come “ideologia Woke” da chi siede nello studio ovale.

In realtà di manovre inusuali e sicuramente impreviste (anche dagli analisti) ce ne sarà presto un’altra. Ben più grave e profonda. Perché, per quanto importanti, fact-checking e attenzione ai diritti erano comunque tematiche di facciata, talvolta svilite a mere operazioni di marketing mentre l’ultima novità voluta da Zuckerberg (sempre, malignano molti osservatori statunitensi, per ingraziarsi la benevolenza del volitivo Trump) va a toccare il portafogli di Meta.

THE DONALD CERCA FINANZIATORI PER L’ETA’ DELL’ORO

Dopo Apple, che avrebbe promesso a Trump un “investimento colossale” negli Usa, è arrivato il turno di Zuckerberg che ha dettagliato maggiormente rispetto alla vaghezza in cui è rimasta Cupertino (potrebbe presto avere perciò inizio una singolare gara sulle cifre promesse) annunciando che Meta è pronta a investire tra i 60 e i 65 miliardi di dollari per potenziare la sua capacità computazionale. Uno sforzo finanziario senza precedenti finalizzato a garantire che il Llama 4 diventi “il modello all’avanguardia più avanzato” nel settore dell’AI.

UN DATA CENTER GRANDE QUANTO MANHATTAN

Per riuscirci, Menlo Park costruirà un enorme data center da 2 gigawatt – ovviamente sul suolo americano – vasto quasi quanto Manhattan. Entro la fine dell’anno circa 1 gigawatt di questa capacità computazionale sarà operativo, utilizzando oltre 1,3 milioni di Gpu.

META SI ALLONTANERA’ DALL’EUROPA?

In tema Ai, Meta ha bloccato lo sviluppo dei prodotti più avanzati in Europa, scontrandosi con un legislatore che, a detta di Menlo Park, impedirebbe con i suoi vincoli di fare innovazione nel Vecchio continente.

Il solco, prima delle accuse che Mark Zuckerberg ha mosso a Bruxelles nell’ormai famoso video sull’addio al fact-checking, era già stato tracciato con la decisione del Gruppo di non aderire all’Ai Pact, il percorso di compliance anticipata volontaria che l’Ue ha avviato per accompagnare le aziende nei mesi che precedono l’entrata in vigore di obblighi e divieti previsti dall’AI Act cui hanno aderito oltre 100 aziende.

L’AGENDA DI TRUMP PER META NON PREVEDE METAVERSI

Tornando agli investimenti sullo sviluppo dell’Intelligenza artificiale, Zuckerberg non ha mancato di sottolineare come tale cifra rappresenti per Meta uno “sforzo enorme”: non lo ha detto solo per impressionare e compiacere Trump. Guardando infatti al bilancio del 2023 Menlo Park aveva destinato all’Ai 38 miliardi di dollari, circa la metà.

Naturalmente questo per Mark Zuckerberg significherà dover accantonare tutti gli investimenti miliardari per il metaverso che il Ceo nonché founder di Facebook aveva caparbiamente voluto portare avanti per capriccio personale. Sembra che nella desolata piazza virtuale alla quale si accede calcandosi sul naso un visore Meta abbia investito non meno di 46 miliardi di dollari. Ma con la nuova agenda (dettata da Trump?), non c’è più tempo per giocare.