Un cantiere pieno di errori. Alcune travi di via Mariti avevano difetti strutturali

A dare il via al disastro fu la numero 309, ma altri elementi mostravano problemi. Raffica di perquisizioni nelle aziende coinvolte: nel mirino il produttore Rdb Ita. Dalle indagini emerge anche l’eccessiva fretta per rispettare i tempi di consegna. .

Feb 7, 2025 - 07:51
 0
Un cantiere pieno di errori. Alcune travi di via Mariti avevano difetti strutturali

di Pietro Mecarozzi

Quando responsabili e tecnici incaricati dai committenti si sono presentati nello stabilimento della Rdb si sono "spaventati". Era fine aprile del 2023. La sede era quella di Alseno (Piacenza). E al suo interno, durante il sopralluogo, il gruppetto in trasferta da Firenze si è trovato di fronte a una società "disorganizzata" e nessuna "struttura solida" ancora costruita. Il contratto con la Rdb Ita, al momento della vista, era già stato stipulato. E non sono bastati i "casseri" vecchi e non all’altezza di garantire la qualità dei prodotti o le "attrezzature" fatiscenti a far saltare il banco. Rdb Ita, alla fine, ha costruito quella trave, la TL309-2P, che il 16 febbraio scorso è crollata nel cantiere di via Mariti, causando la morte di cinque operai.

È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta sulla tragedia nel cantiere Esselunga. Quel giorno sono morti cinque operai che stavano lavorando sulla "cappa" dello scheletro di acciaio e calcestruzzo del supermercato in costruzione: Luigi Coclite, 60 anni, Mohamed Toukabri, 54, Mohamed El Farhane, 24, Taoufik Haidar, 45, e Bouzekri Rahimi, 56.

Da mercoledì, invece, sono tre gli indagati: l’ingegnere Carlo Melchiorre, 59 anni, e Alfonso D’Eugenio, 79, il primo responsabile dell’ufficio calcolo e responsabile tecnico di produzione di Rdb Ita spa, il secondo legale rappresentante sempre della Rdb Ita spa. Il terzo finito nel mirino della procura è invece il direttore dei lavori strutturali all’interno del cantiere per conto della committente La Villata, l’ingegnere Marco Passaleva, fiorentino di 70 anni. Nei loro confronti, i pm Alessandra Falcone e Francesco Sottosanti ipotizzano l’omicidio colposo dei cinque operai e le lesioni colpose a carico dei tre muratori rumeni scampati alla tragedia. L’accusa di crollo doloso è invece limitata ai due rappresentanti della Rdb Ita. Sotto sequestro (preventivo) quattro sedi della Rdb Ita a Alseno, Atri, Piacenza e Caserta e l’area di via Mariti.

Un’ondata di perquisizioni ha invece travolto gli uffici delle aziende coinvolte, degli indagati e di coloro che orbitavano nell’universo Rdb Ita. A dare il via al disastro è stata la trave 309. Ma secondo le testimonianze di un tecnico della Rdb, nel cantiere altri elementi prefabbricati palesavano problemi strutturali. La trave della copertura del secondo piano – ancora non posta in opera – era identica a quella "incriminata" e avrebbe presentato gli stessi difetti strutturali. Altri carenze – emerse dalle verifiche – sarebbero poi state riscontrate anche al piano terra su ben quattro travi. Una, non ancora montata, non "avrebbero retto nemmeno il peso proprio".

Le altre tre invece non presentavano problemi, ma avrebbero "potuto presentarli ricevendo carichi permanenti e variabili". Al primo impalcato, il tecnico avrebbe infine rinvenuto altre quattro travi con storture simili. Per un totale, contando la trave crollata, di dieci elementi viziati da "errori" di progettazione. Quanto alle tempistiche. Da mail, chat e racconti dei testimoni, "l’edificio commerciale" doveva essere consegnato entro Natale 2023. Una scadenza che anche gli stessi tecnici della Rdb Ita ritenevano impossibile da rispettare, lamentando più volte una "fretta" eccessiva, in quanto per elaborare in modo "adeguato" i vari elementi sarebbero serviti più giorni, forse mesi. Un geometra della Rdb Ita ha svelato anche che il cantiere di via Mariti è partito con un mese di ritardo perché la fornitura dei pezzi e l’esecuzione delle opere erano slittate drasticamente. O alcune volte, dettaglio non da poco, perché le travi stesse arrivate a Firenze con evidenti errori di progettazioni erano state rispedite allo stabilimento di provenienza.