Caso Almasri, l’informativa dei ministri alla Camera. Nordio: “Non sono un passacarte, la Cpi ha fatto un pasticcio”. Piantedosi: “Nessuna pressione sul Governo” | DIRETTA
Caso Almasri, l’informativa in Parlamento dei ministri Piantedosi e Nordio “La Corte Penale Internazionale ha fatto un pasticcio e io non sono un passacarte”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio oggi, mercoledì 5 febbraio, durante l’informativa urgente alla Camera sul caso del generale libico Najeem Osama Almasri Habish, arrestato il 19 gennaio […]
Caso Almasri, l’informativa in Parlamento dei ministri Piantedosi e Nordio
“La Corte Penale Internazionale ha fatto un pasticcio e io non sono un passacarte”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio oggi, mercoledì 5 febbraio, durante l’informativa urgente alla Camera sul caso del generale libico Najeem Osama Almasri Habish, arrestato il 19 gennaio scorso a Torino su mandato della Corte Penale Internazionale (Cpi), ma poi rilasciato due giorni dopo e rimpatriato in Libia con un volo di Stato.
A Montecitorio, dopo Nordio, è intervenuto anche il ministro degli Interni Matteo Piantedosi: “Il Governo non ha subito alcuna pressione e Almasri non è un nostro interlocutore”, ha assicurato il numero uno del Viminale.
Sulla vicenda la Procura di Roma – dopo un esposto presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti – ha aperto un fascicolo d’inchiesta che vede indagati gli stessi Piantedosi e Nordio insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ha la delega ai Servizi segreti. Ai quattro esponenti del Governo sono contestati i reati di favoreggiamento e omissione d’atti d’ufficio.
La premier Meloni non era presente in aula durante l’informativa urgente dei due ministri. Di seguito i passaggi salienti degli interventi di Nordio e Piantedosi.
Caso Almasri: l’informativa del ministro Nordio alla Camera
Nordio: “Deluso da una parte della magistratura, andremo avanti con la riforma”
- “Mi ha deluso – osserva il ministro Nordio – l’atteggiamento di una parte della magistratura che si è permessa di sindacare l’operato di un ministro senza aver letto le carte, cosa che può essere perdonata ai politici ma non a chi per mestiere le carte dovrebbe leggerle. Se questo è il loro modo di intervenire, questo rende il dialogo molto difficile. Se questo è un sistema per farci credere che le nostre riforme debbano essere rallentate, allora hanno…”. Il ministro viene interrotto dalla contestazione provenienti dai banchi dell’opposizione. Nordio riprende: “Questa parte della magistratura ha compattato la nostra maggioranza. Andremo avanti fino in fondo senza esitazione fino alla riforma finale”.
Nordio: “La Cpi ha fatto un pasticcio, tant’è che si è corretta”
- Il ministro conclude la sua informativa sul caso Almasri: “La Corte Penale Internazionale si è riunita apposta per cambiare l’atto e correggerlo. Non sono io che ho rilevato dei difetti della Corte, li ha rilevati lei e ha cercato di cambiarli cinque giorni dopo, perché si era accorta che aveva fatto un immenso pasticcio. La ragione di questo pasticcio frettoloso sarà discussa, sarà forse trovata in altre sedi. Non so perché abbiano agito in un modo così frettoloso da sbagliare completamente un atto così solenne come un mandato di cattura internazionale. Comunque è mia intenzione attivare i poteri che la legge mi riconosce e chiedere alla Corte giustificazione circa le incongruenze di cui è stato mio dovere riferire”.
- “Sin dalla prima lettura dell’atto della Cpi, il sottoscritto notava una serie di criticità sulla richiesta di arresto. Nella prima parte del provvedimento della Corte si dava atto che il 2 ottobre 2024 l’accusa aveva richiesto l’emissione di un mandato di arresto per delitti commessi a partire dal febbraio 2015. Peraltro nel preambolo si faceva riferimento a una situazione in essere da febbraio 2011, quando Gheddafi era ancora al potere. Qualcosa non quadrava, essendo Almasri un ‘torturatore anti-gheddafiano’. In poche parole, in questo mandato d’arresto non si riusciva a capire se il reato fosse iniziato nel 2011 o nel 2015: non è una cosa di poco conto, trattandosi di un reato continuato e che in quei quattro anni sarebbero stati commessi numerosi reati gravi. La Cpi segnalava, fra l’altro, che uno dei tre giudici della Corte era in disaccordo con i colleghi, ritenendo che i crimini presunti ‘non siano sufficientemente collegati’ alla situazione che ha portato il caso davanti alla Corte. Ma questa dissenting opinion non è stata allegata al primo atto che ci è stato inviato. Le conclusioni del mandato di arresto risultavano completamente differenti sia rispetto alla parte motivazionale sia rispetto a quanto sostenuto dall’accusa”. Poi il ministro si rivolge all’opposizione che rumoreggia, in particolare al deputato Angelo Bonelli, co-portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra: “Non avete letto le carte! Non sapete neanche di cosa si sta parlando!”. Nordio riprende: “Alla luce di tutte queste contraddizioni e di queste perplessità, la trasmissione da parte mia della richiesta della Cpi al procuratore generale sarebbe stata da parte mia non solo inopportuna ma anche illegittima perché la richiesta d’arresto era irrazionale e contraddittoria nell’elemento fondamentale della struttura del reato che è quello del tempo in cui il delitto è stato commesso”.
Nordio: “Scarcerazione decisa mentre il Ministero stava valutando la richiesta”
- Ancora Nordio: “Mentre il Ministero procedeva a esaminare la richiesta della Cpi, pervenuta in lingua inglese e con svariati allegati in lingua araba, la Corte d’Appello di Roma, ritenendo che l’arresto su iniziativa della polizia giudiziaria su mandato della Cpi dovesse ritenersi escluso, ordinava la scarcerazione aderendo alla richiesta della difesa (di Almasri, ndr) di cui il Ministero non poteva avere contezza nel rispetto del diritto di difesa e di autonomia della magistratura”.
Nordio: “Non sono un passacarte, l’atto della Cpi era nullo per noi”
- “La legge 237 del 2012 – sottolinea il ministro della Giustizia – stabilisce che i rapporti di cooperazione tra lo Stato italiano e la Corte Penale Internazionale siano curati in via esclusiva dal Ministero della Giustizia. Il ministro, ove ritenga ne ricorra la necessità, concorda la propria azione con altri ministri interessati, altre istituzioni o con altri organi dello Stato. Da ciò si evince che il ruolo del ministro non è solo di transito delle richieste che arrivano dalla Corte. Il ministro non è un passacarte, ma è un organo politico, che deve meditare il contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri, altre istituzioni o con altri organi dello Stato. Ho il potere e dovere di interloquire con altri organi dello Stato, laddove se ne presenti la necessità. E qui la necessità si presentava eccome. Tantopiù la richiesta della Cpi è complessa, tanto maggiore deve essere la riflessione sulla coerenza delle conclusioni cui arriva la Corte. Qui, questa coerenza per noi manca assolutamente e quell’atto è radicalmente nullo”.
- Nordio spiega perché il Governo ha atteso due settimane prima di riferire al Parlamento: “La notizia dell’inchiesta avviata a mio carico, arrivata il 28 gennaio, alla vigilia del giorno per cui erano fissate le comunicazioni al Parlamento, ha determinato un momento di riflessione, sia in ossequio all’indipendenza della magistratura sia alla possibilità di interloquire, da indagato, con il mio avvocato”.
Nordio: “Sono stato avvertito quando Almasri era già stato arrestato”
- Il ministro Nordio ricostruisce così i fatti relativi al caso Almasri: “Il 20 gennaio alle 12.40 il procuratore generale di Roma trasmetteva al Ministero il complesso carteggio protocollato (relativo all’arresto eseguito il giorno precedente, ndr). Poco dopo, alle 13.57, l’ambasciatore dell’Aia (della Cpi, ndr) trasmetteva al Ministero la richiesta di arresto provvisorio emanata il 18 gennaio. La comunicazione della Questura era pervenuta al Ministro ad arresto già effettuato, dunque senza la preventiva trasmissione della richiesta di arresto emessa dalla Cpi al ministro, come prescritto dagli articoli 2 e 4 della legge 237 del 2012. Il 22 gennaio perveniva al Gabinetto del ministro il provvedimento di scarcerazione, scarcerazione che era stata concessa il 21 gennaio”.
Caso Almasri: l’informativa del ministro Piantedosi alla Camera
Piantedosi: “Espulso per ragioni di sicurezza, l’aereo di Stato già usato in molti altri casi”
- Piantedosi spiega perché Almasri è stato rimpatriato a bordo di un volo di Stato: “L’espulsione è stata decisa a tutela della sicurezza dello Stato e dell’ordine pubblico. La scelta delle modalità di rimpatrio, in linea con quanto avvenuto in numerosi analoghi casi anche in anni precedenti e con governi diversi dall’attuale, è andata di pari passo con la valutazione effettuata per l’espulsione di Almasri. La predisposizione dell’aereo, già nella mattina del 21 gennaio, rientra tra quelle iniziative a carattere preventivo, e quindi aperte a ogni possibile scenario (ivi compreso l’eventuale trasferimento in altro luogo di detenzione), che spettano a chi è chiamato a gestire situazioni che implicano profili di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico di tale rilevanza”.
Piantedosi: “Mandato d’arresto spiccato appena Almasri è arrivato in Italia”
- “La richiesta di arresto da parte della Cpi – sottolinea Piantedosi – è partita “soltanto il 18 gennaio, quando Almasri si trovava in territorio italiano. Prima di giungere in Italia, è transitato in diversi Paesi europei, dove risulta essersi recato abitualmente anche in passato, come attestano i documenti di viaggio in suo possesso, tra i quali un passaporto della Repubblica della Dominica che riporta, tra l’altro, un visto per gli Stati Uniti con validità di 10 anni a partire dal novembre scorso. Il suo ultimo viaggio risale allo scorso 6 gennaio, quando, provenendo da Tripoli, è solo transitato da Fiumicino per dirigersi a Londra, senza essere, pertanto, sottoposto a controlli di frontiera in Italia. Il 13 gennaio è entrato in Francia, il 15 gennaio ha noleggiato un’auto a Bonn, in Germania”.
Piantedosi: “Nessuna pressione sul Governo, Almasri non è nostro interlocutore”
- “Almasri – assicura Piantedosi – non è mai stato un interlocutore del governo per questioni attinenti alla gestione dell’immigrazione. E smentisco, nella maniera più categorica, che, nelle ore in cui è stata gestita la vicenda, il Governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere, anche solo lontanamente, considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come è stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni. Al contrario, ogni decisione è stata assunta, come sempre, solo in base a valutazioni compiute su fatti e situazioni, anche in chiave prognostica, nell’esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro Paese”.
Caso Almasri, informativa di Nordio e Piantedosi: le reazioni delle opposizioni
Schlein: “Nordio avvocato difensore di un torturatore. Oggi qui doveva esserci Meloni”
- “Vi abbiamo ascoltati e quel che dite è inaccettabile, ha parlato da avvocato difensore di un torturatore”, dice la segretaria del Pd, Elly Schlein, rivolgendosi al ministro Nordio. “Meloni – prosegue Schlein – ci ha abituati alla sua incoerenza, ma qua si tratta di sicurezza nazionale. Le domande a cui dovrete rispondere sono molto semplici: perché Nordio, che era stato informato dal giorno dell’arresto, non ha risposto alle richieste del procuratore generale? La vostra inerzia ha provocato la scarcerazione. Prima ci dice che è stato liberato perché non ha fatto in tempo per tradurre delle pagine in inglese, poi ha detto che le ha lette ma ha rinvenuto dei vizi. Bene, ha ammesso che è stata una scelta politica”.
- “Meloni – attacca Schlein -ha mandato i suoi ministri in aula, un atteggiamento da Presidente del Coniglio, non del Consiglio. Doveva esserci lei qua, perché quello che hanno detto i ministri non è una risposta. Oggi vi nascondete dietro i cavilli e il giuridichese, ma qua non si tratta di un difesa formale, ma di una scelta politica. Allora assumetevi una responsabilità. La verità è che vi vergognate di quello che fate e per questo mentite. Qua doveva esserci Giorgia Meloni, invece vi siete limitati ad attaccare i magistrati. Un attacco frontale che è fumo negli occhi per coprire il merito della vostra scelta politica”.
- I deputati del Pd espongono poi un cartello con scritto “Meloni dove sei?”.
Conte: “Da Meloni viltà istituzionale, Nordio scandaloso”
- “Oggi c’è la grande assenza della presidente Meloni, che scappa dal Parlamento e dai cittadini”, attacca il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che parla di “viltà istituzionale”. Conte si rivolge alla premier: “Non si permetta di parlare davanti a qualche scendiletto!”.
- “Siamo diventati il porto franco e il Paese balocchi dei criminali. Nordio è stato scandaloso. Lei non ha parlato da avvocato difensore di Almasri”, ma da “giudice assolutore!”. “Lei si dovrebbe vergognare”, attacca ancora il leader M5S rivolgendosi al Guardasigilli: “Ma voi pensate davvero che gli italiani siano tutti idioti?”.
Caso Almasri: la ricostruzione dei fatti
Lo scorso 19 gennaio Almasri, direttore dell’Istituto di riforma e riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli, viene arrestato a Torino dalla Polizia di Stato in esecuzione di un mandato della Corte Penale Internazionale spiccato poche ore prima. L’uomo è accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Nel pomeriggio di martedì 21 gennaio, tuttavia, la Corte d’Appello di Roma dispone la sua scarcerazione perché manca la richiesta di arresto da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio, competente in materia di mandati della Corte Penale Internazionale.
Almasri, che era detenuto al carcere delle Vallette, viene quindi rilasciato e contestualmente viene espulso su provvedimento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. A bordo di un volo di Stato italiano, l’uomo rientra in serata in Libia, dove viene accolto da una folla festante.
Martedì, poche ore prima dell’ordinanza di scarcerazione, il Ministero della Giustizia aveva diffuso la seguente nota: “È pervenuta la richiesta della Corte Penale Internazionale di arresto del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish. Considerato il complesso carteggio, il Ministro sta valutando la trasmissione formale della richiesta della CPI al Procuratore generale di Roma, ai sensi dell’articolo 4 della legge 237 del 2012”.
La scarcerazione del generale libico ha suscitato forti polemiche in Italia e anche la Corte Penale Internazionale ha chiesto spiegazioni a riguardo al Governo italiano. L’esecutivo finora ha sempre sostenuto che Almasri sia stato rilasciato a causa di un cavillo giudiziario e ha sottolineato come l’uomo abbia girato indisturbato in Europa per circa due settimane, prima che venisse spiccato il mandato d’arresto, che sarebbe stato emanato – non a caso – solo quando il generale è arrivato in Italia.