“Cialtrone”, “Bimbominkia”: così i big di FdI attaccavano Salvini nella loro chat interna. Il vicepremier: “Sono solo vecchie battute”
“Cialtrone”, “ridicolo”, “bimbominkia”: sono alcuni degli epiteti con cui Matteo Salvini veniva definito da esponenti di punta di Fratelli d’Italia in un vecchio gruppo su WhatsApp interno al partito. A rivelare il contenuto delle chat è il libro Fratelli di chat – Storia segreta del partito di Giorgia Meloni (Paperfirst), firmato dal giornalista del Fatto Quotidiano […]
![“Cialtrone”, “Bimbominkia”: così i big di FdI attaccavano Salvini nella loro chat interna. Il vicepremier: “Sono solo vecchie battute”](https://www.tpi.it/app/uploads/2025/02/salvini-1024x538.jpg?#)
“Cialtrone”, “ridicolo”, “bimbominkia”: sono alcuni degli epiteti con cui Matteo Salvini veniva definito da esponenti di punta di Fratelli d’Italia in un vecchio gruppo su WhatsApp interno al partito. A rivelare il contenuto delle chat è il libro Fratelli di chat – Storia segreta del partito di Giorgia Meloni (Paperfirst), firmato dal giornalista del Fatto Quotidiano Giacomo Salvini, curiosamente omonimo del leader della Lega.
Nel libro sono riportati alcuni messaggi scritti in un gruppo di cui facevano parte 66 deputati di FdI della passata legislatura, alcuni dei quali sono diventati poi membri dell’attuale governo, di cui il leghista Salvini è vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Le chat risalgono a un periodo compreso tra il 2018 e il 2024. E contengono dure critiche a Salvini anche da parte dell’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Sette anni fa, quando al governo c’erano il Movimento 5 Stelle e la Lega, la leader di FdI scriveva: “Sulla cosa delle accise Salvini dovrebbe andare a nascondersi”. E nel febbraio 2020, ai tempi del governo giallorosso, dopo un retroscena pubblicato da La Stampa secondo cui Salvini avrebbe pronosticato che “Meloni rischia la sindrome di Fini”, la numero uno di FdI osservò: “Secondo me il messaggio che va fatto passare, che è la verità, è che la Lega è un partito che non mantiene la parola data. Hai voglia a fare il partito di destra se non hai onore”.
Uno dei messaggi più duri è quello scritto nel dicembre 2018 dall’allora semplice senatore Giovanbattista Fazzolari, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: quando l’allora vicepremier e ministro degli Interni Salvini in Israele attaccò Hezbollah, Fazzolari commentò: “Il ministro bimbominkia colpisce ancora”.
Guido Crosetto, attuale ministro della Difesa, definì invece Salvini “cialtrone ridicolo” quando, tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, il leghista sfoggiava frequentemente (senza autorizzazione) le divisa della Polizia e di altre forze dell’ordine. E Francesco Lollobrigida – oggi ministro dell’Agricoltura – rincarò la dose: “Troppo ridicolo”.
Oggi, intervistato da Il Tempo, Salvini commenta così quelle chat: “Se qualcuno spera di mettere in difficoltà la maggioranza pubblicando vecchie chat riservate, sbaglia. Certo, anche se non sono eccessivamente permaloso non fa piacere leggere certe cose. Però si tratta di battute scritte in un’altra era politica che, sono certo, non rispecchiano il pensiero attuale degli alleati. Giorgia saprà confermarlo”.
Da FdI, è l’eurodeputato Nicola Procaccini va al contrattacco: “A parte che è una chat vecchia, vi rendete conto che viene fatto un libro su questa chat? È una cosa illegale”, fa notare. “Se vi faccio vedere la chat della scuola dei genitori e poi questa chat finisce su un libro, c’è qualcosa che non va. È una chat privata, non è una chat pubblica e le chat private, come dice anche recentemente la Cassazione, non possono essere rese pubbliche. Addirittura qui ci stanno facendo un libro”.
Ma non solo quelli su Salvini i passaggi interessanti che emergono scavando nella vecchia chat di FdI. In una conversazione del 2021, Meloni commentava con i suoi un editoriale di Ernesto Galli della Loggia, il quale criticava la premier per le sue difficoltà a condannare esplicitamente il fascismo: “Più facile a dirsi che a farsi…”, scriveva le leader del partito: “Diciamo che se per esempio dite ai nostri consiglieri regionali di non mettere ‘claretta e ben’ (titolo di una canzone scritta da un gruppo neofascista, ndr) come sottofondo alle loro conferenze stampa mi date una mano”
E in un’occasione l’attuale ministro per Affari europei Tommaso Foti definisce Benito Mussolini “un gigante”, con la “G” maiuscola.
Nella chat ticorre poi frequentemente la parola “infame”, termine utilizzato per criticare “intellettuali, giornalisti, politici che da destra ‘tradiscono’ criticando Meloni e Fratelli d’Italia. Un affronto che – scrive il giornalista Salvini nel suo libro – i parlamentari meloniani non possono accettare proprio perché proveniente da intellettuali considerati alla stregua, se non peggio, degli oppositori di sinistra. L’appellativo, però, viene spesso utilizzato anche per denunciare coloro che passano all’esterno le informazioni”.
Già nei mesi scorsi il giornalista del Fatto aveva riportato alcuni estratti di quelle conversazioni. In particolare, lo scorso ottobre, dopo una fuga di notizie sulla convocazione dei gruppi parlamentari do FdI per eleggere i giudici della Corte Costituzionale, Meloni scrisse nel gruppo: “Io alla fine mollerò per questo. E l’infamia di pochi alla fine mi costringerà a non avere più rapporti con i gruppi”.