Buste paga non agricole USA in calo più delle attese a gennaio

Il dato sulle buste paga non agricole è risultato inferiore alle previsioni negli Stati Uniti e il tasso di disoccupazione è diminuito al 4%.

Feb 7, 2025 - 15:50
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Buste paga non agricole USA in calo più delle attese a gennaio

Il mercato del lavoro statunitense ha creato meno posti di lavoro del previsto a gennaio, mentre il tasso di disoccupazione è sceso inaspettatamente.

Nel dettaglio, le buste paga non agricole sono aumentate di 143 mila unità a gennaio, meno delle 170.000 previste e delle 307 mila precedenti (riviste da 256 mila).

Il tasso di disoccupazione è sceso al 4%, più delle attese (4,1%) e del mese precedente (4,1%), mentre il salario medio orario è aumentato dello 0,5% su base mensile, andando oltre le attese (0,3%) e il mese anteriore (0,3%), mentre annualmente l’aumento è stato del 4,1%, superando le previsioni (3,8%) ma in linea con il dato precedente.

“Di sicuro questo conferma che la Fed resta in attesa per ora”, avvisano da Bloomberg, aggiungendo che difficilmente l’istituto centrale parlerà di “riprendere i tagli dei tassi con il mercato del lavoro che si presenta in questo modo”.

Michael Collins, gestore di portafoglio presso PGIM Fixed Income, ritiene che i dati di oggi rappentino "un altro segnale che l'economia continua a essere resiliente. È stata un'economia forte", pertanto "la Fed resta in attesa e potrebbero non muoversi quest'anno: c'è un'alta probabilità che la Fed sia più propensa a starsene con le mani in mano".

“Il calo dei Treasury si è leggermente attenuato e non era poi così grande prima dei dati. I future azionari sono sostanzialmente invariati nella sessione: gli investitori non sembrano cogliere molti segnali da questo. Il mercato del lavoro è solido, come ha detto la Fed. Non c'è bisogno di riconsiderare le prospettive immediate per i tassi”, spiega Christ Anstey di Bloomberg News.

Dopo la diffusione dei dati, i future sul Nasdaq scambiavano appena sotto la parità (-0,20%), seguiti dai contratti sullo S&P500 (-0,10%) e da quelli sul Dow Jones (-0,10%). Successivamente sono tornati tutti sopra la parità.

Il dollaro guadagna nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scambia a 1,0358, mentre l’oro sale di mezzo punto percentuale a 2.888 dollari l’oncia (future) e il Bitcoin resta intorno quota 97.800 dollari.

I prezzi del petrolio continuavano a crescere e il Brent saliva a 74,77 dollari, con il greggio WTI in scita a 71 dollari al barile.

Amazon (-3%): prevede ricavi nel primo trimestre tra i 151 e i 155 miliardi di dollari, al di sotto delle stime di 158,5 miliardi (dati LSEG).

Nikola (-28%): sarebbe vicina a dichiarare bancarotta, secondo quanto riporta il WSJ e starebbe valutando alcune opzioni, tra cui la vendita di parti o dell'intera azienda, secondo Bloomberg News.

Expedia Group (+10%): utile trimestrale di 2,39 dollari per azione che ha superato le stime degli analisti di 2,04 dollari (dati LSEG).

Illumina (-4%): prevede per il 2025 entrate tra i 4,28 e i 4,40 miliardi di dollari, al di sotto della stima media degli analisti di 4,39 miliardi (dati LSEG).

Elf Beauty (-27%): ha tagliato le previsioni sulle vendite nette e sugli utili annuali, citando la debolezza della domanda riscontrata all'inizio dell'anno nella categoria della bellezza di massa.

Amazon

JP Morgan: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato da 280 a 270 dollari.

Goldman Sachs: ‘buy’ e target price incrementato da 240 a 255 dollari.

UBS: ‘buy’ e Il prezzo obiettivo confermato a 275 dollari.

Alphabet

Argus: ‘buy’ e target price aumentato da 200 a 220 dollari.

Nike

UBS: ‘neutral’ e prezzo obiettivo mantenuto a 73 dollari.

JP Morgan: ‘neutral’ e prezzo obiettivo sempre a 73 dollari.

Under Armor

JP Morgan: ‘sell’ e target price ridotto da 8 a 7 dollari.

UBS: ‘buy’ e prezzo obiettivo confermato a 15 dollari.