Cos’è l’omocodia e cosa succede quando due persone hanno lo stesso codice fiscale

Può capitare che due persone diverse abbiano lo stesso ed identico codice fiscale. Il problema può essere risolto facilmente con l'Agenzia delle Entrate.

Feb 3, 2025 - 22:46
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Cos’è l’omocodia e cosa succede quando due persone hanno lo stesso codice fiscale

Omocodia è un termine poco usato, ma che serve a delineare una situazione ben precisa con delle conseguenze a volte scomode da gestire. Identifica la condizione nella quale si trovano due persone con lo stesso codice fiscale: è difficile che accada ma non impossibile. L’omocodia si viene a verificare nel momento in cui due differenti soggetti hanno lo stesso nome, cognome, sono nati nella stessa città e nella medesima data.

Avere lo stesso codice fiscale crea non pochi problemi, perché diventa difficile stabilire quale dei due soggetti abbia sottoscritto un contratto per la luce, abbia acceso un mutuo o chiesto un finanziamento. Il problema si può risolvere chiedendo all’Agenzia delle Entrate la sostituzione di una lettera.

I casi di omocodia in Italia sono 24mila

Il calcolo del codice fiscale si basa sui dati anagrafici dell’intestatario: il nome, il cognome, il sesso, la data e il luogo di nascita. Nelle grandi città, dove statisticamente ci sono più nascite, può capitare che due differenti persone abbiano lo stesso codice fiscale e che, quindi, si venga a verificare un caso di omocodia.

Il fenomeno si viene a realizzare molto più di frequentemente rispetto a quanto si possa ritenere, dato che si stima che nel nostro Paese ci siano almeno 24mila casi di omocodia. Numero in continua crescita, dato che ogni anno ci sono almeno 1.400 nuovi casi.

L’anomalia può essere corretta in modo molto semplice dal soggetto che se ne accorge e lo comunica all’Agenzia delle Entrate, che provvede ad apportare una correzione al codice fiscale. La modifica verrà effettuata andando a cambiare uno o più dei sette numeri che costituiscono quello che è stato attribuito, a partire da quello più a destra, con delle lettere corrispondenti.

La correzione, purtroppo, non può avvenire nel momento in cui viene generato per la prima volta il codice fiscale, perché l’Agenzia delle Entrate ha adottato dei sistemi che non sono in grado di verificare se la nuova stringa alfanumerica sia duplicata o meno.

Perché si verifica l’omocodia

A questo punto la domanda diventa quanto mai stringente: perché si viene a verificare l’omocodia? Il motivo è molto semplice: il codice fiscale viene calcolato e attribuito sulla base di caratteri alfanumerici che sono uguali per tutti i cittadini. Non sono, quindi, esclusivi di un singolo soggetto. Nel momento in cui due persone dovessero avere lo stesso nome, cognome, data e luogo di nascita, avrebbero lo stesso codice fiscale.

Basti pensare al caso dei fratelli gemelli, il cui codice fiscale varia unicamente nella parte anagrafica del nome. Ma se per assurdo avessero entrambi lo stesso nome, avrebbero anche lo stesso codice fiscale.

Cosa fare quando si scopre l’omocodia

Nel momento in cui si scopre il caso di omocodia è necessario rivolgersi agli uffici competenti dell’Agenzia delle Entrate. Si viene a sapere di essere un soggetto vittima di questo problema nel momento in cui il software di un’azienda presso la quale si sta sottoscrivendo un contratto scopre la presenza di un codice fiscale uguale.

Al momento non ci sono alternative: l’Agenzia delle Entrate, come abbiamo già detto in apertura, non è in grado di scoprire l’emissione di un codice fiscale duplicato.

Come viene risolto il problema

Nel momento in cui viene comunicato un caso di omocodia all’Agenzia delle Entrate viene differenziato il codice fiscale di entrambi i soggetti. Gli uffici preposti dell’AdE andranno a modificare alcuni dei sette caratteri numerici che sono contenuti al suo interno, andandoli a sostituire con dei caratteri corrispondenti.

La correzione dell’omocodia avviene seguendo il seguente schema.

  • 0: L;
  • 1: M;
  • 2: N;
  • 3: P;
  • 4: Q;
  • 5: R;
  • 6: S;
  • 7: T;
  • 8: U;
  • 9: V.