Cosa sono i meme coin di Trump. Valore e rischi della cripto del presidente. Quotazioni impazzite
La criptovaluta (per ora) non può essere spesa per comprare beni o servizi. Il suo valore è schizzato di quasi il 15,400% in 24 ore. Il pericolo è l’altissima volatilità
New York, 18 gennaio 2025 – Per un momento immaginate che Sergio Mattarella stampi un miliardo di banconote del Monopoli con la sua faccia e le metta in vendita. Immaginate che in meno di 24 ore questi bigliettini colorati – che per ora non possono essere spesi, ma domani chissà – arrivino a valere circa 27 miliardi di dollari. Una follia, vero? Ora al posto del nostro capo dello Stato metteteci Donald Trump e lasciate perdere la fantasia, perché il nuovo presidente americano ha davvero creato delle banconote digitali che portano il suo nome e in meno di un giorno ha realizzato dal nulla un guadagno (virtuale, vedremo perché) di 27 miliardi di dollari. Come? Grazie a un meme coin.
Cosa sono i meme coin
Per capire l’operazione di Donald Trump, bisogna prima capire cosa siano i meme coin. Di fatto sono criptovalute che nascono per divertimento, ispirati a meme (tormentoni digitali) o tendenze online. Il più famoso (fino a ieri?) è il Dogecoin, che ha come simbolo un cane Shiba Inu ed è il preferito di Elon Musk. Di fatto è come se fossero delle figurine di calciatori. Il loro valore fluttua costantemente (può schizzare o crollare in poche ore) a seconda della popolarità del soggetto che rappresentano. E così c’è chi investe per guadagnarci dei soldi o chi li compra per sentirsi parte di una community.
L’operazione Trump
Il 17 gennaio il futuro presidente americano ha annunciato su Truth (il suo social) la creazione del suo meme coin: l’Official Trump. Partito da un valore di 18 centesimi ha toccato in meno di 24 ore un massimo di 32,61. Alle 19 di oggi si aggirava sui 28,2 dollari. C’è chi ha fatto una fortuna, investendo qualche migliaio di dollari, visto che in poche ore il valore del meme coin di The Donald è schizzato di quasi il 15,400%. Ma c’è qualcuno che potrebbe guadagnarci molto di più.
Rilascio lento
Donald Trump, infatti, non ha immesso sul mercato tutti i suoi meme coin. In tutto ce ne sono un miliardo, ma nel primo giorno ne sono stati immessi solo 200 milioni. Questo significa che l’80% degli Official Trump è ancora nelle mani del presidente. Se li vendesse tutti in questo momento, realizzerebbe davvero dal nulla oltre 27 miliardi di dollari.
I pericoli
La volatilità di queste criptovalute è il maggior rischio. Quanto può reggere la domanda? Senza più richiesta, il valore di questi meme coin precipita a zero in pochissimo tempo. Anche perché, essendo come delle figurine, non possono essere spesi per comprare beni o servizi. Per il momento. Per il Dogecoin, ad esempio, ci sono già delle eccezioni: Tesla in alcuni casi accetta il pagamento attraverso la moneta del cane Shiba Inu e diversi servizi (pochi per ora) permettono di utilizzarla. Se anche Official Trump dovesse seguire questa traiettoria e dovesse diventare più diffusa, di fatto il presidente avrebbe stampato una vera e propria criptovaluta con cui comprare qualsiasi cosa.
Il precedente dell’Nft
Già in passato Donald Trump aveva esplorato come sfruttare il proprio brand attraverso la blockchain. Le sue Trump Digital Trading Cards (vere e proprie figurine virtuali) hanno oggi un valore di circa 14 milioni di dollari, ma hanno perso in un anno il 76,7%. Dopo un boom iniziale, sono di fatto crollate. Se Official Trump dovesse seguire questa traiettoria, di fatto sarebbe ancora una volta il banco (cioè Donald Trump) a stravincere vendendo a prezzi altissimi qualcosa creato con pochi dollari e che in pochi mesi tornerà a valere pochi dollari.