Una bottiglia di birra come casa: così l’intelligenza dei polpi sfrutta al meglio l’inquinamento degli oceani

Immaginate di essere un polpo, un maestro del mimetismo e dell’intelligenza, abituato a navigare le profondità marine e a trovare rifugio tra anfratti rocciosi e conchiglie. Ora immaginate di essere costretto a cercare riparo in una bottiglia di vetro abbandonata dall’uomo. Questa è la realtà che emerge da un video, girato dal blogger scientifico Mike...

Jan 14, 2025 - 17:09
Una bottiglia di birra come casa: così l’intelligenza dei polpi sfrutta al meglio l’inquinamento degli oceani

Immaginate di essere un polpo, un maestro del mimetismo e dell’intelligenza, abituato a navigare le profondità marine e a trovare rifugio tra anfratti rocciosi e conchiglie. Ora immaginate di essere costretto a cercare riparo in una bottiglia di vetro abbandonata dall’uomo. Questa è la realtà che emerge da un video, girato dal blogger scientifico Mike Lisieski nel 2010 e tornato prepotentemente alla ribalta, che mostra un piccolo polpo che esce agilmente da una bottiglia di vetro, trovando un insolito – e preoccupante – rifugio tra i rifiuti che invadono i nostri mari.

I polpi, creature affascinanti e dotate di un’intelligenza straordinaria, sono noti per la loro capacità di adattarsi all’ambiente circostante. Dotati di un corpo flessibile e privo di scheletro, possono infilarsi in spazi angusti e utilizzare oggetti come strumenti o rifugi. In natura, è comune vederli nascondersi in conchiglie, anfratti rocciosi e altri elementi del fondale marino. Ma trovare un polpo in una bottiglia di vetro getta un’ombra inquietante sulla situazione attuale dei nostri oceani.

Questo comportamento, infatti, è un chiaro segnale di come i rifiuti umani stiano progressivamente colonizzando gli habitat marini, costringendo le creature che li popolano ad adattarsi a un ambiente sempre più compromesso. Bottiglie, lattine, plastica e altri detriti si accumulano sui fondali, trasformando un ecosistema ricco e vitale in una discarica sommersa.

E il caso del polpo nella bottiglia non è un episodio isolato. Uno studio pubblicato nel 2022 su Marine Pollution Bulletin ha analizzato centinaia di fotografie e video subacquei, documentando un aumento significativo del numero di polpi che utilizzano rifiuti come rifugio. Lattine, bottiglie di vetro, contenitori di plastica, batterie per auto e persino pneumatici sono stati “adottati” da questi cefalopodi come dimore improvvisate.

Questo fenomeno, seppur dimostri l’incredibile capacità di adattamento di queste creature, solleva serie preoccupazioni per la loro salute e per l’equilibrio dell’ecosistema marino. I rifiuti, infatti, possono rilasciare sostanze tossiche nell’acqua, contaminando l’ambiente e gli organismi che lo abitano. Inoltre, la presenza di oggetti estranei sul fondale può alterare l’habitat naturale di molte specie viventi, compromettendone la sopravvivenza.

Ma quali sono le conseguenze di questa invasione di rifiuti? La plastica, in particolare, rappresenta una minaccia crescente. Si stima che ogni anno finiscano in mare tra gli 8 e i 12 milioni di tonnellate di plastica, che si frammenta in microplastiche ingerite dagli organismi marini, entrando nella catena alimentare con effetti potenzialmente dannosi anche per la salute umana.

L’inquinamento marino, inoltre, compromette la biodiversità, riducendo la disponibilità di risorse e alterando gli equilibri degli ecosistemi. Le barriere coralline, ad esempio, sono gravemente minacciate dall’inquinamento, dalla pesca eccessiva e dal cambiamento climatico, con conseguenze devastanti per la vita marina.

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